Istruzioni
e pratica della visualizzazione tantrica
Lama
Geshe Gedun Tharchin
26,27,28
gennaio 2018
Cagliari
***
INDICE
Motivazione
e Dedica dei meriti
Visualizzazione
della Vacuità
Pura
visione del presente
Visualizzazione
nello Spazio -Tempo
Consapevolezza
Realizzazioni:
Rinuncia - Bodhicitta - Saggezza
****
Motivazione
e Dedica dei meriti
Abbiamo
la fortuna di poter condividere in questi tre giorni il Dharma
entrando sempre più in profondità nella pratica che è
significativa e fondata su due aspetti fondamentali, l’inizio e la
fine, all’inizio si deve avere la giusta motivazione e alla fine la
consapevole dedica dei meriti acquisiti a beneficio degli altri.
Quindi
iniziando il nostro ritiro è importante avere la giusta motivazione
in quanto la sua qualità determinerà la via che seguiremo, se è
buona, radicata, consapevole, il cammino darà molti frutti, se è
distratta, superficiale, non porterà nessun beneficio e se è errata
porterà a risultati non positivi.
La
più grande motivazione, intenzione o aspirazione nella pratica di
Dharma è la Bodhicitta e non solo nel suo aspetto di amore e
compassione, ma anche di saggezza, due facce complementari della
stessa medaglia.
Tutte
le religioni si fondano su amore e compassione nella condivisione di
tutta la sofferenza del mondo e in questa attitudine è altrettanto
importante saper gioire delle gioie del mondo, della felicità, in
totale equanimità.
E
proprio su questa equanime condivisione di ogni sofferenza e gioia
del mondo imposteremo la pratica di meditazione di questi tre giorni,
con l’aspirazione a realizzare il grande cuore, la grande anima, la
grande umanità della Bodhicitta.
Meditiamo
dunque qualche momento con l’intenzione di applicarci a sviluppare
il cuore di Bodhicitta e per farlo correttamente, come abbiamo già
visto nel precedente incontro, dobbiamo prima di tutto accingerci ad
attuare le pratiche preparatorie: innanzitutto è necessario pulire e
armonizzare la stanza in cui ci si predispone alla meditazione,
un’azione fisica particolarmente significativa che simboleggia
l’omaggio e la presa di rifugio nei tre gioielli, cioè
l’accoglienza consapevole della realtà universale che tutto
pervade e che, come Dio, è ovunque.
Prendere
rifugio in Buddha Dharma e Sangha è la stessa realtà di prendere
rifugio nel Cristo, nella sua via.
Il
secondo passo è la presentazione delle offerte che è l’attitudine
mentale a offrire tutto incondizionatamente, l’apertura totale del
cuore alla dimensione universale.
Il
terzo passo è il mantenimento delle sette posture corrette, senza
tensioni del corpo, essere rilassati e comodi in modo da lasciar
scorrere naturalmente con il respiro l’energia purificatrice in
ogni cellula del nostro corpo trasformandoci con consapevolezza in
natura di luce.
(segue
meditazione guidata )
Prendere
rifugio nei tre Gioielli, generare la Bodhicitta e la pratica dei
quattro pensieri incommensurabili sono passaggi fondamentali che
devono essere integrati nel nostro cuore-mente. Ripetiamo dunque per
tre volte le preghiere relative a questi aspetti.
(segue
lettura)
La
realizzazione di queste pratiche nella verità profonda della nostra
natura ci purifica e trasforma realmente questo stesso corpo in
essenza di luce poiché lo libera dall’inutilità delle
preoccupazioni mondane.
Ogni
gesto è essenziale, imprime significato alla pratica. Noi respiriamo
sempre e comunque, ma farlo con consapevole profondità, lentamente
nell’osservazione della perfezione di quest’azione che è vita
porta a risultati ben diversi e ci trasforma in una totale luminosa
purificazione, questa è la Bodhicitta che rende la nostra mente
flessibile, leggera come il vento che penetra ovunque, mai irrigidita
e statica.
La
mente di Bodhicitta è la natura di libertà, è vento nella gioia,
nella felicità, ci solleva in una danza armonica che disperde nel
suo soffio tutte le emozioni negative di rabbia, gelosia,
attaccamento, che noi percepiamo concretamente pesanti come il ferro,
mentre in realtà sono solo evanescenti e possono essere trasformate
nella natura di flessibilità della mente.
Comprendere
questo significa acquisire benefici infiniti.
Visualizzazione
nella Vacuità
Iniziamo
questa seconda sessione con la lettura del Sūtra del Cuore che è la
meditazione sulla vacuità, la bellezza infinita, la visione nella
verità ultima:
Il
Cuore della Perfezione della Saggezza
Il
titolo sanscrito è
: Bhagavati Prajna Paramita Hrdaya
La
traduzione italiana di questo testo, con le note, è stata redatta
dall’ Istituto Lam Rim di Roma dal testo originale in tibetano e
con l’ausilio delle traduzioni inglesi
Così
una volta udii:
Il
Bhagavan dimorava a Rajagrha, presso il Picco dell’Avvoltoio, con
un gran numero di Arhat e un gran numero di Bodhisattva e a quel
tempo il Bhagavan era entrato nell’assorbimento meditativo sulla
varietà dei fenomeni chiamato “percezione profonda”. In quello
stesso tempo, l’arya Avalokiteśvara, il Bodhisattva mahasattva,
era assorto nella stessa pratica della profonda perfezione della
saggezza e vide che anche i cinque aggregati sono vuoti di natura
intrinseca.
Quindi,
tramite l’ispirazione del Buddha, il venerabile bikshu Śāripūtra
si rivolse all’arya Avalokitesvara, il Bodhisattva mahasattva e gli
disse: “come deve addestrarsi un figlio o figlia del lignaggio dei
Bodhisattva, che desideri impegnarsi nella pratica della profonda
perfezione della saggezza?”
Quando
fu detto questo, l’arya Avalokiteśvara, il Bodhisattva mahasattva,
rispose al venerabile bikshu Śāripūtra e disse: “Śāripūtra,
ogni figlio o figlia del lignaggio dei Bodhisattva, che desideri
impegnarsi nella pratica della profonda perfezione della saggezza,
dovrebbe vedere chiaramente nel seguente modo: dovrebbe vedere
distintamente che anche i cinque aggregati sono vuoti di natura
intrinseca”.
“La
forma è vuota, la vacuità è forma; la vacuità non è altro che
forma, la forma non è altro che vacuità. Allo stesso modo sono
vuote le sensazioni, le percezioni, le formazioni mentali e la
coscienza. Quindi, Śāripūtra, tutti i fenomeni sono vacuità; essi
sono privi di caratteristiche peculiari; non sono nati, non cessano;
non sono contaminati, non sono incontaminati; non sono incompleti e
non sono completi.”
“Quindi,
Śāripūtra, nella vacuità non c’è forma, né sensazioni, né
percezioni, né formazioni mentali, né coscienza. Non c’è occhio,
né orecchio, né naso, né lingua, né corpo, né mente. Non c’è
forma, né suono, né odore, né gusto, né oggetti concreti, né
oggetti mentali. Non c’è nessun elemento visivo, così fino a
nessun elemento mentale fino a includere nessun elemento della
coscienza mentale. Non c’è ignoranza, non c’è estinzione
dell’ignoranza, e così fino a nessun invecchiamento e morte, e
nessuna estinzione dell’invecchiamento e della morte. Allo stesso
modo, non c’è sofferenza, origine, cessazione o sentiero; non c’è
saggezza, né ottenimento e neppure mancanza di ottenimento.”
“Quindi,
Śāripūtra, poiché i Bodhisattva non hanno ottenimenti, si basano
e dimorano nella perfezione della saggezza. Non avendo oscuramenti
nelle loro menti, essi non hanno paura, ed essendo andati totalmente
oltre l’errore, essi raggiungono la meta finale: il nirvana. Tutti
i Buddha che dimorano nei tre tempi hanno ottenuto il pieno risveglio
dell’insuperabile, perfetta illuminazione, basandosi su questa
profonda perfezione della saggezza”.
“Quindi,
si dovrebbe sapere che il mantra della perfezione della saggezza –
il mantra della grande conoscenza, il mantra supremo, il mantra
uguale a ciò che non ha uguale, il mantra che fa tacere tutte le
sofferenze – è vero perché non è ingannevole. Si proclama il
mantra della perfezione della saggezza:
TADYATHA
GATE’ GATE’ PARAGATE’ PARASAMGATE’ BODHI SVAHA
Śāripūtra,
così i Bodhisattva mahasattva dovrebbero addestrarsi alla profonda
perfezione della saggezza”.
Quindi,
il Bhagavan si svegliò dal suo assorbimento meditativo e lodò
l’arya Avalokitesvara, il Bodhisattva mahasattva, dicendo che era
eccellente.
“Eccellente!
Eccellente! Figlio del lignaggio dei Bodhisattva, è proprio così;
dovrebbe essere così. Bisogna praticare la profonda perfezione della
saggezza proprio così come hai rivelato. Perciò anche i Tathagata
se ne rallegreranno”.
Come
il Bhagavan pronunciò queste parole, il venerabile bikshu Śāripūtra,
l’arya Avalokiteśvara, il Bodhisattva mahasattva, insieme
all’intera assemblea, inclusi i mondi degli dei, degli umani, degli
asura e dei gandharva, tutti gioirono e lodarono ciò che il Bhagavan
aveva detto.
***
La
grandezza di questo sūtra ci mostra con estrema chiarezza la vanità
delle illusioni eppure noi con grande superficialità preferiamo
ignorare questa visione e sprechiamo tutte le nostre energie volendo
combattere e sconfiggere il samsāra, sogniamo di raggiungere
istantaneamente il nirvāna, ma il sūtra del cuore pone in
inconfondibile evidenza la sciocchezza di queste battaglie,
l’inutilità di tanta fatica per raggiungere velocemente
l’illuminazione, il nirvāna. Tutte questi sforzi sono vanità
delle illusioni, inganno, poiché tutto è vacuità.
Meditare
il sūtra del cuore significa sperimentare un istante di nirvāna, di
pura libertà liberi nello spazio in cui non esiste sofferenza e
senza alcun bisogno di combatterla né distruggerla.
Tutte
le fantasie illusorie a cui ci aggrappiamo, il desiderio di
un’illuminazione veloce, magicamente realizzabile, sono soltanto
superficiali apparenze gratificanti e infantili, ma fuorvianti e
completamente prive di contenuto.
Il
sūtra del cuore afferma con grande chiarezza che soltanto nella
vacuità si realizza la crescita umana, tutto il resto è inganno
fuorviante.
So
che questo è molto crudo, difficilmente accettabile, ma è una
necessaria scossa atta a risvegliare la coscienza, la consapevolezza
che deve essere indirizzata verso la giusta domanda che non ha
risposta, la risposta è la domanda stessa. Il nostro compito di
questi giorni è comprendere profondamente il significato e la
bellezza del sūtra del cuore.
Pura
visione del presente
E’
davvero importante il lavoro che stiamo facendo nella conoscenza del
Buddha Dharma, nella ricerca del valore spirituale che non ha alcuna
contraddizione con altre culture, tradizioni, religioni, scienza.
Tutto è integrato e intercorrelato.
Il
Buddha Dharma in occidente è valido e arricchente soltanto se non
perde o rinnega nessun valore radice dell’occidente e ciò comporta
un lavoro profondo, intelligente, aperto. Ogni cultura ha le proprie
radici e tradizioni che devono essere mantenute e sviluppate con
grande rispetto e devozione.
La
pratica del Dharma realizza la trasformazione della propria mente in
modo sottile, naturale, senza forzature di nessun tipo. Fissarci con
ferrea disciplina nella volontà ottusa di poter trasformare ad ogni
costo la mente immaginando tale ottenimento come evento miracoloso è
solo un inutile spreco di energie poiché il tempo così impiegato è
illusione e fantasia insensata.
Al
contrario la saggezza consiste nel procedere lentamente, passo dopo
passo così da non cadere in alcun burrone, osservando e costruendo
con consapevolezza ogni atto del presente, questa è conoscenza vera.
Noi
invece, nella nostra mente infantile, immatura, ci perdiamo nel voler
essere diversi, migliori, subito santi, illuminati, ci crogioliamo
nell’illusione proiettata esclusivamente nel futuro di tali
realizzazioni e al contempo siamo frustrati e ci sentiamo in colpa
per non essere capaci di ottenere in un stante magico questa
trasformazione miracolosa, e così non solo non viviamo affatto il
presente, ma sprechiamo tutte le reali opportunità di crescita e
conoscenza nella consapevole saggezza.
La
consapevolezza di ogni minimo pensiero, parola e azione collegati con
sapienza e volontà sono Dharma, ricchezza infinita, che si sviluppa
automaticamente in quanto esiste già a livello inconscio. Per questo
la fondamentale meditazione che dobbiamo praticare ininterrottamente
è la meditazione di consapevolezza, la meditazione di Buddha.
Soltanto
in questa consapevolezza costante della realtà del presente avviene
la reale trasformazione, purificazione, della mente.
Con
la conoscenza consapevole noi possiamo avere la visione corretta di
ogni evento, mentre se siamo intrappolati in una visualizzazione
errata affondiamo sempre più nello stagno delle illusioni.
La
pratica della visualizzazione deve fondare sulla volontà consapevole
e saggia della conoscenza, questa è parte integrale del Dharma che
trasforma la mente.
Nella
pratica del Dharma è fondamentale trasformare la propria mente
tramite la meditazione con la motivazione consapevole di Bodhicitta,
compassione e saggezza. Questa è la via dell’illuminazione, della
buddhità.
E’
importante essere pienamente presenti, realizzare la consapevolezza
nel tempo e nello spazio.
La
consapevolezza del principio del tempo realizza la grande saggezza
della pazienza, aspetto fondamentale della mente trasformata nel
Dharma.
La
pesantezza della vita che spesso ci opprime in modo insopportabile è
data dalla nostra impazienza, dall’incapacità di comprendere la
realtà del tempo. Noi costruiamo tutti i nostri progetti su una
visione convenzionale che circoscrive e limitata il tempo che invece
nella realtà è illimitato, infinito.
Noi
delimitiamo, misuriamo ogni cosa, ogni evento in un’ erronea
visione che colloca tutto entro un tempo e uno spazio matematicamente
definiti, ma in questo modo non facciamo altro che accumulare sacchi
e sacchi di immondizia maleodorante che produce grande angoscia
distruttiva.
Invece
è necessario mantenere una ininterrotta vigile attenzione e
realizzare l’infinita unicità di questo stesso istante di tempo,
solo così è possibile comprendere la parola del Buddha, diventare
davvero i padroni della propria vita, realizzare pienamente se
stessi.
Comprendere
il principio infinito del tempo significa vivere con intensità ogni
istante della propria esperienza, divenire unità nella pratica di
Dharma, senza limiti e confini sia di tempo che di spazio con
infinita saggezza, compassione e consapevolezza.
Meditando
la profonda verità del principio dello spazio e del tempo otterremo
il naturale decadimento di tutte le pratiche illusorie, le visioni
fantastiche ed errate della realtà. Meditare è essenziale.
I
vari passaggi indicati nelle pratiche preparatorie che possono
apparire all’osservatore inconsapevole come espressioni un po’
prive di senso, sono invece in ogni minimo gesto fondamentali, mai
fini a se stesse. Quando si ribadisce l’importanza di purificare
l’ambiente si vuole sottolineare l’importanza di purificare con
questi stessi gesti concreti la propria mente, così come la
visualizzazione diviene reale presenza che trasforma. Questo è il
significato profondo a livello spirituale della pratica, altrimenti i
singoli atti sarebbero solo coreografia.
Quando
si parla di terzo occhio, della coscienza profonda si intende questa
consapevole trasformazione della visione comune in visione superiore,
questa è la pratica della pura visione.
Visualizzazione
nello Spazio -Tempo
Prima
di praticare il Dharma è necessario accingersi ad apprendere con
impegno costante e paziente il suo profondo significato e quale
inevitabile impatto avrà nella nostra coscienza, cambierà la nostra
visione e trasformerà la stessa esperienza di vita e non dobbiamo
mai scordare che l’esperienza è il primo fondamentale maestro che
permette tale conoscenza.
Durante
il percorso dell’esistenza si giunge a un punto in cui esperienza
del Dharma non può più essere solo un’opzione, ma diviene realtà
indispensabile da cui non si può prescindere, e ciò vale per tutti,
indipendentemente dal loro credo o tradizione.
Il
Dharma è un dono universale, innato, è il valore spirituale
condiviso da ogni essere senziente, non vi è alcuna separazione, ed
è imprescindibile al cammino di ognuno, è la necessaria pausa, il
nutrimento che ristora dalla stanchezza del samsāra e fa recuperare
le forze per procedere oltre.
Come
il corpo anche l’anima, lo spirito, necessitano di sostentamento.
Il Dharma è l’alimento che deve essere assunto nel modo, nel luogo
e nel momento giusti.
Il
samsāra è spesso pesante, il Dharma è luce e speranza che apre la
porta all’unica possibilità di liberazione da tali catene e la sua
espressione concreta è sempre l’amore.
Come
abbiamo già visto la pratica della visualizzazione opera una reale
trasformazione dello stato della mente, da negativo a positivo, dalla
visione impura a pura, dall’infelicità alla felicità,
dall’attitudine egoistica ad altruistica. Questo è il potere del
Dharma, un termine che io posso tradurre in italiano solo con Spirito
santo, un’energia universale che induce alla profonda conoscenza di
sé, in una visione completamente mutata, ampliata, illimitata, pura.
La
visione così purificata, annulla ogni negatività, non esistono più
limiti, inimicizie, giudizi, pulisce il karma liberandolo da ogni
concetto distorto, errato.
Per
realizzare la visione pura dobbiamo prima di tutto avere coscienza
del karma accumulato nel passato e fermarlo, non lasciarlo procedere
oltre nella reiterazione dei propri errori e delle ingannevoli
dimostrazioni di una realtà illusoria.
Il
karma negativo così bloccato permette un radicale cambiamento di
prospettiva e induce a vivere esperienze in cui è possibile
accumulare karma positivo o entrare in una nuova dimensione in cui
non c’è più karma.
Questa
visione pura è realizzabile nello spazio del Dharmadhātu della
realtà ultima dei fenomeni.
(segue
meditazione guidata sulla Pratica dei Sette rami, l’Offerta del
Mandala, la Presa di Rifugio e la generazione di Bodhicitta)
Alla
fine di questa meditazione in cui abbiamo offerto tutto, compresi noi
stessi, nello spazio infinito della realtà ultima dei fenomeni,
ritorniamo lentamente nella nostra sādhana e ripetiamo l’ultima
strofa di questa preghiera:
“Fino
a quando durerà lo spazio
e
fino a quando esisteranno gli esseri senzienti,
fino
a quel momento io resterò
per
disperdere le sofferenze degli esseri”
Questo
deve essere l’obiettivo della nostra esistenza, la promessa
consapevole di cuore e mente in qualsiasi circostanza sia gioiosa o
dolorosa, al di là della convenzione di tempo e spazio.
Domanda: Possiamo
comprendere come il tempo non esista a livello di verità ultima,
mentre sul piano convenzionale sia invece possibile sentirne tutto il
condizionamento, è così?
Intervento: In
questi ultimi anni molti di coloro che si sono accostati al buddhismo
si sono innamorati della fisica quantistica e tutti i fisici
quantistici si sono innamorati del buddhismo, ma io temo che né gli
uni né gli altri comprendano davvero il senso di questo
innamoramento e penso che il concetto di tempo e spazio trovino
espressione nell’universo così come concepito da Albert Einstein
che lo identificava appunto con spazio-tempo come due realtà
inscindibili in quanto tutto è energia.
Lama: La
conoscenza della realtà di tempo-spazio è molto importante per la
meditazione sulla visualizzazione.
La
meditazione sulla visualizzazione non può essere delimitata in alcun
modo, deve essere presente nell’infinito, che duri un minuto o
molte ore è esattamente la stessa realtà.
La
qualità della meditazione sulla visualizzazione si fonda sullo
spazio infinito, illimitato e flessibile della realtà ultima dei
fenomeni.
Nella
pratica odierna abbiamo realizzato una visione pura prima nella
purificazione del luogo, dell’ambiente, della terra, procedendo poi
alla presentazione delle offerte, del campo di meriti, di tutti gli
esseri senzienti, poi prendendo rifugio, e ricevendo il nettare come
simbolo di corpo, parola e mente di Buddha, Bodhisattva e Esseri
superiori, realizzando così in noi stessi e in tutti gli esseri
senzienti la trasformazione della mente da condizione ordinaria a
straordinaria, trasparente luminosa.
Per
questo la pratica dei sette Rami, non è una bella preghiera
soltanto, ma una reale importante complessa pratica nel libero spazio
di Dharmadhātu che nella profondità di noi stessi genera la
Bodhicitta, è parte integrante della pratica dell’addestramento
mentale, il Lo Jong.
Ognuno
è responsabile e unico testimone della propria pratica, non può
delegare a nessun altro questo compito, a nessun maestro esterno, né
tantomeno a presunti fatti miracolosi, reincarnazioni potenti, tutto
questo è solo parte del folclore che si è costruito nei secoli e
che tanto affascina. Le stesse prime reincarnazioni del Karmapa e del
Dalai Lama sono state riconosciute da loro stessi e da nessun altro
di esterno.
E’
fondamentale questa presa di coscienza nella pratica del Dharma, noi
non possiamo aspettare passivamente che tutto sia realizzato per noi
da altri, dobbiamo sempre agire in prima persona cercando unicamente
la profonda conoscenza di noi stessi, semplice e lineare in quanto
esseri umani normalissimi senza nulla di trascendentale.
Il
vero valore umano, il prezioso tesoro, è la realizzazione della
propria umanità in pace, tranquillità, serenità, amore,
compassione, Bodhicitta, essere nello spazio ultimo dei fenomeni, una
visualizzazione che libera da ogni karma nella pratica di Bodhicitta.
Il
significato del mantra della visualizzazione deve essere studiato
approfonditamente, perché ci porta a svuotare la mente dalle visioni
ordinarie e ci introduce nello spazio della realtà ultima di tutti i
fenomeni, di noi stessi, nella costruzione della visione superiore.
Oggi
leggiamo insieme sottovoce, ma con consapevole concentrazione, passo
dopo passo, la pratica della Bodhicitta che, unita alla
visualizzazione, è profonda e completa. Scendiamo fino alla radice
del nostro cuore, nella natura di Bodhicitta, il più grande Dharma.
VERSI
PER GENERARE LA BODHICITTA
Purificazione
del luogo
Possa
la superficie della terra, in ogni direzione, essere pura, senza
asperità e imperfezioni, soffice e liscia come il palmo della mano
di un bambino, naturalmente levigata come i lapislazzuli.
Offerta
Possano
le offerte materiali degli umani e dei deva, quelle effettivamente
preparate, quelle immaginate e le nuvole delle ineguagliabili offerte
di Kuntu Zangpo, pervadere la totalità dello spazio.
“Om
namo bhagavate, vajra sara pramardane tathāgataya, arhate samyak sam
buddhaya, tadyatha, om vajre vajre, maha vajre, maha tejra vajre,
maha vidya vajre, maha Bodhicitta vajre, maha bodhi mandopa
samkramana vajre, sarva karma varana visciodhana vajre soha”
Potere
della Verità
Per
il potere della verità dei tre gioielli del rifugio, per la grande
energia ispiratrice di tutti i Buddha e i Bodhisattva, per
l’imponente raccolta completa di merito e di saggezza, per il
potere della vacuità inconcepibile e pura, possano tutte queste
offerte rivelare la loro vera natura.
***
Pratica
in sette rami
“Oh
leoni fra gli uomini, Buddha passati, presenti e futuri, a quanti di
voi esistono nelle dieci direzioni, mi prostro con corpo, parola e
mente.
Sulle
onde della potenza di questa regina delle preghiere, per i metodi
supremi e sublimi con corpi numerosi come gli atomi del mondo, mi
prostro ai Buddha che pervadono lo spazio.
In
ogni atomo si trova Buddha numerosi come gli atomi del Universo,
che siede tra gli innumerevoli figli di
Buddha; con sguardo fiducioso mi rivolgo ai Vittoriosi che riempiono
l’intero Dharmadhātu.
A
coloro che hanno infiniti oceani di eccellenza, con un oceano di
prodigiosa parola canto lodi alla grandezza di tutti i Buddha: un
elogio a coloro che sono andati nella beatitudine.
Offro
loro ghirlande di fiori, parasoli decorati, musiche piacevoli e
profumi eccelsi; offro a tutti i Vittoriosi lampade al burro e sacro
incenso purissimo.
Cibo
eccellente, fragranze supreme e un cumulo di sostanze mistiche alto
come il monte Meru dispongo in un ordine speciale e offro a coloro
che hanno conquistato se stessi.
Elevo
tutte le offerte impareggiabili con ammirazione per coloro che sono
andati nella beatitudine con la forza della fede nei metodi sublimi,
mi prostro e faccio offerte ai Conquistatori.
Da
lungo tempo, sopraffatto da attaccamento, odio e ignoranza, con il
corpo, la parola e la mente ho compiuto innumerevoli azioni negative.
Ora le confesso tutte senza omissioni.
Nelle
perfezioni dei Buddha, Bodhisattva, Arhat, sul sentiero e nella
potenziale bontà di tutti gli esseri viventi, elevo il mio cuore e
gioisco.
Oh
luci dell’universo, Buddha che otteneste lo stato
dell’illuminazione incontaminato, a tutti voi rivolgo questa
richiesta: fate girare l’incomparabile “ruota del Dharma”.
Oh
maestri che volete mostrare il Parinirvāna, vi prego di restare con
noi e insegnare per tanti eoni quanti sono i granelli di polvere, per
portare gioia e virtù a tutti gli esseri.
Possa
qualunque merito accumulato tramite queste prostrazioni, offerte,
purificazioni, rallegrandomi e chiedendo ai Buddha di rimanere e
insegnare il Dharma, essere dedicato all’illuminazione suprema e
perfetta, affinché, al più presto, io liberi dalla sofferenza tutti
gli esseri.”
***
Offerta
del Mandala
Con
fede inamovibile nei miei guru, ydam e tre preziosi gioielli, offro
il prezioso mandala ingioiellato, altre purissime offerte, ricchezze,
tutte le virtù create da chiunque nel passato, nel presente e nel
futuro con il corpo, la parola e la mente.
Accettandole
con la vostra infinita compassione, mandatemi onde di energia
ispiratrice.
“Idam
guru ratna mandala kam niryata yami”
(invio
questo mandala ingioiellato a voi guru preziosi)
***
Recitiamo
dunque per tre volte la formula del rifugio in Buddha Dharma Sangha
in unione con tutti gli esseri senzienti e visualizziamo il campo di
meriti, la presentazione delle offerte.
PRESA
DI RIFUGIO
“Nel
Buddha, nel Dharma e nel Sangha
Prendo
rifugio fino a raggiungere l’Illuminazione
Per
i meriti acquisiti con la pratica della generosità e delle altre
perfezioni
Possa
io al più presto raggiungere l’illuminazione per il beneficio di
tutti gli esseri senzienti.”
Visualizziamo
tutti gli esseri superiori, i rappresentanti del campo di meriti nei
colori dell’arcobaleno e pronunciamo il mantra OM
HA HUM e
questa benedizione entra dalla sommità del nostro capo e trasforma
il nostro corpo nella natura pura di cristallo in forma di luce.
Cresce la consapevole saggezza e tutti gli ostacoli, i problemi, le
illusioni, la confusione si dissolvono rendendo liberi noi con gli
esseri senzienti, qui e ora, da tutte le sofferenze del samsāra.
Dopo
questa presa di rifugio in Buddha, Dharma, Sangha recitiamo per tre
volte i versi per generare la Bodhicitta attuale:
Generare
la Bodhicitta
Con
il desiderio di liberare tutti gli esseri,
Fino
al raggiungimento dell’essenza dell’illuminazione
Prenderò
sempre rifugio
Nel
Buddha, nel Dharma, nel Sangha.
Con
saggezza, amore e compassione
Mi
sforzerò di recare beneficio agli esseri senzienti.
Stando
davanti ai Buddha,
genero
la mente della completa illuminazione.
***
Ora
per esprimere la gioia del nostro cuore recitiamo e pratichiamo i
quatro versi incommensurabili:
Le
Quattro Meditazioni Illimitate
“Come
sarebbe meraviglioso se tutti gli esseri senzienti fossero equanimi,
senza attaccamento né ostilità, non vicini a qualcuno e distanti da
altri. Possano dimorare nell’equanimità. Io farò in modo che vi
dimorino. Vi prego, guru-divinità, concedetemi la vostra energia
ispiratrice affinché io sia in grado di fare ciò.
Come
sarebbe meraviglioso se tutti gli esseri senzienti avessero la
felicità e le sue cause. Possano essi averla. Io farò in modo che
la posseggano. Vi prego, guru-divinità, concedetemi la vostra
energia ispiratrice affinché io sia in grado di fare ciò.
Come
sarebbe meraviglioso se tutti gli esseri senzienti fossero liberati
dalla sofferenza e dalle sue cause. Possano esserne liberati. Io farò
in modo che ne siano liberati. Vi prego, guru-divinità, concedetemi
la vostra energia ispiratrice affinché io sia in grado di fare ciò.
Come
sarebbe meraviglioso se tutti gli esseri senzienti non fossero privi
della gioia delle rinascite elevate o della liberazione completa.
Possano non esserne mai privi. Io farò in modo che essi non ne siano
separati. Vi prego, guru-divinità, concedetemi la vostra energia
ispiratrice affinché io sia in grado di fare ciò.”
***
Fino
a quando durerà lo spazio
E
fino a quando esisteranno gli esseri senzienti.
Fino
a quel momento io resterò
Per
disperdere le sofferenze degli esseri
(Sāntideva)
***
Grazie
a tutti.
Consapevolezza
Domanda: Ieri
ci siamo lasciati con il proposito di porre ai maestri una domanda
sulla modalità di visualizzazione per poter fare al meglio la
pratica, anche perché alcuni soggetti possono avere problemi o non
essere capaci di visualizzare.
Lama: Ieri
abbiamo visto l’essenzialità della pratica di Bodhicitta che ci
immerge completamente nella dimensione dell’universo.
Noi
non siamo solo un corpo, ma esseri spirituali che appartengono al
mondo spirituale, cioè all’universo e, come recita Śāntideva
nell’ultimo verso della preghiera, “Fino
a quando durerà lo spazio e fino a quando esisteranno gli esseri
senzienti. Fino a quel momento io resterò per disperdere le
sofferenze degli esseri”
Il
contenuto di questa frase è una realtà assoluta, ogni singolo
essere è universo, tutti nella stessa natura di tempo - spazio. E
vivere questa realtà significa essere nel proprio stato originale,
vivere la Bodhicitta cioè l’amore incondizionato che abbraccia
l’universo intero.
In
questa condizione abbiamo già tutto, non c’è null’altro da
volere, da desiderare e ne abbiamo coscienza tramite
quell’introspezione che è meditazione, visualizzazione che
trascende il corpo fisico.
Tutti
sono capaci di visualizzare, perché non ci sono schemi da seguire
regole o forme, ognuno entrando consapevolmente nella propria essenza
visualizza naturalmente nella modalità a lui è più consona. È la
mente che trasforma la materia e non il contrario.
E
poi non bisogna confondere visualizzazione con immaginazione perché
quest’ultima è sempre riferita a qualcosa di fantasioso che non ha
alcuna corrispondenza con la realtà, mentre la visualizzazione è
riferita ad una realtà esistente, concreta.
Per
coloro che hanno difficoltà a visualizzare consiglio la pratica di
Shiné, tradotta come calma dimorante che induce la mente a entrare
nella propria profondità tramite la visualizzazione di un oggetto su
cui la mente rimane stabilmente concentrata. La chiave è la scelta
dell’oggetto più consono a sé e rimanervi concentrati può essere
il respiro, oppure un oggetto esterno, un fiore, una pietra, ma non
deve essere cambiato, è necessario rimanere stabili sullo stesso
senza dimenticarlo.
Il
nostro ydam è la Bodhicitta. Ydam significa una perenne presenza,
nella veglia come nel sonno, ininterrottamente e la Bodhicitta si
esprimere liberamente in ogni manifestazione della realizzazione. La
realizzazione della rinuncia, della compassione, della
consapevolezza, della concentrazione, della grande compassione, della
saggezza, della sapienza, dell’infinito.
Tutte
i veicoli, i sentieri, portano nella qualità della propria pratica a
queste realizzazioni e la radice che crea il nostro universo è la
Bodhicitta.
Questo
è il nostro progetto, la pratica, la filosofia che conduce
l’esistenza. Ognuno deve coltivare, edificare il proprio universo,
non ci sono scappatoie né fotocopie.
In
questa costruzione è importante iniziare con l’applicazione della
tecnica della visualizzazione, la pratica di Shiné o Śamatha che
significa dimorare nel proprio cuore-mente.
Più
a lungo riusciamo a rimanere concentrati sull’oggetto scelto per la
meditazione e tanto più ci addentriamo nella profondità della
nostra mente con una visione chiara. Il primo passo consiste dunque
nella scelta dell’oggetto di visualizzazione ed è importante che
soprattutto i principianti scelgano un oggetto agevole e adatto alla
propria personalità.
In
genere si consiglia un’immagine del Buddha, semplice nella sua
forma umana e vi si connette la mente con concentrazione, poi è
necessario mantenere stabile questa focalizzazione il più a lungo
possibile. Se ci si distrae si ricomincia dall’inizio, e così per
tutte le volte necessarie. Quando si rimane stabilmente in questa
profondità in modo ormai naturale si ottiene sempre più una visione
chiara.
Questo
pratica è calma non deve rincorrere velocemente alcunché, occorre
tempo e tranquillità. La fretta è l’antitesi del Dharma, voler
l’illuminazione subito saltando le necessarie fasi di profonda
conoscenza del sé è davvero una colossale stupidaggine.
Invece
nella profondità della concentrazione la bellezza della realtà
dell’universo, il Buddha, entra nella nostra mente, e non il
contrario.
Proviamo
ora insieme a praticare questa visualizzazione profonda.
Prima
di tutto mettiamoci nella corretta postura del corpo che deve essere
completamente naturale, mai forzata, non importa come, ma dobbiamo
sentirci perfettamente a nostro agio.
Poi
osserviamo il respiro con la consapevolezza di ogni inspirazione ed
espirazione
Ora
liberiamo la mente da tutte le percezioni ordinarie trasformando
l’universo, compresi noi stessi, nella natura della vacuità in cui
tutto si purifica.
Manteniamo
sempre la consapevolezza del corpo e del respiro e siamo
completamente nello spazio perfetto del Dharmadhātu e possiamo
dunque visualizzare il nostro oggetto di concentrazione.
(segue
meditazione)
Ora
risaliamo al livello della condizione ordinaria mantenendo inalterata
la consapevolezza.
Questo
è un buon esercizio per essere sempre consapevoli in ogni istante
della nostra quotidianità.
La
“CON-SA-PE-VO-LEZ-ZA”
così sillabata è il mantra più importante e richiama le sei
pāramitā: - Generosità, Etica o Moralità, Pazienza, Perseveranza
entusiastica, Concentrazione, Saggezza -
Le
sei pāramitā sono la centralità del nostro agire quotidiano e
devono essere attuate sempre con consapevolezza, elemento
indispensabile, concreto, reale, di ogni pratica.
Il
Buddha ha indicato quattro movimenti nella consapevolezza della
quotidianità: Andare - Passeggiare - stare Seduti - essere nel Sonno
e Sogno.
Ognuna
di queste azioni deve essere compiuta con consapevolezza e non c’è
passaggio che possa essere scavalcato o ignorato.
Una
delle quattro consapevolezze quotidiane è la consapevolezza di tutto
ciò che si fa stando seduti e in questa rientra anche la pratica
della consapevolezza del cibo, del nutrimento che ci fa esistere e
tutto deve essere consumato correttamente nella consapevolezza di
Bodhicitta.
Tutto
questo è descritto in un testo di Nāgārjuna “Lettera
ad un amico”,
in cui ribadisce la consapevolezza e la gratitudine verso tutti gli
elementi che ci permettono di vivere poiché vivendo possiamo essere
di beneficio a tutti gli esseri senzienti, questa è la motivazione
profonda e unica dell’esistenza umana.
Nella
vita ogni nostra azione può essere trasformata in pratica di Dharma
tramite la consapevolezza. Senza consapevolezza tutto viene disperso,
vanificato, perduto definitivamente, mentre in essa anche il gesto
più piccolo assume un valore infinito.
Tutte
le pratiche prive di consapevolezza mostrano in modo prepotente la
condizione di kāliyuga, la feccia dei tempi degenerati, in cui, al
di fuori della consapevolezza che genera Bodhicitta come espressa
nelle sei pāramitā, tutto diventa inutile, vanificato, superficiale
e fonte di grande sofferenza per sé e per gli altri.
Una
consapevolezza che dobbiamo considerare con grande attenzione è
anche la consapevolezza del sonno e sogno.
Il
processo dell’addormentarsi è molto simile a ciò che accade
durante il procedere nella morte.
La
consapevolezza del sogno corrisponde alla consapevolezza del percorso
del Bar-do, lo stato intermedio.
La
consapevolezza del risveglio corrisponde alla consapevolezza della
rinascita.
La
consapevolezza di tutte queste fasi, tre per ogni stato, ci permette
di sperimentare nella meditazione profonda durante il samādhi
l’essenza dei nove elementi della pratica principale di generazione
dello anutara-yoga-tantra.
L’utilità
di questa pratica è la trasformazione dello stato ordinario in
straordinario, il passaggio dallo stato impuro allo stato puro, è il
lavoro del passaggio della mente grossolana a mente sottile, del
corpo grossolano a corpo sottile, un allenamento che si può
effettuare durante tutte le fasi del sonno.
In
questo modo raggiungiamo una padronanza di corpo, vento e mente
sottile, ci liberiamo dalle inclinazioni samsariche.
Dobbiamo
applicare nelle varie fasi del sonno-sogno, simili a quelle della
morte, la pratica della consapevolezza, della visualizzazione.
Questa
necessaria consapevolezza deve sempre essere posta nel sentiero
Sūtrayana che è fondamentalmente Rinuncia, Bodhicitta e Saggezza.
Una
concezione unicamente teorica della consapevolezza, avulsa da questo
concreto cammino, può diventare pericolosa e portare a un risultato
contrario, per questo è essenziale rimanere sempre, seppur a livello
superficiale inizialmente, stabili sul sentiero indicato dai sūtra.
Soltanto
in questa dimensione si può procede nella pratica del Tantra, del
Mantrayāna ed questa la caratteristica del contesto del buddhismo
Vajrāyana, o tibetano.
Dobbiamo
dunque avere chiara la visione della relazione tra Sūtrayana e
Mantrayāna e, pur nella condizione determinata dal nostro livello di
conoscenza, di sofferenza, di difficoltà esistenziale, anche la più
piccola realizzazione di rinuncia, Bodhicitta e saggezza sarebbe già
più che sufficiente per superare qualsiasi ostacolo che è sempre
commisurato alla nostra limitata capacità.
Se
siamo piccoli esseri non possiamo pretendere realizzazioni
gigantesche, ogni passo sarà una piccola realizzazione, giustamente
dosata in perfetto equilibrio con le nostre reali possibilità,
l’importante è non perdere mai la consapevolezza di dover
procedere con metodo in Rinuncia, Bodhicitta e Saggezza.
Se
abbiamo aspettative e desideri impossibili disperdiamo ogni qualità
e i problemi invece di essere risolti saranno ingigantiti in una
fantasiosa illusione, risultato di ignoranza che induce
inevitabilmente elementi negativi e dannosi quali invidia,
attaccamento odio, rabbia e ci allontana dall’obiettivo che invece
avevamo sognato.
Nemmeno
il Buddha, se anche venisse qui, potrebbe aiutarci ad uscire da
questo stagno in cui rischiamo di annegare.
Abbiamo
tutto a portata di mano, dobbiamo solo procedere con consapevolezza
di ciò che siamo e possiamo realizzare secondo le nostre capacità
di piccoli esseri procedendo a piccoli passi, e ogni passo sarà già
di per sé una piccola realizzazione di rinuncia a tutti i fantasiosi
e inesistenti falsi sogni di obiettivi magici, una piccola
realizzazione di amore gentilezza e compassione nella Bodhicitta,
questo è il processo della saggezza, è la Via di Mezzo.
La
Via di Mezzo non è un compromesso, una mediazione, è la via
diritta, completa, senza scorciatoie pericolose, la giusta via che
non ci farà cadere nei burroni dell’illusione e dell’inganno.
Il
nostro compito principale è dunque quello di sviluppare Rinuncia,
Bodhicitta e Saggezza con calma e perseveranza nel normale processo
quotidiano, l’esperienza vissuta consapevolmente ci è maestra e
ciò che conosciamo con il nostro corpo ci permette di scendere
sempre più in profondità a livello sottile.
Domanda: Vorrei
una precisazione su questi tre elementi che sono alla base di ogni
pratica, ad iniziare dalla Rinuncia, un termine molto vasto, quindi
rinuncia a cosa?
Domanda: Secondo
le leggi della fisica è stato dimostrato che il movimento della
materia nell’universo non è lineare ma ondulatorio, anche se ad un
osservatore esterno appare visibilmente come lineare, quindi la
visione muta di volta in volta in base al soggetto osservatore. Nella
via del Dharma invece si dice che l’obiettivo finale è riuscire a
vedere la realtà così com’è, quindi il mio dubbio è: dobbiamo
trasformare la materia o limitarci ad osservarla così com’è?
Lama: Cominciamo
ad affrontare la Rinuncia. La traduzione del termine tibetano che
definisce la rinuncia è sbagliatissima e fuorviante, nelle lingue
occidentali è interpretato come disgusto del samsāra e non può
esserci fraintendimento più grave.
La
rinuncia non è affatto disgusto né negazione, al contrario è
aspirazione, desiderio di liberare se stessi dalla sofferenza
samsarica dell’ignoranza che genera attaccamento, bramosia, rabbia,
odio.
La
mente di rinuncia è la mente che desidera liberare se stessa prima
di tutto da qualsiasi attaccamento, soprattutto da quello sottile,
meno evidente, nascosto dietro una tenda di apparente e falsa virtù
ed è l’attaccamento più pericoloso, poiché il rischio più
grave, quando manca la conoscenza consapevole di sé, consiste
proprio nell’illusione di percorrere una cammino spirituale volendo
raggiungere ad ogni costo l’illuminazione, il nirvāna e
l’attaccamento spirituale così potenziato è la peggior attitudine
che vanifica ogni pratica e non permette alcuna evoluzione.
L’attaccamento
al Buddha, ai sentieri, alla meditazione induce una grande pericolosa
confusione, quindi la Rinuncia è la mente che desidera la
liberazione dalla propria ignoranza fondamentale e soltanto dopo aver
realizzato questa mente di rinuncia è possibile procedere nel vero,
silenzioso, umile e radicato cammino spirituale.
Ecco
perché per poter procedere nel sentiero del Vajrāyana è necessario
aver maturato una realizzazione di purificazione nella Rinuncia,
Bodhicitta e Saggezza. Saltare questi passaggi è impossibile e si
incorrerebbe in numerosi effetti collaterali veramente dannosi.
Questa è la Rinuncia.
Realizzazioni:
Rinuncia - Bodhicitta - Saggezza
Cerchiamo
dunque di dedicarci in quest’ultimo tempo del seminario
all’approfondimento d un sūtra importantissimo che riassume in
sette passi l’essenza della pratica di cui abbiamo parlato in
questi giorni ed è la pratica dei sette rami, un profondissimo e
ricchissimo sūtra scritto da un autore ignoto che aveva compreso la
vastità e profondità della realtà e che aveva giustamente definito
questa pratica la regina delle preghiere.
Analizziamo
dunque ogni passaggio:
Pratica
in sette rami
-Oh
leoni fra gli uomini, Buddha passati, presenti e futuri-
Anche noi siamo compresi in questo gruppo siamo tutti potenzialmente
Buddha futuri, siamo tutti destinati, prima o poi a raggiungere
l’illuminazione.
-a
quanti di voi esistono nelle dieci direzioni-
comprende tutto l’universo, non solo questo pianeta. - mi
prostro con corpo, parola e mente.
-Sulle
onde della potenza di questa regina delle preghiere, per i metodi
supremi e sublimi con corpi del mondo, mi prostro ai Buddha che
pervadono lo spazio.-
Questo spazio è lo spazio della realtà ultima dei fenomeni, il
Dharmadhātu.
-
In ogni atomo si trova Buddha numerosi come gli atomi del Universo,
che siede tra gli innumerevoli figli di Buddha-
che sono i Bodhisattva; -con
sguardo fiducioso mi rivolgo ai Vittoriosi-
vuol dire gli illuminati -che
riempiono l’intero Dharmadhātu.-
Questo è lavoro di visualizzazione, è la potenzialità creativa
della nostra mente. La traduzione di questo verso non è corretta,
infatti si dovrebbe dire: -In
ogni atomo si trovano infiniti Buddha quanti sono gli atomi
dell’universo.
C’è un libro bellissimo del Dalai Lama “L’UNIVERSO IN UN
SINGOLO ATOMO” in cui spiega molto bene questo concetto ed è la
corretta visualizzazione della realtà, poiché in ogni singolo atomo
vi è l’essenza reale di tutti gli atomi dell’universo.
Nell’atomo del Buddha vi sono tutti i Buddha dell’universo e, non
solo, tutti i Bodhisattva, tutto l’universo è riempito dai Buddha
e Bodhisattva.
-A
coloro che hanno infiniti oceani di eccellenza, con un oceano di
prodigiosa parola canto lodi alla grandezza di tutti i Buddha: un
elogio a coloro che sono andati nella beatitudine.-
Qui si conclude la prima parte della preghiera.
Nella
seconda parte vi è la visualizzazione dell’offerta illimitata.
-Offro
loro ghirlande di fiori, parasoli decorati, musiche piacevoli e
profumi eccelsi; offro a tutti i Vittoriosi lampade al burro e sacro
incenso purissimo.-
-Cibo
eccellente, fragranze supreme e un cumulo di sostanze mistiche alto
come il monte Meru dispongo in un ordine speciale e offro a coloro
che hanno conquistato se stessi.-
Chi ha conquistato se stesso è il vittorioso, e non si tratta di
aver vinto contro nemici esterni, ma di aver realmente conosciuto e
conquistato se stesso, questo significa essere Buddha.
-Elevo
tutte le offerte impareggiabili con ammirazione per coloro che sono
andati nella beatitudine con la forza della fede nei metodi sublimi,
mi prostro e faccio offerte ai Conquistatori.-
i conquistatori sono i Buddha che hanno conquistato se stessi. Noi
tendiamo sempre a isolare su un altare di perfezione il Buddha come
essere soprannaturale che non ha bisogno di nulla, superiore e
staccato da tutto, ma non è affatto così, il Buddha è colui che ha
realizzato la conquista di se stesso.
-Da
lungo tempo, sopraffatto da attaccamento, odio e ignoranza, con il
corpo, la parola e la mente ho compiuto innumerevoli azioni negative.
Ora le confesso tutte senza omissioni.-
A chi confessare? A se stessi.
-Nelle
perfezioni dei Buddha, Bodhisattva, Arhat, sul sentiero e nella
potenziale bontà di tutti gli esseri viventi, elevo il mio cuore e
gioisco.-
Significa rallegrarsi per le qualità degli altri, essere
completamente liberi da qualsiasi invidia, gelosia. Lama Tzong Khapa
a questo proposito diceva che il modo più immediato e semplice per
accumulare meriti è rallegrarsi per i meriti altrui.
-Oh
luci dell’universo, Buddha che otteneste lo stato
dell’illuminazione incontaminato, a tutti voi rivolgo questa
richiesta: fate girare l’incomparabile ruota del Dharma-.
-Oh
maestri che volete mostrare il Parinirvāna, vi prego di restare con
noi e insegnare per tanti eoni quanti sono i granelli di polvere, per
portare gioia e virtù a tutti gli esseri.-
-Possa
qualunque merito accumulato tramite queste prostrazioni, offerte,
purificazioni, rallegrandomi e chiedendo ai Buddha di rimanere e
insegnare il Dharma, essere dedicato all’illuminazione suprema e
perfetta, affinché, al più presto, io liberi dalla sofferenza tutti
gli esseri-
Dobbiamo
davvero essere infinitamente riconoscenti al Sangha, alla
collaborazione degli amici di Dharma per il lavoro di approfondimento
fatto insieme in questi giorni, è stato un grande dono di Dio.
Si
dice con superficialità e faciloneria che il buddhismo non crede in
Dio, ma questa è un’assurdità totale in primo luogo perché
nessuno sa chi o cosa sia Dio e tenta una definizione che è solo
etichetta poiché nessuno può fare affermazioni su ciò che non
conosce.
Le
divisioni costruite su simili affermazioni ipotetiche servono solo a
creare contrasti e divisioni fondati esclusivamente sulla totale
ignoranza, un’attitudine atta a fomentare problemi e confusione,
inimicizie e assurde prese di posizioni.
Alcuni
dicono Dio, altri Luce e tutti esprimono lo stesso concetto, dunque
noi dobbiamo rallegrarci sinceramente e consapevolmente per questo
dono di Dio.
Grazie
a tutti, concludiamo queste belle giornate di Dharma con la preghiera
che esprime questa nostra infinita riconoscenza.
Dedica
e preghiera conclusiva
Composta
da Geshe Gedun Tharchin il 3 novembre 2000 - versione originale in
tibetano
La
Vittoriosa tradizione dei Buddha come fondamento di Pace e Felicità,
Medicina
per illuminare le sofferenze di tutti gli esseri senzienti,
Tesoro
che realizza le speranze
degli
esseri viventi dei tre reami,
Gioiello
che soddisfa simultaneamente i desideri propri e altrui.
Dal
profondo del mio cuore porgo il mio rispetto ai Maestri,
che
mi hanno indicato senza errori i metodi per seguire
il
Percorso Fondamentale, come affidarmi ad una guida spirituale
fino
a raggiungere, tramite la pace, la completa Illuminazione.
(x
3) Possano
tutti gli esseri, e noi stessi, incontrare la felicità
Realizzando
la rinuncia, la mente del non-attaccamento,
il
Bodhicitta, la mente altruistica verso infiniti esseri senzienti,
la
Vacuità, la massima visione della Chiara Luce.
*******