Ghesce Gedun Tharchin
La
meditazione nella illusione mentale
Tendiamo
sempre a cercare la felicità all'esterno, nel mondo esterno, ma il
gioiello più prezioso che ci rende esseri intelligenti, consapevoli,
saggi, che soddisfa tutti i desideri, terreni e spirituali, e che non
si può comprare in un supermercato e nemmeno nella gioielleria più
prestigiosa, si può trovare solo in noi stessi ed è il tesoro
inestimabile che ogni essere umano possiede naturalmente.
Non
c'è bisogno di scavare freneticamente nel terreno o di spendere
tutte le energie per trovarlo, basta essere spontanei, rilassati, in
uno stato mentale che in tibetano si chiama Rang-Bab, che significa
essere semplici nella quiete della propria naturalezza, e Nel-So, che
rivela uno stato di totale rilassamento. Queste sono le due
condizioni già insite nella natura umana scandite nel respiro calmo
che infonde pace al corpo e alla mente e costituiscono la pratica di
base per la ricerca interiore della gemma preziosa che ci permette di
sperimentare concretamente nel corpo e nella mente la realizzazione
di tutti i veri desideri che fanno crescere.
Mente
e corpo non sono due entità separate o, peggio ancora, contrapposte,
ma sono indissolubilmente connesse e interdipendenti, esiste una vera
e propria trasformazione del corpo in spirito e dello spirito in
corpo, non c'è divisione tra fisica e metafisica, come è stato
dimostrato anche dalla scienza moderna e già affermato nell'antico
buddhismo con la conoscenza e la descrizione del corpo di arcobaleno
che simboleggia il penultimo stato di transizione della materia che
inizia a trasformarsi in Pura Luce.
È
importante meditare con questa visione unificata di sé in
rilassatezza e naturalezza, senza costruire artificialmente alcuna
separazione ingannevole; il corpo fisico e quello spirituale sono il
laboratorio dove si forma l'essenza della nostra esistenza, il nostro
respiro, la nostra mente. Non si tratta di fantasie, di sogni,
ma di risultati concreti raggiungibili nella meditazione consapevole,
rilassata e naturale, sia nella condizione presente di questa stessa
vita, sia nella continuità di quella che sarà. Eppure è così
difficile per noi abbandonare ogni resistenza e lasciare che la mente
si culli nel ritmo della respirazione profonda e il corpo si rilassi
armoniosamente, e questa rigidità è la causa della nostra
sensazione di stanchezza costante.
I
principali ostacoli che producono questa incessante agitazione che
limita la nostra esistenza sono espressi in tibetano da due parole:
Rewa e Dhogspa, sinteticamente fuse in un unico termine Re-Dhogs.
Rewa può essere tradotto come "aspettativa" e indica
quella tensione verso ogni evento presente e futuro, schiacciata
dalle preoccupazioni per questa vita e dalla costante paura per le
prossime possibili vite, una tensione assurda che ci fa vivere in
costante insoddisfazione e preoccupazione, accompagnandoci fino alla
morte, che raggiungeremo affrontando il secondo ostacolo, Dhogs-Pa,
cioè con il dubbio, la sfiducia, la paura.
I
pensieri illusori, rNam-rTog
Un
altro termine è rNam-rTog, pensiero illusorio, che indica la nostra
propensione a costruire, pur su basi di per sé vere, edifici di
carta del tutto ingannevoli, e da questa visione errata derivano le
paure, i demoni che condizionano tutta la nostra esistenza.
Il
più grande yogi tibetano, Milarepa, che ha colto appieno il valore
spirituale del Dharma, affermava che l'unico nemico è il risultato
delle nostre illusorie costruzioni.
La
maggior parte delle aspettative artificiali che suscitiamo sono
irrealizzabili, inconsistenti, così come le paure, i dubbi, i
sospetti, tutto è unicamente frutto delle nostre fantasie. Per non
cadere in ulteriori inganni, è molto importante imparare a
distinguere le aspettative delle aspirazioni e i dubbi che ci
dominano costantemente dalle domande giuste. Se non abbiamo una
chiara visione di questa differenza sostanziale, cadremo nell'inganno
dei desideri e delle incertezze che elaborano le false domande.
È
quindi indispensabile essere sempre vigili e analizzare
consapevolmente la propria interiorità con concentrazione, moralità
e saggezza, perché le aspettative e i dubbi sono il risultato
dell'assenza di queste qualità. L'aspirazione che conduce alla
giusta domanda si basa sulla concentrazione consapevole nella
moralità e nella saggezza; è il sentiero che induce il rilassamento
spontaneo della mente e del corpo nel loro stato naturale, mentre
tutte le false aspettative aumentano l'agitazione e
l'insoddisfazione. Gli ostacoli più grandi sono quindi i pensieri
illusori pieni di Re-Dhog, aspettative, dubbi, sospetti, e possono
essere superati solo nella paziente pratica spirituale quotidiana
basata sulla consapevolezza di quelle aspirazioni reali che pongono
le giuste domande.
Le
condizioni di vita sono diverse per ogni individuo, ma i valori
spirituali sono assolutamente uguali per tutti gli esseri umani e
tutti hanno le stesse opportunità di realizzarli. È proprio questa
costante ricerca interiore che ci riporta costantemente alla bellezza
di ogni momento della vita e alla potenza dell'esperienza profonda
che faremo nella morte, ed è per questo che è sempre importante
affrontare con lucidità e apertura mentale il processo del morire,
evento che accadrà e che non deve trovarci impreparati. Invece, il
pensiero della morte generalmente terrorizza e viene inesorabilmente
e scioccamente rimosso dai popoli più ricchi e pragmatici, sempre
proiettati sul dover "fare" con frenesia e profitto,
piuttosto che sulla necessità di voler "Essere", come la
realtà europea e nordamericana. Nelle antiche culture tribali
asiatiche e persino africane, invece, la morte è considerata un
aspetto della vita che viene accolto con rispetto e sacralità, viene
osservata profondamente e mai nascosta.
Il
Libro Tibetano dei morti, Bar-do Thos-grol
Perché
è così importante saper affrontare la morte con maturità e
consapevolezza? Perché è un evento intrinseco e sacro della vita
stessa, al pari della nascita, e per questo il grande maestro Padma
Sambhava, compose nell'VIII o IX secolo il prezioso testo del "Bar-do
Thos-grol" il cui significato letterale è -Liberazione della
mente attraverso l'ascolto di questo insegnamento-, ma impropriamente
tradotto nelle lingue occidentali con il più misterioso e
accattivante titolo "Il libro tibetano dei morti" così da
essere quasi paragonato al più famoso testo egiziano. Bar-do è la
descrizione dello stato intermedio che segna il processo di
transizione tra la vita appena conclusa e quella a venire.
Questo
significa che il sottile legame di continuità non si spezza mai
veramente, anche la morte, intesa come fine definitiva di tutto, non
può esistere. Non è una fine, ma una trasformazione, il passaggio
da uno stato all'altro, a un'altra condizione.
I
tibetani hanno a lungo approfondito il Bar-do, elaborando i vari
passaggi che nella loro tradizione sono molto lineari e semplici.
Nella morte c'è innanzitutto una graduale dissoluzione, prima degli
aspetti più grossolani della persona, sia fisicamente che
mentalmente, per poi passare agli aspetti più sottili e sfumati e
questo processo viene descritto nei versi seguenti con termini
carichi di significato.
Bar-do
nel buddismo tibetano
Il
Bar-do, fondamentale per il cammino umano, è lo stato intermedio tra
la vita appena conclusa e quella a venire. Il passaggio dalla vita
alla morte non avviene in un solo istante, infatti l'essere umano
umano sperimenta prima i venti passi della dissoluzione grossolana,
fisica, e poi i sei passi della dissoluzione sottile, interiore, che
sono i seguenti:
I
venti passi della dissoluzione grossolana:
1.
L'aggregato della forma
2. Lo specchio della saggezza
3.
L'elemento terra
4. La facoltà dell'occhio
5. La forma
dell'oggetto
6.
L'aggregato delle sensazioni
7. La saggezza dell'uguaglianza
8.
L'elemento dell'acqua
9. La facoltà dell'orecchio
10.
L'oggetto sonoro
11.
L'aggregato della percezione
12. La saggezza del
discernimento
13. L'elemento del fuoco
14. La facoltà del
naso
15. L'oggetto odore
16.
L'aggregato di formazioni
17. La saggezza onnicomprensiva
18.
L'elemento vento
19. La facoltà del linguaggio
20.
L'oggetto del gusto
Le sei fasi della sottile
dissoluzione interiore:
1)
La terra si dissolve in acqua
2) L'acqua si dissolve nel
fuoco
3) Il fuoco si dissolve nel vento
4) Il vento si
dissolve nella coscienza
5) La coscienza si dissolve nello
spazio
6)
Le
quattro visioni mentre lo spazio si dissolve in luminosità;
A)
Apparenza: L'essenza bianca ottenuta dal padre scende
dalla corona e, quando raggiunge il cuore, si verifica quella che
viene chiamata "apparenza". Come segno esteriore, è
accompagnata da un'esperienza di bianchezza, come quando la luce
della luna riempie un cielo completamente limpido e senza nuvole.
Come segno interiore, c'è una chiara esperienza della chiarezza del
sé, della coscienza, priva di qualsiasi pensiero grossolano
focalizzato sugli oggetti percepiti.
B)
Espansione: quando il sottile elemento rosso della
madre sale dalla base del canale centrale, la saggezza dell'apparenza
svanisce in "espansione". Come segno esteriore, la visione
rossa si dispiega come un cielo senza nuvole pervaso dalla luce del
sole. Come segno interiore, c'è uno stato mentale estremamente
chiaro, privo di qualsiasi pensiero grossolano, concentrato su chi
percepisce.
C)
Conseguimento: Quando le sottili essenze bianca e rossa
si incontrano nel cuore, la saggezza dell'accrescimento si dissolve
in "conseguimento". Attraverso di essa, come segno
esteriore, si sperimenta il nero, come la fitta oscurità che cala
quando il cielo diventa completamente nero. Come segno interiore, i
pensieri estremamente sottili che coinvolgono gli oggetti percepiti e
i soggetti percepenti diventano completamente assenti e tutti i
concetti distinti basati sull'aspetto esteriore della mente
svaniscono, così che, mentre la mente dualistica ordinaria cessa,
sorge la saggezza dell'ottenimento.
D)
Luminosità: Quando le essenze sottili del sangue e del respiro,
i bindus A e HAṂ e così via, che si trovano all'interno del canale
bianco, simile alla seta, nel cuore, si dissolvono completamente,
sorge la luminosità del terreno del momento della morte. Come segno
esteriore, si ha un'esperienza di vuoto e di chiarezza senza centro
né periferia, come un cielo senza nuvole, completamente sereno. Come
segno interiore, si rimane nella saggezza co-emergente, non
concettuale, completamente non elaborata. Se, dopo aver riconosciuto
questo, riuscite a stabilirvi in un'esperienza continua del momento
presente, le luminosità della madre e del bambino si incontreranno
insieme e sarete liberati nel primo bardo.
La
vita nel Bar-do
In
questo primo stato, dalla luminosità in cui si sono dissolte le tre
visioni, le apparenze si dispiegano gradualmente di nuovo e si forma
il corpo del bardo del divenire. Nella prima parte di questo bardo,
per quanto lunga possa essere, si ha la forma dell'aspetto della vita
precedente, mentre nella seconda metà si assume l'aspetto della vita
a venire o dell'eventuale rinascita. Tutte le facoltà sensoriali
sono intatte e potete viaggiare ovunque, tranne che nel grembo
materno, miracolosamente e senza ostacoli. Siete invisibili a tutti,
tranne che a coloro che si trovano nella stessa condizione, cioè
agli altri esseri del bardo e a coloro che hanno raggiunto la visione
divina.
Poiché
avete assunto qualcosa di simile a un corpo di sogno, per esempio,
che si genera in un istante e non conosce né la luce né la completa
oscurità, questo è noto come il "bardo della semioscurità".
In questo momento è difficile rendersi conto di essere morti, quindi
sono stati indicati alcuni indizi che segnalano che ci si trova nel
bardo. Per esempio, non si vede il sole o la luna quando si guarda il
cielo, non si lasciano impronte e non si proiettano ombre.
In
questa fase si verificano esperienze di ogni tipo, sia positive che
negative, come risultato di un karma sia buono che cattivo. In
particolare, ci sono i quattro cosiddetti "suoni che inducono
paura":
il
suono di una montagna che crolla, che proviene dal prāṇan della
terra (elemento naturale della vita).
il
suono delle onde che si infrangono nell'oceano, che proviene dal
prāṇan dell'acqua;
il
suono del fuoco che devasta una foresta, che proviene dal prāṇaṇan;
il
suono di mille tuoni simultanei, che proviene dal vento prāṇaṇ.
La
ricerca della rinascita
I
cosiddetti "tre abissi terrificanti" sono i tre abissi
bianco, rosso e nero che sono le forme spontanee dei tre veleni.
Quando li si vede e ci si cade dentro, si entra nel ventre materno.
Questo è anche lo stadio in cui si intraprende la ricerca di un
luogo di nascita, si sente il desiderio di una casa e di un corpo, e
così via. Possono verificarsi varie visioni, che sono indizi
dell'ingresso in un luogo di nascita, con apparizioni come ruote di
luce, caverne, cavità vuote, animali maschi e femmine, esseri umani
maschi e femmine, e così via.
La
preparazione alla liberazione nel Bar-do
All'inizio,
quando si ha la certezza che si sta per morire, si devono tagliare
tutti i legami e gli attaccamenti maturati in questa vita. È bene
confessare dal profondo del cuore tutte le cadute e le rotture del
samaya, le azioni dannose e così via, ma con amore e perdono, senza
dedicare nemmeno un momento a sentirsi in colpa per le azioni
negative compiute o per il bene non dato, non bisogna temere la morte
e voler rimanere attaccati a questa vita.
Al
contrario, sperimentate la felicità e la gioia e dite a voi stessi:
"Ora riconoscerò la Chiara Luce della morte", oppure, se
questo non è possibile, pensate: "Poiché sicuramente userò il
bardo come un'opportunità per viaggiare in un regno puro come
Akaniṣṭṣhṭ a, Zang Dok Palri o Sukhāvatī, sarò gioioso".
Mantenete, senza mai lasciarvela sfuggire, la forte intenzione e il
pensiero: "Viaggerò nei regni puri!".
Delicatamente,
in modo rilassato, mentre vi stabilite in un'esperienza di pratica,
fatelo con chiarezza, consapevoli di lasciare andare uno per uno
tutti gli aspetti di questa vita. Poiché non potrete praticare
nessuna istruzione di Dharma sconosciuta, affidatevi solo alle
pratiche di meditazione che sono più chiare per voi in questo
momento.
Questi
due punti - stabilire una pratica in questo modo e aspirare a
viaggiare in una terra pura come Zang Dok Pari - sono insuperabili.
In particolare, è assolutamente essenziale formare ripetutamente
l'intenzione di viaggiare nella terra pura di vostra scelta. È
estremamente importante rendersi conto che anche ora, sia di giorno
che di notte, non si deve mai abbandonare questo pensiero.
La
preghiera di invocazione per la liberazione sul pericoloso sentiero
del Bar-do
"Saluto
con rispetto la moltitudine di Guru, Deva, Dākini.
Possa il
loro grande amore essere la nostra guida sul sentiero.
Ahimè,
mentre sono in preda a una profonda illusione,
sto vagando nella
trasmigrazione,
Che i maestri della linea di trasmissione mi
guidino.
E la moltitudine dei loro compagni Dākini mi segua
Sul
sentiero luminoso, al di là di ogni distrazione,
dell'ascolto
dell'insegnamento, della riflessione, della meditazione.
Chiedo
di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
E di
essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.
Ahimè,
mentre con rabbia feroce
sto vagando nella trasmigrazione,
Che
il vittorioso Vajrasattva mi guidi
E il suo compagno Buddha
Locanā mi segua
sul sentiero di luce della Saggezza dello
Specchio Chiaro.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del
temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di
Buddha
Completamente perfezionato.
Ahimè,
mentre sono in preda a un forte orgoglio
Sto vagando nella
trasmigrazione,
Che mi guidi il vittorioso Ratnasambhava
E
il suo compagno Mamākī seguirmi,
sul sentiero di luce della
chiara Saggezza dell'Uguaglianza.
Chiedo di superare il
pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo
stato di Buddha
Completamente perfezionato.
Ahimè,
mentre in preda a un forte attaccamento
Sto vagando nella
trasmigrazione,
Che mi guidi il benedetto Amitābha
E il
suo compagno Pāndaravāsinī seguirmi,
sul sentiero di luce
della chiara saggezza discriminante.
Chiedo di superare il
pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo
stato di Buddha
Completamente perfezionato.
Ahimè,
mentre in preda a una feroce gelosia
Sto vagando nella
trasmigrazione,
Che il benedetto Amoghasiddhi mi guidi
E
che il suo compagno Samaya Tārā mi segua
sul sentiero di luce
della Chiara Saggezza che realizza le Azioni.
Chiedo di superare
il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto
allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.
Ahimè,
mentre sono in preda a una profonda ignoranza
sto vagando nella
trasmigrazione,
Che il vittorioso Vairocana mi guidi
E il
suo compagno Dhātu Iśvarī mi segua
Sul sentiero di luce della
Chiara Saggezza del Dhāmātu.
Chiedo di superare il pericoloso
sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di
Buddità, totalmente perfezionato.
Ahimè,
mentre sono in preda a intense visioni illusorie, vago nella
trasmigrazione.
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che mi
guidi la moltitudine dei pacifici e feroci Vittoriani
E la
moltitudine degli irati Dhātu Iśvarī mi segua
Sul sentiero di
luce dell'abbandono di visioni paurose e terrificanti.
Chiedo di
superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
ed essere
condotto allo stato di Buddità
Completamente perfezionato.
Ahimè,
mentre sono in preda a forti tracce karmiche
Sto vagando nella
trasmigrazione,
Che mi guidino gli Eroi detentori della
Saggezza
E la moltitudine delle loro consorti Dākini mi
segua
Sul sentiero di luce della Chiara Saggezza Innata.
Chiedo
di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere
condotto allo stato di Buddità
Completamente perfezionato.
Che
l'elemento dello spazio non mi appaia come un nemico,
Che io
possa vedere la dimensione del Buddha Blu Puro.
Che
l'elemento dell'acqua non mi appaia come un nemico,
Che io possa
vedere la Pura Dimensione del Buddha Bianco.
Che
l'elemento terra non mi appaia come un nemico,
Che io possa
vedere la Dimensione Pura del Buddha Giallo.
Che
l'elemento fuoco non mi appaia come un nemico,
Che io possa
vedere la Dimensione Pura del Buddha Rosso.
Che
l'elemento dell'aria non mi appaia come un nemico,
Che io possa
vedere la Dimensione Pura del Buddha Verde.
Che
suoni, luci e raggi non mi appaiano come nemici,
Che io possa
vedere la Pura Dimensione delle infinite forme pacifiche e feroci.
Che
gli elementi dell'arcobaleno non mi appaiano come nemici,
Che io
possa vedere le Dimensioni Pure di tutti i Buddha.
Per
il potere dei Maestri della linea di trasmissione,
Per la
compassione della moltitudine di divinità,
Le infinite forme
pacifiche e feroci,
Per l'energia delle mie pure
intenzioni,
Possa, qualsiasi cosa io abbia ora invocato,
realizzarsi. "
Conclusione
Questa
breve presentazione sul Bar-do è stata realizzata utilizzando varie
fonti antiche e facilitando la descrizione dei concetti e del
linguaggio utilizzato, rendendola più comprensibile. Spero che possa
essere utile a molti di voi che sono interessati all'argomento.
ROMA:
19.01.2025
NOTA: Sarei
lieto di ricevere qualsiasi suggerimento e feedback per un ulteriore
chiarimento e miglioramento del testo. L'autore