Come integrare il Dharma nella propria vita
Geshe Gedun Tharchin
"L'essenza degli insegnamenti quintessenziali consiste nell'applicare le cinque forze." I sette punti trnasformazione della mente.
LE CINQUE FORZE
Gli antichi praticanti Kadampa, (la scuola basilare e più mistica del buddhismo tibetano, fondata sull'estrema semplicità e linearità dell'essere) furono all'avanguardia nell'approccio diretto alla pratica essenziale del Dharma nell'antico Tibet, guidati dallo stimato Maestro Atisha. Il loro allenamento quotidiano primario consisteva nel coltivare il cuore della Bodhicitta attraverso una pratica dedicata e, in seguito, il loro metodo di pratica del Dharma e di meditazione, noto come Lo-Jong, o Addestramento della Mente, divenne il fondamento di tutte le scuole buddhiste in Tibet.
Queste pratiche sono radicate negli insegnamenti del Prajnaparamita sutra, del Bodhisattvacharyavatara shastra e del Ratnavali shastra e della lettera del Nagarjuna. L'obiettivo fondamentale del Lo-Jong è la cura e sviluppo del cuore di Bodhicitta, oltre a una grande compassione e alla comprensione della vacuità.
La pratica del Lo Jong è delineata nei Sette Punti dell'Addestramento Mentale e nel quarto punto si tratta nello specifico il modo in cui questa pratica dovrebbe essere incorporata nella propria vita.
Le cinque forze o punti di forza, talvolta tradotte come “poteri”, sono:
1. Intenzione
2. Azioni virtuose
3. Ripudio
4. Preghiera
5. Familiarizzazione
L'istruzione fondamentale è quella di utilizzare i cinque poteri, che racchiudono l'essenza della pratica e possono essere applicati in modo coerente durante la giornata.
Nel Lo-Jong si sottolinea l'importanza di praticare questi cinque poteri, che sono istruzioni concentrate nel cuore e ci forniscono gli strumenti essenziali per crescere sul sentiero del servizio e dell'illuminazione.
Questi poteri sono intrinseci a noi e provengono dal cuore; non sono esterni o estranei, ma già presenti nel nostro cuore e dobbiamo semplicemente riconoscerli e attivarli.
POTERE DELL'INTENZIONE
Il primo dei cinque poteri sorge dalla motivazione e si sviluppa con determinazione e forza di Volontà e queste tre qualità sono guidate dalla nostra Intenzione o obiettivo di vita e dalla realizzazione del senso della vita nell'azione semplice e naturale della quotidianità.
La determinazione implica consapevolezza e autocoscienza e nella sua pratica conosciamo profondamente noi stessi, vediamo con chiarezza la ricchezza dei nostri valori e la ineluttabile necessità interiore nel volerli realizzare nella nostra vita. Questa determinazione è caratterizzata da una profonda aspirazione, in cui i nostri desideri più profondi diventano la forza trainante delle nostre azioni.
Il nostro desiderio di compassione ci spinge a impegnarci per ottenerla e la nostra aspirazione a vivere al servizio del mondo ci obbliga a darle la priorità ogni giorno, ma senza lasciarsi dominare dal solo impulso, la determinazione permette ai nostri valori di guidare le nostre intenzioni quotidiane.
Quando lasciamo che sia il nostro cuore a guidarci, ci impegniamo a perseverare malgrado qualsiasi ostacolo si possa incontrare.
La vera forza della determinazione risiede nell'impegno incrollabile alla diligenza, che determina il ruolo dei Bodhisattva. La nostra pratica non è solo per il nostro beneficio, ma piuttosto per contribuire a un bene più grande. Questo è il fondamentale imperativo categorico da non scordare mai, soprattutto è necessario tenerlo a mente quando la motivazione è bassa, poiché è ciò che ci permette di risvegliare la nostra bontà intrinseca che ci induce ad aiutare noi stessi e gli altri, a essere più pienamente vivi.
La motivazione è il fondamento degli altri quattro poteri, il primo dei quali è il potere dell'intenzione. E' fondamentale predisporre la mente affinché al risveglio mattutino si stabilisca immediatamente l'intenzione da attuare nella giornata e che consiste nel coltivare la bodhicitta rafforzando la propria determinazione.
Il primo obiettivo dunque dovrebbe essere quello di predisporsi completamente alla benevolenza e di astenersi dalla rabbia. I maestri Kadampa, tanto semplici quanto profondamente saggi, utilizzavano una tecnica particolarmente efficace per stabilire le loro intenzioni che venivano incise sulle pareti delle loro grotte in cui meditavano ininterrottamente e vivevano. Ad esempio alcune incisioni erano: "Non lasciare che la tua mente vaghi", "Non arrabbiarti" e "Sviluppa la bodhicitta".
La nostra pratica è finalizzata all'autotrasformazione che deve essere per noi un irrinunciabile obiettivo basilare. Questo impegno deve essere riportato sempre alla mente soprattutto quando la motivazione è bassa. Lo scopo è risvegliare la nostra bontà intrinseca, con l'intento di migliorare la nostra vita e quella degli altri. Possediamo l'energia per intraprendere questo viaggio, dobbiamo solo riconoscere il significato nel percorso stesso.
Nella pratica quotidiana, questo può essere fatto prendendo
rifugio nei tre gioielli, (Buddha Dharma e Sanga) generando il cuore
Bodhicitta e coltivando i quattro pensieri incommensurabili (equanimità,
compassione, amore e gioia).
Inoltre, è importante avere sempre una visione limpida e la sincera volontà di realizzare i Tre Aspetti Principali del Sentiero
(Rinuncia, Bodhicitta e Vacuità) e assimilare questo consapevole
atteggiamento nell'attitudine mentale costante e tramite la pratica
della Triplice Pratica Quotidiana come motivazione ininterrotta.
POTERE DEL SEME BIANCO
Il secondo è il potere del Seme Bianco, che indica la positività e ciò sottintende che ogni giorno cerchiamo di accumulare meriti o
più potere positivo, o potenziale karmico bianco, e la volontà di
purificarci dal potenziale negativo. È imperativo accrescere il potere
positivo e ridurre il potenziale negativo.
Il
potere del Seme della Virtù funge da catalizzatore per l'introspezione
sulla nostra natura intrinseca. Si ritiene che ogni individuo possieda
già nella propria essenza la natura di Buddha e ciò significa che è possibile per tutti realizzare lo stato di risveglio e la bontà radicale.
Nella
vita quotidiana, si possono utilizzare vari metodi per concentrarsi
sulla meditazione e sviluppare la positività di ogni azione, si possono
meditare sulle pratica dei sette rami, le sei perfezioni (Generosità, Etica o moralità, Pazienza, Perseveranza entusiastica, Concentrazione, Saggezza) e l'Offerta del Mandala, elementi fondamentali per coltivare la ricchezza spirituale virtuosa.
POTERE DEL RIFIUTO
Il rifiuto è riferito a quanto di negativo ostacola il nostro sviluppo e si basa sulla necessità di essere estremamente lucidi e onesti con noi stessi, sapendo sempre riconoscere le proprie debolezze, difetti, mancanze ed errori in modo da poter attuare un buon lavoro di correzione degli stessi.
Istintivamente imputiamo sempre le colpe di ogni negatività agli altri, ma il realtà dovremmo invece imparare ad assumerci la responsabilità dei nostri errori, nessuno ne è immune, dobbiamo dunque prima di tutto riconoscere e affrontare consapevolmente e con assoluta onestà i nostri limiti e proprio per questo nella pratica del Dharma troviamo la chiave per avere una visione realistica di noi stessi, per essere più autentici e genuini, e con attitudine positiva predisporci ad un interiore lavoro lungo e radicale.
Questa terza forza implica l'eliminazione immediata delle attitudini negative, ad iniziare da rifiuto del nostro istintivo egoismo, rendendolo in questo modo sempre più debole. Osservando senza veli e false giustificazioni gli svantaggi dell'egoismo, diventiamo più capaci di abbandonarlo.
È importante riconoscere la complessità di queste pratiche, che non possono ancora essere applicate da chi non ha un'adeguata preparazione e allenamento, ma sono autentiche e potenti pratiche di Bodhisattva che richiedono adeguata preparazione e applicazione.
È fondamentale adottare una mentalità di riconoscimento ed eliminazione senza indugio delle proprie negatività, perché senza questa consapevole azione di base è impossibile procedere correttamente nel cammino.
La pratica quotidiana include quindi naturalmente la pratica dei sette rami,
nella concentrazione delle sei perfezioni e con l'aggiunta della
pratica specifica di Vajrasattva e del sūtra del Mahāyāna "I nobili tre
cumuli" e anche della meditazione sulla Vacuità con il Sutra del Cuore e il Mantra essenziale.
POTERE DELLA PREGHIERA
Il quarto potere è quello della preghiera, uno stato mentale che dovrebbe essere presente ininterrottamente, ma che, nello specifico, si pratica sia al termine delle sessioni di meditazione che alla fine della giornata con questa intenzione: “Possa io non essere mai separato dai due Bodhicitta” (convenzionale e assoluto).
L'aspirazione è un vero e proprio impegno sul sentiero e il voto di Bodhisattva ed è il motore che rende viva e proficua la più autentica e sincera speranza di essere di beneficio a tutti gli esseri accompagnandoli nel cammino di salvezza. Il potere dell'impegno sul sentiero è una fonte costante di ispirazione e incoraggiamento. Facciamo voto di servire gli altri, di entrare in empatia con loro e di prenderci cura di loro con tutte le nostre forze.
Per esempio, Kadam Ghesce Ben Gungyal possedeva una collezione di pietre bianche e nere. Alla fine di ogni giornata analizzava se stesso e metteva da parte una pietra bianca per ogni pensiero o azione positiva e una pietra nera per ogni pensiero o azione negativa. A conclusione di questa autocoscienza, contava i mucchietti di pietre per prendere consapevolezza dei progressi e delle cadute. Se le pietre bianche superavano quelle nere, si congratulava con se stesso, ma senza falsi compiacimenti, al contrario, se le pietre nere predominavano, analizzava gli errori commessi proponendosi immediatamente di correggere e migliorare il proprio impegno e con umiltà e si poneva in preghiera al fine di attivare i buoni propositi.
È essenziale porre l'accento sulla realizzazione e crescita dell'attitudine di Bodhichitta, invece di preoccuparsi per aspirazioni egoistiche o personali. Bodhichitta significa l'impegno a intraprendere il sentiero che ci conduce a formulare un autentico voto per impegnarci a liberare tutti gli esseri. Pur riconoscendo i limiti dell'individuo, il voto serve come fonte di motivazione, incoraggiandoci a sforzarci di migliorare noi stessi. Giurare di servire gli altri ed entrare in empatia prendendosi cura di loro è un impegno che rafforza la nostra determinazione.
Nel
contesto della pratica quotidiana la realizzazione di questo impegno
può essere favorita dalla recitazione e contemplazione di varie
preghiere, tra cui il Re delle preghiere "Aspirazione alle buone azioni" di Samantabhadra, e il decimo
capitolo del Bodhicaryavatara, la Preghiera Lamrim e gli Otto Versi dell'Addestramento della Mente di Kadampa Geshe Langri Tangpa per citarne alcuni, ma ciò che è davvero essenziale è la vigile, ininterrotta attitudine mentale.
POTERE DELLA FAMILIARIZZAZIONE
Il quinto potere è la familiarizzazione, che consiste nel creare buone abitudini e familiarità con le pratiche del Dharma. Possiamo allenare la nostra consapevolezza e la nostra vigilanza in situazioni ripetute finché non diventano una seconda natura. Lo stesso approccio lo adottiamo quando ci alleniamo alla compassione compiendo buone azioni ed essendo gentili con gli altri, fino a quando non diventa una condizione naturale di vita così radicata da essere parte integrante di noi. La familiarità e l'abitudine consistono nel rendere queste pratiche una parte normale della nostra vita.
La familiarità consiste nel ripetere le pratiche di meditazione e contemplazione dei pensieri salutari e di rifiuto dei pensieri non salutari su base quotidiana e in modo costante durante il giorno e la notte, con consapevolezza e attenzione, fino a quando questi pensieri o atteggiamenti diventano in qualche modo una parte naturale e simultanea della vita e delle attività quotidiane.
Nella pratica quotidiana, meditare quotidianamente o costantemente su Lamrim breve e Lo-Jong può aiutare a rendere questi pensieri e azioni positivi familiari e infine parte essenziale della nostra vita.
DEDICA
Questa è una breve presentazione di come praticare la Consapevolezza quotidiana per condurre una vita armoniosa in un mondo agitato e rumoroso. Che possa essere di beneficio a molti esseri in cerca di pace interiore e felicità.
"In breve, qualsiasi apparenza si presenti, buona o cattiva,
chiedo la vostra benedizione per trasformarle in un percorso di incremento dei due bodhichta,
attraverso la pratica dei cinque poteri, la quintessenza di tutto il Dharma,
e quindi alla meditazione della pura mente gioiosa".
Mahamudra - L'unione di beatitudine e vacuità
chiedo la vostra benedizione per trasformarle in un percorso di incremento dei due bodhichta,
attraverso la pratica dei cinque poteri, la quintessenza di tutto il Dharma,
e quindi alla meditazione della pura mente gioiosa".
Mahamudra - L'unione di beatitudine e vacuità
Roma, 31 gennaio 2025