Saturday 7 March 2015

Kadampa



Tradizione Kadampa



Geshe Gedun Tharchin



Dunque per praticare il Dharma non è necessario conoscere tutti i stura  i mantra, i tantra, ecc…basta vedere la pratica di Kadampa Geshe Ben Kun Je. Non si deve pensare di non saper praticare il Dharma perché non si hanno delle grandi conoscenze filosofiche, non si sa abbastanza: praticare il Dharma è qualcosa di naturale, essendo nati come esseri umani si possiedono già tutte le dotazioni necessarie per praticarlo. Questo è un punto fisso ed essenziale che caratterizza la tradizione Ka Dam Pa. Ka significa insegnamento di Buddha, Dam consiglio, quindi la Ka Dam Pa è la tradizione che si basa nel dare in pochi consigli quelli che sono gli insegnamenti del Buddha. Ma oggi Ka Dam non si riferisce solo agli insegnamenti di Buddha, ma a tutti gli insegnamenti di tutte le religioni e tradizioni spirituali di tutto il mondo, a qualsiasi buon consiglio, ad ogni sistema d’istruzione.

Ka Dam Pa è una parola molto significativa, che indica umiltà e armonia, significa in un certo senso “abbassarsi”. La tradizione Ka Dam è basata sugli insegnamenti di Atisha. Il primo Geshe di questa tradizione fu Drom Ton Pa, da cui è scaturita la tradizione basata sugli insegnamenti Lam Rim e Lo Jong. È in questo contesto che è nato anche il termine Geshe, utilizzato per riferirsi con rispetto ai propri amici spirituali, fratelli spirituali. Per questi motivi Ka Dam è un buon termine e indica colui che prende qualsiasi buon consiglio, ovunque, per portare avanti la sua pratica spirituale.

Vi sono tre correnti Ka Dam. La prima è Ka Dam Lam Rim Pa: si tratta di praticanti Ka Dam che si basano soprattutto sui testi o sugli insegnamenti intitolati Lam Rim. Oggi ci sono principalmente otto testi concernenti il Lam Rim, intitolati Lam Rim. Il primo è il testo di Atisha, “La lampada che illumina il sentiero verso l’Illuminazione”; poi vi sono i tre testi Lam Rim scritti da Lama Tsong Khapa, il grande, il medio e il piccolo, intitolato “Frasi di esperienza”; poi vi sono altri commentari fatti da vari Dalai Lama o Panchen Lama e comunque altri testi Lam Rim. Quindi se fossimo Ka Dam che si basano su testi Lam Rim, ci chiameremmo Ka Dam Lam Rim Pa.

Poi abbiamo i Ka Dam Shung Pa Wa, un tipo di praticante Ka Dam che si basa sulle Scritture. Si tratta di un erudito che basa la propria pratica sullo studio di sutra, di commentari, di vari testi tibetani. Tutte le varie Scritture sono sintetizzate in ciò che viene studiato nel monastero, cioè i cinque trattati sul buddismo: Pramana, logica ed epistemologia; Prajnaparamita, la perfezione della saggezza; Madhyamika, la via di mezzo; Abidharma, metafisica o studio dei fenomeni; Vinaya, il codice monastico. Come si vede non c’è il tantra, in quanto per divenire geshe non c’è bisogno di tantra, il tantrismo non è incluso nel curriculum monastico delle università monastiche tibetane, che sono Gan DenDre Pung Se Ra. Se si studiano bene questi cinque trattati, i testi tantra-yana diventano facilmente comprensibili, anche solo attraverso una semplice lettura. Se invece non si ha una profonda conoscenza di questi trattati, di questi argomenti, e si affronta lo studio del cosiddetto più alto tantra, non si capirà niente, ci si limiterà solo a dire: questo ha tre teste, un occhio qua, uno là, ma non si comprenderà nulla del significato, non si capirà l’essenza.

Vi è un detto tibetano: “La ricchezza del Thud (un dolce al formaggio tibetano) risiede nel burro che vi è dentro: senza aggiungervi burro il Thud sarebbe semplicemente un pezzo di formaggio secco. La ricchezza del mantra risiede nel suo fondarsi sul sutra. Senza sutra, il mantra sarebbe semplicemente un suono come Hum Hum Phad Phad”.

Infine, per terzo, abbiamo Ka Dam Men Ngag Pa, cioè colui che fonda la sua pratica solo su insegnamenti, istruzioni orali. Ciò significa che questo tipo di praticante non legge nessun testo, ma solamente ascolta gli insegnamenti del suo maestro e pratica. Come si è detto, Ka Dam è una tradizione che prende origine da Atisha, maestro proveniente dal Bangladesh.

Il discorso fatto sulla tradizione Ka Dam non è un tentativo di creare delle categorie, bensì di mostrare come sia possibile praticare in modi diversi.  Questi praticanti Ka Dam si esercitano tutti in modi diversi, ma la loro pratica è ugualmente valida.

Apprezzo molto la tradizione Ka Dam, il suo approccio semplice ed umile alla pratica del Dharma; i Ka Dam trattano tutti ugualmente e non pensano mai di essere superiori agli altri, il loro stesso nome, Ka Dam, è molto semplice ed indica rispetto verso ogni cosa, verso ogni buon consiglio. Se si guarda ai grandi Geshe del passato di questa tradizione, si può vedere come siano stati dei grandi yogi umili. Questa tradizione è molto adatta alla nostra società occidentale odierna. Non è una tradizione rivolta solo ai monaci ed infatti il primo Geshe era laico ed è stato comunque considerato il fondatore della tradizione Ka Dam, si chiamava Drom Ton Pa e fu discepolo di Atisha.

Non ci sono requisiti particolari per accedere alla pratica di questa tradizione, basta essere persone normali, molto semplici e umili, dedite all’arricchimento della mente. Non vi sono neppure iniziazioni, ritiri, mantra. Proprio per questo l’approccio al Dharma di questa tradizione sorta nel X o XI secolo in Tibet è molto adatto alle caratteristiche della società occidentale. Questa tradizione ispirata dagli insegnamenti di Atisha si è manifestata in una forma di pratica adatta al Tibet di quell’epoca, durante la quale, forse, la società tibetana era molto avanzata.

Bisogna capire cos’è il Dharma e qual’è il modo di praticarlo. Adesso tratteremo il sutra del cuore. Prima abbiamo parlato di come praticare il Dharma in una maniera molto pratica, ad un livello che può essere molto diffuso e popolare. Penso che sia stato importante perché concentrandosi troppo sui sutra o su temi molto complicati si rischia di perdere la vera essenza, il modo di praticare il Dharma nel contesto della nostra esistenza, della nostra situazione. Inoltre l’argomento di questo stura è analogo a ciò che di cui si è appena discusso, dal momento che affronta il tema di che cos’è il Dharma e come bisogna praticarlo.