Discorsi
di Dharma di Lama Geshe G. THARCHIN
Bakhti Yoga
BAKHTI
FESTIVAL UMBRIA
2018
Bakhti
festival è un evento importante in quanto è finalizzato ad
arricchire il valore umano tramite la nostra attività quotidiana,
siamo dunque qui per ricaricarci con la necessaria energia positiva
che è il motore che ci accompagna nel cammino interiore mostrandoci
la nostra natura divina già in noi.
Tutti
gli eventi a cui parteciperemo con i canti, la musica, le preghiere,
la riflessione, la meditazione e il lavoro sono tutti ugualmente
complementari alla purificazione ed evoluzione di ogni istante in
questi preziosi tre giorni di ritiro spirituale.
Ogni
momento intensamente vissuto nello spirito è davvero basilare sempre
e più che mai oggi in questa epoca che è la feccia dei tempi
degenerati, il kāliyuga, e dunque il nostro contributo è
fondamentale per recuperare la pace, la tranquillità, gli
indispensabili valori dell’esistenza umana, infatti non a caso
Babaji insiste sulla necessità di praticare instancabilmente il
karma yoga.
La
pratica del karma yoga è ciò che noi viviamo nella quotidianità,
null’altro, però dobbiamo esserne consapevoli e questo è ciò che
può trasformare completamente la nostra esistenza. Ogni azione che
compiamo da mattina a sera, dalla più umile alla più complessa è
karma yoga, questo servizio rivolto al benessere degli altri con
consapevolezza è la pratica di Dharma che trasforma radicalmente la
nostra mente e il nostro cuore e imprime il senso stesso
all’esistenza umana.
È
importante saper riconoscere che la pratica del karma yoga comprende
tutto ciò che facciamo purché sia fatto per gli altri, se fosse
solo per noi stessi sarebbe inutile e vuoto, invece ciò che lo
trasforma e infonde valore è l’attitudine consapevole riposta in
qualsiasi azione, dalla pulizia della casa alla preparazione della
colazione o di qualunque altro lavoro, purché sia per il benessere
comune, nella relazione con altri.
La
pratica del Dharma non è qualcosa di avulso dalla realtà, ma sta
proprio nella quotidianità, nelle piccole cose, ciò che ne fa la
differenza è l’intenzione dell’azione disinteressata. Se
agissimo esclusivamente per noi stessi uccideremmo la nostra anima e
questo è davvero tremendo.
In
occidente spesso anche studiosi che presumono di sapere tutto
affermano con sicumera che il buddhismo nega l’esistenza dell’anima
e di Dio, ma questo è falso, da dove viene una simile sciocchezza?
Tutti questi fraintendimenti confondono le persone.
L’anima
è importantissima, la sua purezza è l’essenza divina interiore,
ma se noi la neghiamo e la sostituiamo con l’ego praticamente ci
suicidiamo ad ogni istante nella nostra spiritualità, annientiamo
ogni possibile essenza interiore.
Ogni
lavoro svolto nella consapevolezza dell’atto di amore
incondizionato diventa fonte di autentica e profonda gioia,
leggerezza, pace, mentre quando ci sentiamo sopraffatti dalla fatica,
dall’insoddisfazione significa che stiamo seguendo con attaccamento
il nostro ego e non abbiamo alcuna consapevolezza dell’anima che
vive nella relazione, nell’inscindibile interdipendenza e
connessione con il tutto nell’amore.
Soltanto
dopo aver praticato il karma yoga nella giornata possiamo passare al
Bakhti yoga, la pratica della devozione nella fede, che
indifferentemente può essere dedicata a Dio, al Guru, alla preghiera
stessa, poiché è ciò che include e completa il Dharma con il karma
yoga e lo Gyani yoga nell’intenzione di amore e dedizione
incondizionati.
La
devozione non è mai rivolta a un soggetto particolare, ma questo
rappresenta semplicemente la nostra profonda pura intenzione di
offrire ogni atto, pensiero e parola con amore e dedizione per il
bene di tutti e possiamo rivolgere la nostra devozione a Dio, al
Buddha, al Cristo, al Guru, a ciò che vogliamo, non importa, perché
non è un omaggio a una determinata persona, o oggetto, ma è la più
vera attitudine interiore dell’anima pura, liberata dall’inganno
dell’ego, è porre il cuore nella profonda pace del samādhi.
Entrare
nella pace della mente-cuore, nel samādhi, è stare in quello stato
di profondo rilassamento che sperimentiamo nel momento in cui
perdiamo ogni volontà di controllo e di coscienza e ci lasciamo
andare dolcemente nel sonno, perché quando già dormiamo non è più
samādhi e quando siamo svegli abbiamo consapevolezza di tutto.
Queste
fasi sono tutte molto importanti e per questo esiste anche lo yoga
del sonno e del sogno e prima di tutto dobbiamo porci questa domanda:
“che
cosa è il sonno”?
Risposte: -
È la sospensione dello stato di coscienza…; - Non avere più
consapevolezza del corpo…; - Lo chiamano il piccolo fratello della
morte…; - Il sonno senza sogno è completa inconsapevolezza…;- Il
sonno è un samādhi non consapevole…
Lama: Quando
noi diciamo samādhi siamo nel profondo rilassamento della mente
cuore, ma il sonno è altro e dobbiamo capire la differenza tra i due
status della mente, molto somiglianti tra loro, ma differenti, e la
differenza sta proprio nella diversa consapevolezza.
Lo
yoga del sonno è molto importante, durante il tempo di veglia
dobbiamo incessantemente sviluppare consapevolezza con presenza
mentale in tutto ciò che facciamo, e pratichiamo il karma yoga
dell’azione disinteressata con l’attitudine di essere in toto al
servizio e in profonda unione con gli altri, perché noi esistiamo
realmente come esseri umani soltanto in quanto relazione, ogni azione
che resti a livello individuale è inutile, vana, è l’illusione
della distorta visione della realtà.
Nei
Veda ci sono moltissimi testi che descrivono questo fondamentale
fenomeno, ma uno in particolare è importantissimo anche se di non
facile comprensione, si riferisce alla liberazione interiore che
slega dal tempo, tempo che non deve essere inteso nel senso
comunemente convenzionale, è Kal il dio del tempo, e solo il Bakhti
yoga ce ne può liberare. Kal non risparmia, né Ram, né Krishna, né
i più grandi saggi, tutti siamo soggetti mortali, nessuno escluso.
Per
superare il tempo, per uscire dall’angusta prigione di Kal,
dobbiamo purificarci liberandoci da qualsiasi tipo di karma e per
farlo dobbiamo lasciare andare tutte le sovrastrutture concettuali,
mentali, uscire dall’ego prepotente quanto ingannevole, e la
pratica che ci accompagna in questo percorso è il karma yoga, il
trasformare ogni azione con l’attitudine altruistica, questa è la
piena trasformazione della mente che scioglie tutte le catene
liberandoci da ogni karma, sia negativo che positivo, non più
ignoranza, né conoscenza concettuale, né inutili chiacchiere
mentali e non più ego che è il nostro peggior schiavista.
Dobbiamo
percorrere la via verso la liberazione non producendo più karma, e
questo è possibile affrontando quattro tappe:
1)
non rimanere pigramente fermi nell’oscuramento mentale che ci rende
incoscienti nell’ignoranza;
2)
non lascarci ingannare dai pensieri concettuali che costantemente ci
inducono a illuderci di essere dei sapienti;
3)
imparare a zittire la mente che si consuma nelle infinite e inutili
chiacchiere mentali infatti non smettiamo un momento di parlare con
noi stessi;
4)
osservare consapevolmente l’ego, il nostro padrone pericoloso,
riconoscendolo per quello che è, e aprire invece la mente e il cuore
al divino che c’è in ogni essere, sentire questo amore che va ben
oltre la meschinità individuale.
Questi
quattro elementi sono requisiti basilari per la pratica del Bakhti
tramite il karma yoga, e non è riferita solo al lavoro manuale, ma
comprende ogni pratica fisica, mentale, verbale, realizzando così la
possibilità di superare e non produrre più altro karma negativo,
positivo o neutro. Questo è il Bakhti yoga che ci libera e apre il
cuore all’amore incondizionato e trasforma ogni azione in karma
yoga sino da farci giungere alla fine al samādhi, la profonda
meditazione in cui siamo in uno stato molto sottile di sonno
cosciente, risvegliato.
Il
passaggio dalla vita alla morte dell’essenza vitale è entrare nel
samādhi, è il processo di assorbimento della coscienza dal livello
grossolano a quello sottile. Una morte incosciente è soltanto un
evento fisico, mentre una morte cosciente diventa samādhi in cui
consapevolmente lasciamo il corpo, liberi dall’ego, dall’ignoranza,
dalla conoscenza concettuale e dai condizionamenti mentali. Solo
questa profonda pura consapevolezza è la chiave che permette il
passaggio dal livello grossolano a quello sottile e ci protegge dagli
l’attacchi di questi quattro ostacoli interrompendo la produzione
di pesante karma.
Un
altro tema molto importante, oggetto di studio in questo seminario, è
il Mantra, che non è solo recitazione ripetitiva di preghiere ma
anche meditazione, ogni movimento cosciente può essere mantra.
Mantra
è ciò che libera la mente e nel buddhismo tibetano questa è la
pratica del Mantrayāna che è un approccio diretto per liberare la
mente, rigidamente schiava del mondo materiale, dai condizionamenti
del samsāra.
La
pratica del mantra induce quella calma mentale che ci permette di
percepire tutta la realtà nella natura di Brahman, nel cristianesimo
dello Spirito santo. In questo modo possiamo uscire dall’inganno
dell’apparenza ordinaria e mondana e vedere la vera natura della
realtà nella sua purezza priva di ogni impurità e difetto e in
questa visione siamo benedetti nella beatitudine.
Il
primo passo nel Mantrayāna è la pratica di protezione, cioè di
trasformazione della percezione ordinaria in percezione pura anche se
certamente non è facile avere questa visione e richiede la vigilanza
e consapevolezza costante che riconosce l’interconnessione
inscindibile di tutta la realtà, noi compresi, per cui decade ogni
dualismo, ogni individualismo, vediamo che siamo realmente parte del
tutto.
Noi
viviamo nell’epoca del kāliyuga, (la feccia dei tempi degenerati)
in cui il karma si costruisce in modo sempre più pesante e l’unica
possibilità di liberarci dall’oppressione che ci fa percepire
esclusivamente tutti gli errori e il male del mondo è purificare e
liberare la mente in modo da trasformare la nostra percezione in
visione chiara della vera essenza immensa della realtà nella sua
assoluta purezza, liberata da ogni illusione e inganno.
Nell’imperfezione
del particolare con cui ci scontriamo quotidianamente possiamo
giungere a vedere la perfezione nel tutto grazie alla trasformazione
della mente-cuore nell’amore puro, nell’attitudine disinteressata
compiendo ogni azione per il bene degli altri e mai per un interesse
personale. Ogni difficoltà nella via di mezzo dell’amore
disinteressato è superata.
Importante
nel nostro cammino non sono le risposte che sempre cerchiamo
affannosamente, ma il porsi costantemente le giuste domande, questo
significa realizzare la volontà del Guru, non dipendere pigramente
dalle indicazione esteriori, prefabbricate, come invece sempre,
sbagliando, vorremmo. Bakhti è appunto la ricerca autentica nella
comprensione di ciò che è la volontà del Guru.
La
volontà del Guru è importante, noi non la conosciamo, sappiamo che
la grandezza degli esseri spirituali è nell’abbandono di ogni
sovrastruttura e ostacolo mentale, di ogni conoscenza, scienza,
dispersione mentale e orgoglio, dunque per noi è fondamentale
comprendere che noi stessi non abbiamo altra possibilità per
giungere alla pace della visione pura che abbandonare conoscenza,
scienza, mente e orgoglio, perché nel momento in cui lasciamo il
corpo i primi elementi si dissolvono come semi nella mente sottile,
mentre l’ininterrotta chiacchiera mentale si dissolve nella
coscienza e infine l’orgoglio, il vero ostacolo ad ogni qualità, è
definitivamente eliminato.
Nell’abbandono
di questi quattro fattori si manifesta la saggezza del terzo occhio,
la visione divina e il nostro compito non è tanto quello di
abbandonare istantaneamente questi elementi, ma di interromperne
l’influenza che crea karma restando, anche se per pochi istanti, in
questa purezza interiore, ecco perché è fondamentale la pratica di
bakhti, dello yoga della meditazione, di samādhi che ci fa entrare
nella profondità della coscienza sottile in cui è impossibile anche
la minima manifestazione di orgoglio, di ego, è la via naturale del
mantra, che libera da ogni impurità.
Bakhti
è un termine sanscrito tradotto in italiano con “pratica
devozionale” manifestazione della fede, e la fede è esclusivamente
personale, nessuno ce la può dare dall’esterno, sia che si parli
di fede in senso strettamente religioso che, altrettanto, di fede in
se stessi, nel proprio valore umano di amore, pazienza, perdono,
tolleranza, compassione, generosità, moralità, concentrazione,
entusiastica, saggezza.
Tutte
queste qualità nel nostro cuore sono innate, ma il problema è che
non sappiamo riconoscerle perché siamo esclusivamente occupati nelle
forti emozioni di attaccamento, rabbia, gelosia, odio, orgoglio, ego
sconfinato, distrazioni mentali…e quindi perdiamo ogni fiducia in
noi stessi, dimentichiamo le nostre qualità innate e ci lasciamo
sopraffare dalla paura. Soltanto tramite questa pratica di
purificazione, di samādhi, possiamo naturalmente superare tutti gli
ostacoli e scoprire in noi la natura divina, le qualità innate in
noi.
(segue
breve meditazione)
Lama: Allora,
come vi sentite? Siete riusciti a connettervi con la vostra
mente-cuore?
È
comunque un buon esercizio perché soltanto quando si riesce ad
addentrarsi nella profondità della propria mente se ne possono
vedere con chiarezza le qualità, perché con la meditazione noi
entriamo concretamente nell’anatomia spirituale, sottile, che è
assai più potente di quella fisica. Il Bakhti yoga è la
concentrazione che permette la connessione con mente-cuore e in
questo modo si riesce a far emergere limpidamente l’essenza umana,
l’amore, e non c’è nulla che conti più di questo, tutto dipende
dalla compassione, dall’amore.
La
consapevolezza nella meditazione è la forza del cammino spirituale.
Grazie
a tutti per la partecipazione a questo incontro.