Snow Lion News Letter NY USA
Volume 21, Number 2 Spring 2007
L’importanza del nostro
sonno
Geshe Gedun Tharchin
Il sonno
è semplicemente un indispensabile mezzo che permette di rigenerare il proprio corpo
così da poter essere di beneficio a di tutti gli esseri senzienti coerentemente
con l'intenzione di bodhicitta.
La
tradizione buddhista suggerisce di assumere la posizione più adatta agli esseri
umani: giacere sul fianco destro e usare la mano
destra come cuscino ponendola sotto la guancia.
Si dice che la posizione del deva corrisponda all’essere sdraiati
sulla schiena, mentre dormendo a pancia in giù si assume la posizione adatta
agli animali.
Dormendo come i deva si è confusi in quanto avvolti da troppa luce,
mentre in quella contraria, degli animali, vi è un eccesivo stato di
oscuramento, si è ottenebrati, per questo la posizione sul fianco permette agli
esseri umani di accedere correttamente alla chiara luce.
È consigliabile inoltre dormire con la testa verso est e, se il
letto non può essere collocato in tal modo, è sufficiente immaginare se stessi rivolti
nella postura corretta. È facile, questa è una perfetta postura assunta persino
dai leoni che hanno un’indiscussa nobiltà nella gerarchia degli esseri, non è
vero?
Nella
società tibetana molti monaci abbandonano il corpo seduti nella postura
meditativa, eppure i migliori praticanti muoiono nella posizione del leone che
è più difficile, tanto che è davvero raro che un Lama muoia in essa. Il Buddha
è morto in questo modo, infatti molte immagini lo rappresentano nella posizione
del leone morente, che è indicata come lo stato di “Mahaparinirvana Buddha.”
Il grande
studioso tibetano, Gedun Choephel (1903-1951), personalità unica, uno dei maggiori
conoscitori e di più alto rango nella storia tibetana, criticava l’ignoranza e
la superstizione dei suoi conterranei e disse: "In Sri Lanka si trovano
molti Mahaparinirvana, statue di Buddha, ma non avviene così in Tibet, a causa
della visione ristretta dei tibetani che credono che le immagini del Buddha
morente abbiano connotazioni negative o portino sfortuna."
Gedun
Choephel scherzava su quest’attitudine e notava che nella tradizione tibetana
il Buddha è sempre ritratto nella postura meditativa, chissà forse la gente
pensava che meditasse perennemente seduto, senza mai sdraiarsi e che non
sarebbe mai morto?
Io sento
invece che il “Mahaparinirvana”, questa immagine del Buddha sia estremamente
importante poiché ci ricorda il concetto di impermanenza, una realtà che lo
stesso Buddha dovette affrontare, il passaggio nella morte.
È utile osservare
le immagini del Buddha dormiente o morente, al fine di richiamare alla mente
fondamentali principi dharmici, inoltre queste sono posizioni di meditazione e
credo davvero che dormire sia in un certo senso una "piccola morte".
Quindi
ogni sera affrontiamo una piccola morte e tutte queste piccole morti ci addestrano
per affrontare la "grande morte", ci permettono di acquisire la conoscenza
di come morire.
Il
processo di caduta di sonno comporta una piccola sperimentazione dell’abbandono
dei sensi in un modo simile a ciò che avverrà in modo più netto e definitivo durante
il processo di morte, è dunque un’occasione di apprendimento che ci è data ogni
notte.
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Nota: The originale in inglese pubblicato sul Snow Lion News Letter NY USA
Volume 21, Number 2 Spring 2007