Friday, 31 January 2025

Come integrare il Dharma nella propria vita

Come integrare il Dharma nella propria vita
Geshe Gedun Tharchin

 

"L'essenza degli insegnamenti quintessenziali consiste nell'applicare le cinque forze."  I sette punti trnasformazione della mente. 


LE CINQUE FORZE
 
Gli antichi praticanti Kadampa, (la scuola basilare e più mistica del buddhismo tibetano, fondata sull'estrema semplicità e linearità dell'essere) furono all'avanguardia nell'approccio diretto alla pratica essenziale del Dharma nell'antico Tibet, guidati dallo stimato Maestro Atisha. Il loro allenamento quotidiano primario consisteva nel coltivare il cuore della Bodhicitta attraverso una pratica dedicata e, in seguito, il loro metodo di pratica del Dharma e di meditazione, noto come Lo-Jong, o Addestramento della Mente, divenne il fondamento di tutte le scuole buddhiste in Tibet.
 
Queste pratiche sono radicate negli insegnamenti del Prajnaparamita sutra, del Bodhisattvacharyavatara shastra e del Ratnavali shastra e della lettera del Nagarjuna. L'obiettivo fondamentale del Lo-Jong è la cura e sviluppo del cuore di Bodhicitta, oltre a una grande compassione e alla comprensione della vacuità.

La pratica del Lo Jong è delineata nei Sette Punti dell'Addestramento Mentale e nel quarto punto si tratta nello specifico il modo in cui questa pratica dovrebbe essere incorporata nella propria vita.

Le cinque forze o punti di forza, talvolta tradotte come “poteri”, sono:
1. Intenzione
2. Azioni virtuose
3. Ripudio
4. Preghiera
5. Familiarizzazione
L'istruzione fondamentale è quella di utilizzare i cinque poteri, che racchiudono l'essenza della pratica e possono essere applicati in modo coerente durante la giornata.

Nel Lo-Jong si sottolinea l'importanza di praticare questi cinque poteri, che sono istruzioni concentrate nel cuore e ci forniscono gli strumenti essenziali per crescere sul sentiero del servizio e dell'illuminazione.

Questi poteri sono intrinseci a noi e provengono dal cuore; non sono esterni o estranei, ma già presenti nel nostro cuore e dobbiamo semplicemente riconoscerli e attivarli.

 
POTERE DELL'INTENZIONE

Il primo dei cinque poteri sorge dalla motivazione e si sviluppa con determinazione e forza di Volontà e queste tre qualità sono guidate dalla nostra Intenzione o obiettivo di vita e dalla realizzazione del senso della vita nell'azione semplice e naturale della quotidianità.

La determinazione implica consapevolezza e autocoscienza e nella sua pratica conosciamo profondamente noi stessi, vediamo con chiarezza la ricchezza dei nostri valori e la ineluttabile necessità interiore nel volerli realizzare nella nostra vita. Questa determinazione è caratterizzata da una profonda aspirazione, in cui i nostri desideri più profondi diventano la forza trainante delle nostre azioni.

Il nostro desiderio di compassione ci spinge a impegnarci per ottenerla e la nostra aspirazione a vivere al servizio del mondo ci obbliga a darle la priorità ogni giorno, ma senza lasciarsi dominare dal solo impulso, la determinazione permette ai nostri valori di guidare le nostre intenzioni quotidiane.

Quando lasciamo che sia il nostro cuore a guidarci, ci impegniamo a perseverare malgrado qualsiasi ostacolo si possa incontrare.

La vera forza della determinazione risiede nell'impegno incrollabile alla diligenza, che determina il ruolo dei Bodhisattva. La nostra pratica non è solo per il nostro beneficio, ma piuttosto per contribuire a un bene più grande. Questo è il fondamentale imperativo categorico da non scordare mai, soprattutto è necessario tenerlo a mente quando la motivazione è bassa, poiché è ciò che ci permette di risvegliare la nostra bontà intrinseca che ci induce ad aiutare noi stessi e gli altri, a essere più pienamente vivi.

La motivazione è il fondamento degli altri quattro poteri, il primo dei quali è il potere dell'intenzione. E' fondamentale predisporre la mente affinché al risveglio mattutino si stabilisca immediatamente l'intenzione da attuare nella giornata e che consiste nel coltivare la bodhicitta rafforzando la propria determinazione.

Il primo obiettivo dunque dovrebbe essere quello di predisporsi completamente alla benevolenza e di astenersi dalla rabbia. I maestri Kadampa, tanto semplici quanto profondamente saggi, utilizzavano una tecnica particolarmente efficace per stabilire le loro intenzioni che venivano incise sulle pareti delle loro grotte in cui meditavano ininterrottamente e vivevano. Ad esempio alcune incisioni erano: "Non lasciare che la tua mente vaghi", "Non arrabbiarti" e "Sviluppa la bodhicitta".

La nostra pratica è finalizzata all'autotrasformazione che deve essere per noi un irrinunciabile obiettivo basilare. Questo impegno deve essere riportato sempre alla mente soprattutto quando la motivazione è bassa. Lo scopo è risvegliare la nostra bontà intrinseca, con l'intento di migliorare la nostra vita e quella degli altri. Possediamo l'energia per intraprendere questo viaggio, dobbiamo solo riconoscere il significato nel percorso stesso.

 
Inoltre, è importante avere sempre una visione limpida e la sincera volontà di realizzare i Tre Aspetti Principali del Sentiero (Rinuncia, Bodhicitta e Vacuità) e assimilare questo consapevole atteggiamento nell'attitudine mentale costante e tramite la pratica della Triplice Pratica Quotidiana come motivazione ininterrotta.


POTERE DEL SEME BIANCO
 
Il secondo è il potere del Seme Bianco, che indica la positività e ciò sottintende che ogni giorno cerchiamo di accumulare meriti o più potere positivo, o potenziale karmico bianco, e la volontà di purificarci dal potenziale negativo. È imperativo accrescere il potere positivo e ridurre il potenziale negativo.

Il potere del Seme della Virtù funge da catalizzatore per l'introspezione sulla nostra natura intrinseca. Si ritiene che ogni individuo possieda già nella propria essenza la natura di Buddha e ciò significa che è possibile per tutti realizzare lo stato di risveglio e la bontà radicale.

Nella vita quotidiana, si possono utilizzare vari metodi per concentrarsi sulla meditazione e sviluppare la positività di ogni azione, si possono meditare sulle pratica dei sette rami, le sei perfezioni (Generosità, Etica o moralità, Pazienza, Perseveranza entusiastica, Concentrazione, Saggezza) e l'Offerta del Mandala, elementi fondamentali per coltivare la ricchezza spirituale virtuosa.

 
POTERE DEL RIFIUTO

Il rifiuto è riferito a quanto di negativo ostacola il nostro sviluppo e si basa sulla necessità di essere estremamente lucidi e onesti con noi stessi, sapendo sempre riconoscere le proprie debolezze, difetti, mancanze ed errori in modo da poter attuare un buon lavoro di correzione degli stessi.

Istintivamente imputiamo sempre le colpe di ogni negatività agli altri, ma il realtà dovremmo invece imparare ad assumerci la responsabilità dei nostri errori, nessuno ne è immune, dobbiamo dunque prima di tutto riconoscere e affrontare consapevolmente e con assoluta onestà i nostri limiti e proprio per questo nella pratica del Dharma troviamo la chiave per avere una visione realistica di noi stessi, per essere più autentici e genuini, e con attitudine positiva predisporci ad un interiore lavoro lungo e radicale.

Questa terza forza implica l'eliminazione immediata delle attitudini negative, ad iniziare da rifiuto del nostro istintivo egoismo, rendendolo in questo modo sempre più debole. Osservando senza veli e false giustificazioni gli svantaggi dell'egoismo, diventiamo più capaci di abbandonarlo.

È importante riconoscere la complessità di queste pratiche, che non possono ancora essere applicate da chi non ha un'adeguata preparazione e allenamento, ma sono autentiche e potenti pratiche di Bodhisattva che richiedono adeguata preparazione e applicazione.

È fondamentale adottare una mentalità di riconoscimento ed eliminazione senza indugio delle proprie negatività, perché senza questa consapevole azione di base è impossibile procedere correttamente nel cammino.
 
La pratica quotidiana include quindi naturalmente la pratica dei sette rami, nella concentrazione delle sei perfezioni e con l'aggiunta della pratica specifica di Vajrasattva e del sūtra del Mahāyāna "I nobili tre cumuli" e anche della meditazione sulla Vacuità con il Sutra del Cuore e il Mantra essenziale.
 
 
POTERE DELLA PREGHIERA

Il quarto potere è quello della preghiera, uno stato mentale che dovrebbe essere presente ininterrottamente, ma che, nello specifico, si pratica sia al termine delle sessioni di meditazione che alla fine della giornata con questa intenzione: “Possa io non essere mai separato dai due Bodhicitta” (convenzionale e assoluto).

L'aspirazione è un vero e proprio impegno sul sentiero e il voto di Bodhisattva ed è il motore che rende viva e proficua la più autentica e sincera speranza di essere di beneficio a tutti gli esseri accompagnandoli nel cammino di salvezza. Il potere dell'impegno sul sentiero è una fonte costante di ispirazione e incoraggiamento. Facciamo voto di servire gli altri, di entrare in empatia con loro e di prenderci cura di loro con tutte le nostre forze.

Per esempio, Kadam Ghesce Ben Gungyal possedeva una collezione di pietre bianche e nere. Alla fine di ogni giornata analizzava se stesso e metteva da parte una pietra bianca per ogni pensiero o azione positiva e una pietra nera per ogni pensiero o azione negativa. A conclusione di questa autocoscienza, contava i mucchietti di pietre per prendere consapevolezza dei progressi e delle cadute. Se le pietre bianche superavano quelle nere, si congratulava con se stesso, ma senza falsi compiacimenti, al contrario, se le pietre nere predominavano, analizzava gli errori commessi proponendosi immediatamente di correggere e migliorare il proprio impegno e con umiltà e si poneva in preghiera al fine di attivare i buoni propositi.

È essenziale porre l'accento sulla realizzazione e crescita dell'attitudine di Bodhichitta, invece di preoccuparsi per aspirazioni egoistiche o personali. Bodhichitta significa l'impegno a intraprendere il sentiero che ci conduce a formulare un autentico voto per impegnarci a liberare tutti gli esseri. Pur riconoscendo i limiti dell'individuo, il voto serve come fonte di motivazione, incoraggiandoci a sforzarci di migliorare noi stessi. Giurare di servire gli altri ed entrare in empatia prendendosi cura di loro è un impegno che rafforza la nostra determinazione.

Nel contesto della pratica quotidiana la realizzazione di questo impegno può essere favorita dalla recitazione e contemplazione di varie preghiere, tra cui il Re delle preghiere "Aspirazione alle buone azioni" di Samantabhadra, e il decimo capitolo del Bodhicaryavatara, la Preghiera Lamrim e gli Otto Versi dell'Addestramento della Mente di Kadampa Geshe Langri Tangpa per citarne alcuni, ma ciò che è davvero essenziale è la vigile, ininterrotta attitudine mentale.

POTERE DELLA FAMILIARIZZAZIONE

Il quinto potere è la familiarizzazione, che consiste nel creare buone abitudini e familiarità con le pratiche del Dharma. Possiamo allenare la nostra consapevolezza e la nostra vigilanza in situazioni ripetute finché non diventano una seconda natura. Lo stesso approccio lo adottiamo quando ci alleniamo alla compassione compiendo buone azioni ed essendo gentili con gli altri, fino a quando non diventa una condizione naturale di vita così radicata da essere parte integrante di noi. La familiarità e l'abitudine consistono nel rendere queste pratiche una parte normale della nostra vita.

La familiarità consiste nel ripetere le pratiche di meditazione e contemplazione dei pensieri salutari e di rifiuto dei pensieri non salutari su base quotidiana e in modo costante durante il giorno e la notte, con consapevolezza e attenzione, fino a quando questi pensieri o atteggiamenti diventano in qualche modo una parte naturale e simultanea della vita e delle attività quotidiane.

Nella pratica quotidiana, meditare quotidianamente o costantemente su Lamrim breve e Lo-Jong può aiutare a rendere questi pensieri e azioni positivi familiari e infine parte essenziale della nostra vita.
 
 
DEDICA

Questa è una breve presentazione di come praticare la Consapevolezza quotidiana per condurre una vita armoniosa in un mondo agitato e rumoroso. Che possa essere di beneficio a molti esseri in cerca di pace interiore e felicità.
 
 "In breve, qualsiasi apparenza si presenti, buona o cattiva,
chiedo la vostra benedizione per trasformarle in un percorso di incremento dei due bodhichta,
attraverso la pratica dei cinque poteri, la quintessenza di tutto il Dharma,
e quindi alla meditazione della pura mente gioiosa".

Mahamudra - L'unione di beatitudine e vacuità


Roma, 31 gennaio 2025
 
 
 

Wednesday, 22 January 2025

L'essenza del Libro tibetano dei morti

 

L'essenza del Libro tibetano dei morti

Ghesce Gedun Tharchin


La meditazione nella illusione mentale

Tendiamo sempre a cercare la felicità all'esterno, nel mondo esterno, ma il gioiello più prezioso che ci rende esseri intelligenti, consapevoli, saggi, che soddisfa tutti i desideri, terreni e spirituali, e che non si può comprare in un supermercato e nemmeno nella gioielleria più prestigiosa, si può trovare solo in noi stessi ed è il tesoro inestimabile che ogni essere umano possiede naturalmente.

Non c'è bisogno di scavare freneticamente nel terreno o di spendere tutte le energie per trovarlo, basta essere spontanei, rilassati, in uno stato mentale che in tibetano si chiama Rang-Bab, che significa essere semplici nella quiete della propria naturalezza, e Nel-So, che rivela uno stato di totale rilassamento. Queste sono le due condizioni già insite nella natura umana scandite nel respiro calmo che infonde pace al corpo e alla mente e costituiscono la pratica di base per la ricerca interiore della gemma preziosa che ci permette di sperimentare concretamente nel corpo e nella mente la realizzazione di tutti i veri desideri che fanno crescere.

Mente e corpo non sono due entità separate o, peggio ancora, contrapposte, ma sono indissolubilmente connesse e interdipendenti, esiste una vera e propria trasformazione del corpo in spirito e dello spirito in corpo, non c'è divisione tra fisica e metafisica, come è stato dimostrato anche dalla scienza moderna e già affermato nell'antico buddhismo con la conoscenza e la descrizione del corpo di arcobaleno che simboleggia il penultimo stato di transizione della materia che inizia a trasformarsi in Pura Luce.

È importante meditare con questa visione unificata di sé in rilassatezza e naturalezza, senza costruire artificialmente alcuna separazione ingannevole; il corpo fisico e quello spirituale sono il laboratorio dove si forma l'essenza della nostra esistenza, il nostro respiro, la nostra mente. Non si tratta di fantasie, di sogni, ma di risultati concreti raggiungibili nella meditazione consapevole, rilassata e naturale, sia nella condizione presente di questa stessa vita, sia nella continuità di quella che sarà. Eppure è così difficile per noi abbandonare ogni resistenza e lasciare che la mente si culli nel ritmo della respirazione profonda e il corpo si rilassi armoniosamente, e questa rigidità è la causa della nostra sensazione di stanchezza costante.

I principali ostacoli che producono questa incessante agitazione che limita la nostra esistenza sono espressi in tibetano da due parole: Rewa e Dhogspa, sinteticamente fuse in un unico termine Re-Dhogs. Rewa può essere tradotto come "aspettativa" e indica quella tensione verso ogni evento presente e futuro, schiacciata dalle preoccupazioni per questa vita e dalla costante paura per le prossime possibili vite, una tensione assurda che ci fa vivere in costante insoddisfazione e preoccupazione, accompagnandoci fino alla morte, che raggiungeremo affrontando il secondo ostacolo, Dhogs-Pa, cioè con il dubbio, la sfiducia, la paura.


I pensieri illusori, rNam-rTog

Un altro termine è rNam-rTog, pensiero illusorio, che indica la nostra propensione a costruire, pur su basi di per sé vere, edifici di carta del tutto ingannevoli, e da questa visione errata derivano le paure, i demoni che condizionano tutta la nostra esistenza.

Il più grande yogi tibetano, Milarepa, che ha colto appieno il valore spirituale del Dharma, affermava che l'unico nemico è il risultato delle nostre illusorie costruzioni.

La maggior parte delle aspettative artificiali che suscitiamo sono irrealizzabili, inconsistenti, così come le paure, i dubbi, i sospetti, tutto è unicamente frutto delle nostre fantasie. Per non cadere in ulteriori inganni, è molto importante imparare a distinguere le aspettative delle aspirazioni e i dubbi che ci dominano costantemente dalle domande giuste. Se non abbiamo una chiara visione di questa differenza sostanziale, cadremo nell'inganno dei desideri e delle incertezze che elaborano le false domande.

È quindi indispensabile essere sempre vigili e analizzare consapevolmente la propria interiorità con concentrazione, moralità e saggezza, perché le aspettative e i dubbi sono il risultato dell'assenza di queste qualità. L'aspirazione che conduce alla giusta domanda si basa sulla concentrazione consapevole nella moralità e nella saggezza; è il sentiero che induce il rilassamento spontaneo della mente e del corpo nel loro stato naturale, mentre tutte le false aspettative aumentano l'agitazione e l'insoddisfazione. Gli ostacoli più grandi sono quindi i pensieri illusori pieni di Re-Dhog, aspettative, dubbi, sospetti, e possono essere superati solo nella paziente pratica spirituale quotidiana basata sulla consapevolezza di quelle aspirazioni reali che pongono le giuste domande.

Le condizioni di vita sono diverse per ogni individuo, ma i valori spirituali sono assolutamente uguali per tutti gli esseri umani e tutti hanno le stesse opportunità di realizzarli. È proprio questa costante ricerca interiore che ci riporta costantemente alla bellezza di ogni momento della vita e alla potenza dell'esperienza profonda che faremo nella morte, ed è per questo che è sempre importante affrontare con lucidità e apertura mentale il processo del morire, evento che accadrà e che non deve trovarci impreparati. Invece, il pensiero della morte generalmente terrorizza e viene inesorabilmente e scioccamente rimosso dai popoli più ricchi e pragmatici, sempre proiettati sul dover "fare" con frenesia e profitto, piuttosto che sulla necessità di voler "Essere", come la realtà europea e nordamericana. Nelle antiche culture tribali asiatiche e persino africane, invece, la morte è considerata un aspetto della vita che viene accolto con rispetto e sacralità, viene osservata profondamente e mai nascosta.


Il Libro Tibetano dei morti, Bar-do Thos-grol

Perché è così importante saper affrontare la morte con maturità e consapevolezza? Perché è un evento intrinseco e sacro della vita stessa, al pari della nascita, e per questo il grande maestro Padma Sambhava, compose nell'VIII o IX secolo il prezioso testo del "Bar-do Thos-grol" il cui significato letterale è -Liberazione della mente attraverso l'ascolto di questo insegnamento-, ma impropriamente tradotto nelle lingue occidentali con il più misterioso e accattivante titolo "Il libro tibetano dei morti" così da essere quasi paragonato al più famoso testo egiziano. Bar-do è la descrizione dello stato intermedio che segna il processo di transizione tra la vita appena conclusa e quella a venire.

Questo significa che il sottile legame di continuità non si spezza mai veramente, anche la morte, intesa come fine definitiva di tutto, non può esistere. Non è una fine, ma una trasformazione, il passaggio da uno stato all'altro, a un'altra condizione.

I tibetani hanno a lungo approfondito il Bar-do, elaborando i vari passaggi che nella loro tradizione sono molto lineari e semplici. Nella morte c'è innanzitutto una graduale dissoluzione, prima degli aspetti più grossolani della persona, sia fisicamente che mentalmente, per poi passare agli aspetti più sottili e sfumati e questo processo viene descritto nei versi seguenti con termini carichi di significato.


Bar-do nel buddismo tibetano

Il Bar-do, fondamentale per il cammino umano, è lo stato intermedio tra la vita appena conclusa e quella a venire. Il passaggio dalla vita alla morte non avviene in un solo istante, infatti l'essere umano umano sperimenta prima i venti passi della dissoluzione grossolana, fisica, e poi i sei passi della dissoluzione sottile, interiore, che sono i seguenti:

I venti passi della dissoluzione grossolana:

 1. L'aggregato della forma
2. Lo specchio della saggezza
3. L'elemento terra
4. La facoltà dell'occhio
5. La forma dell'oggetto

6. L'aggregato delle sensazioni
7. La saggezza dell'uguaglianza
8. L'elemento dell'acqua
9. La facoltà dell'orecchio
10. L'oggetto sonoro

11. L'aggregato della percezione
12. La saggezza del discernimento
13. L'elemento del fuoco
14. La facoltà del naso
15. L'oggetto odore

16. L'aggregato di formazioni
17. La saggezza onnicomprensiva
18. L'elemento vento
19. La facoltà del linguaggio
20. L'oggetto del gusto

Le sei fasi della sottile dissoluzione interiore:

1) La terra si dissolve in acqua
2) L'acqua si dissolve nel fuoco
3) Il fuoco si dissolve nel vento
4) Il vento si dissolve nella coscienza
5) La coscienza si dissolve nello spazio

6) Le quattro visioni mentre lo spazio si dissolve in luminosità;

  A) Apparenza: L'essenza bianca ottenuta dal padre scende dalla corona e, quando raggiunge il cuore, si verifica quella che viene chiamata "apparenza". Come segno esteriore, è accompagnata da un'esperienza di bianchezza, come quando la luce della luna riempie un cielo completamente limpido e senza nuvole. Come segno interiore, c'è una chiara esperienza della chiarezza del sé, della coscienza, priva di qualsiasi pensiero grossolano focalizzato sugli oggetti percepiti.

    B) Espansione: quando il sottile elemento rosso della madre sale dalla base del canale centrale, la saggezza dell'apparenza svanisce in "espansione". Come segno esteriore, la visione rossa si dispiega come un cielo senza nuvole pervaso dalla luce del sole. Come segno interiore, c'è uno stato mentale estremamente chiaro, privo di qualsiasi pensiero grossolano, concentrato su chi percepisce.

    C) Conseguimento: Quando le sottili essenze bianca e rossa si incontrano nel cuore, la saggezza dell'accrescimento si dissolve in "conseguimento". Attraverso di essa, come segno esteriore, si sperimenta il nero, come la fitta oscurità che cala quando il cielo diventa completamente nero. Come segno interiore, i pensieri estremamente sottili che coinvolgono gli oggetti percepiti e i soggetti percepenti diventano completamente assenti e tutti i concetti distinti basati sull'aspetto esteriore della mente svaniscono, così che, mentre la mente dualistica ordinaria cessa, sorge la saggezza dell'ottenimento.

    D) Luminosità: Quando le essenze sottili del sangue e del respiro, i bindus A e HAṂ e così via, che si trovano all'interno del canale bianco, simile alla seta, nel cuore, si dissolvono completamente, sorge la luminosità del terreno del momento della morte. Come segno esteriore, si ha un'esperienza di vuoto e di chiarezza senza centro né periferia, come un cielo senza nuvole, completamente sereno. Come segno interiore, si rimane nella saggezza co-emergente, non concettuale, completamente non elaborata. Se, dopo aver riconosciuto questo, riuscite a stabilirvi in un'esperienza continua del momento presente, le luminosità della madre e del bambino si incontreranno insieme e sarete liberati nel primo bardo.


La vita nel Bar-do

In questo primo stato, dalla luminosità in cui si sono dissolte le tre visioni, le apparenze si dispiegano gradualmente di nuovo e si forma il corpo del bardo del divenire. Nella prima parte di questo bardo, per quanto lunga possa essere, si ha la forma dell'aspetto della vita precedente, mentre nella seconda metà si assume l'aspetto della vita a venire o dell'eventuale rinascita. Tutte le facoltà sensoriali sono intatte e potete viaggiare ovunque, tranne che nel grembo materno, miracolosamente e senza ostacoli. Siete invisibili a tutti, tranne che a coloro che si trovano nella stessa condizione, cioè agli altri esseri del bardo e a coloro che hanno raggiunto la visione divina.

Poiché avete assunto qualcosa di simile a un corpo di sogno, per esempio, che si genera in un istante e non conosce né la luce né la completa oscurità, questo è noto come il "bardo della semioscurità". In questo momento è difficile rendersi conto di essere morti, quindi sono stati indicati alcuni indizi che segnalano che ci si trova nel bardo. Per esempio, non si vede il sole o la luna quando si guarda il cielo, non si lasciano impronte e non si proiettano ombre.

In questa fase si verificano esperienze di ogni tipo, sia positive che negative, come risultato di un karma sia buono che cattivo. In particolare, ci sono i quattro cosiddetti "suoni che inducono paura":

il suono di una montagna che crolla, che proviene dal prāṇan della terra (elemento naturale della vita).

il suono delle onde che si infrangono nell'oceano, che proviene dal prāṇan dell'acqua;

il suono del fuoco che devasta una foresta, che proviene dal prāṇaṇan;

il suono di mille tuoni simultanei, che proviene dal vento prāṇaṇ.


La ricerca della rinascita

I cosiddetti "tre abissi terrificanti" sono i tre abissi bianco, rosso e nero che sono le forme spontanee dei tre veleni. Quando li si vede e ci si cade dentro, si entra nel ventre materno. Questo è anche lo stadio in cui si intraprende la ricerca di un luogo di nascita, si sente il desiderio di una casa e di un corpo, e così via. Possono verificarsi varie visioni, che sono indizi dell'ingresso in un luogo di nascita, con apparizioni come ruote di luce, caverne, cavità vuote, animali maschi e femmine, esseri umani maschi e femmine, e così via.


La preparazione alla liberazione nel Bar-do

All'inizio, quando si ha la certezza che si sta per morire, si devono tagliare tutti i legami e gli attaccamenti maturati in questa vita. È bene confessare dal profondo del cuore tutte le cadute e le rotture del samaya, le azioni dannose e così via, ma con amore e perdono, senza dedicare nemmeno un momento a sentirsi in colpa per le azioni negative compiute o per il bene non dato, non bisogna temere la morte e voler rimanere attaccati a questa vita.

Al contrario, sperimentate la felicità e la gioia e dite a voi stessi: "Ora riconoscerò la Chiara Luce della morte", oppure, se questo non è possibile, pensate: "Poiché sicuramente userò il bardo come un'opportunità per viaggiare in un regno puro come Akaniṣṭṣhṭ a, Zang Dok Palri o Sukhāvatī, sarò gioioso". Mantenete, senza mai lasciarvela sfuggire, la forte intenzione e il pensiero: "Viaggerò nei regni puri!".

Delicatamente, in modo rilassato, mentre vi stabilite in un'esperienza di pratica, fatelo con chiarezza, consapevoli di lasciare andare uno per uno tutti gli aspetti di questa vita. Poiché non potrete praticare nessuna istruzione di Dharma sconosciuta, affidatevi solo alle pratiche di meditazione che sono più chiare per voi in questo momento.

Questi due punti - stabilire una pratica in questo modo e aspirare a viaggiare in una terra pura come Zang Dok Pari - sono insuperabili. In particolare, è assolutamente essenziale formare ripetutamente l'intenzione di viaggiare nella terra pura di vostra scelta. È estremamente importante rendersi conto che anche ora, sia di giorno che di notte, non si deve mai abbandonare questo pensiero.


La preghiera di invocazione per la liberazione sul pericoloso sentiero del Bar-do

"Saluto con rispetto la moltitudine di Guru, Deva, Dākini.
Possa il loro grande amore essere la nostra guida sul sentiero.

Ahimè, mentre sono in preda a una profonda illusione,
sto vagando nella trasmigrazione,
Che i maestri della linea di trasmissione mi guidino.
E la moltitudine dei loro compagni Dākini mi segua
Sul sentiero luminoso, al di là di ogni distrazione,
dell'ascolto dell'insegnamento, della riflessione, della meditazione.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
E di essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre con rabbia feroce
sto vagando nella trasmigrazione,
Che il vittorioso Vajrasattva mi guidi
E il suo compagno Buddha Locanā mi segua
sul sentiero di luce della Saggezza dello Specchio Chiaro.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre sono in preda a un forte orgoglio
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che mi guidi il vittorioso Ratnasambhava
E il suo compagno Mamākī seguirmi,
sul sentiero di luce della chiara Saggezza dell'Uguaglianza.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre in preda a un forte attaccamento
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che mi guidi il benedetto Amitābha
E il suo compagno Pāndaravāsinī seguirmi,
sul sentiero di luce della chiara saggezza discriminante.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre in preda a una feroce gelosia
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che il benedetto Amoghasiddhi mi guidi
E che il suo compagno Samaya Tārā mi segua
sul sentiero di luce della Chiara Saggezza che realizza le Azioni.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddha
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre sono in preda a una profonda ignoranza
sto vagando nella trasmigrazione,
Che il vittorioso Vairocana mi guidi
E il suo compagno Dhātu Iśvarī mi segua
Sul sentiero di luce della Chiara Saggezza del Dhāmātu.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddità, totalmente perfezionato.

Ahimè, mentre sono in preda a intense visioni illusorie, vago nella trasmigrazione.
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che mi guidi la moltitudine dei pacifici e feroci Vittoriani
E la moltitudine degli irati Dhātu Iśvarī mi segua
Sul sentiero di luce dell'abbandono di visioni paurose e terrificanti.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
ed essere condotto allo stato di Buddità
Completamente perfezionato.

Ahimè, mentre sono in preda a forti tracce karmiche
Sto vagando nella trasmigrazione,
Che mi guidino gli Eroi detentori della Saggezza
E la moltitudine delle loro consorti Dākini mi segua
Sul sentiero di luce della Chiara Saggezza Innata.
Chiedo di superare il pericoloso sentiero del temibile Bar-do
Ed essere condotto allo stato di Buddità
Completamente perfezionato.

Che l'elemento dello spazio non mi appaia come un nemico,
Che io possa vedere la dimensione del Buddha Blu Puro.

Che l'elemento dell'acqua non mi appaia come un nemico,
Che io possa vedere la Pura Dimensione del Buddha Bianco.

Che l'elemento terra non mi appaia come un nemico,
Che io possa vedere la Dimensione Pura del Buddha Giallo.

Che l'elemento fuoco non mi appaia come un nemico,
Che io possa vedere la Dimensione Pura del Buddha Rosso.

Che l'elemento dell'aria non mi appaia come un nemico,
Che io possa vedere la Dimensione Pura del Buddha Verde.

Che suoni, luci e raggi non mi appaiano come nemici,
Che io possa vedere la Pura Dimensione delle infinite forme pacifiche e feroci.

Che gli elementi dell'arcobaleno non mi appaiano come nemici,
Che io possa vedere le Dimensioni Pure di tutti i Buddha.

Per il potere dei Maestri della linea di trasmissione,
Per la compassione della moltitudine di divinità,
Le infinite forme pacifiche e feroci,
Per l'energia delle mie pure intenzioni,
Possa, qualsiasi cosa io abbia ora invocato, realizzarsi. "

Conclusione

Questa breve presentazione sul Bar-do è stata realizzata utilizzando varie fonti antiche e facilitando la descrizione dei concetti e del linguaggio utilizzato, rendendola più comprensibile. Spero che possa essere utile a molti di voi che sono interessati all'argomento.

ROMA: 19.01.2025


NOTA: Sarei lieto di ricevere qualsiasi suggerimento e feedback per un ulteriore chiarimento e miglioramento del testo.  L'autore

Friday, 3 January 2025

Meditazione del Silenzio


Meditazione del Silenzio


Nel mondo contemporaneo i periodi di silenzio e di quiete sono diventati sempre più rari e preziosi. Queste qualità tendono a essere salvaguardate nelle varie tradizioni spirituali e sono assolutamente prioritarie nella meditazione buddhista. L'immobilità e il silenzio riducono l'ansia e migliorano l'umore, oltre a potenziare la concentrazione e la memoria. Il modo in cui gli individui si dedicano a questi pacifici momenti di silenzio varia ed è determinato principalmente dalle circostanze personali e dalle condizioni della loro vita.

 

Tuttavia, tutti gli esseri possiedono la capacità di coltivare il silenzio, che implica la conservazione della propria preziosa Mente. La mente è la fonte di tutte le azioni, i pensieri, le virtù e i difetti.


La domanda su come prendersi cura della propria Mente sorge spontanea e trova risposta nella meditazione, una capacità innata in ogni essere umano e già trasmessa di generazione in generazione dai nostri antenati che vivevano in grotte, foreste e deserti.

 

Questi individui avevano scoperto che l'immobilità e il silenzio erano insiti nella loro esistenza e avevano quindi imparato ad accogliere queste qualità come un aspetto naturale del loro stile di vita nomade, perfettamente connesso con la natura di cui si sentivano parte integrante e che veneravano con grande rispetto mentre attraversavano foreste, montagne, grotte e deserti.

 

In epoca contemporanea, invece, questi stili di vita naturali sono andati perduti, l'ambiente naturale è costantemente contaminato e considerato solo come strumentale alle esigenze degli umani e gli antichi siti sono stati trasformati in attrazioni, destinazioni turistiche e luoghi di svago adattati artificialmente alle comodità ritenute prioritarie e senza alcun rispetto per la natura e la sua infinita bellezza.

 

Purtroppo, nel mondo contemporaneo il perseguimento degli interessi economici è arrivato a dominare tutti gli aspetti dell'attività umana, tentando di nascondere o, peggio, di annullare tutti i valori naturali che un tempo avevano caratterizzato il nostro rapporto con il mondo naturale e alimentavano la crescita della nostra coscienza in condivisione consapevole, compassione e saggezza.

 

È quindi essenziale ritrovare il silenzio che costituisce l'elemento determinante per conservare la mente in uno stato di chiarezza e purezza. È basilare riconoscere che il silenzio è intrinseco alla mente, rappresenta un processo di autopotenziamento, una sorgente infinita all'interno della mente stessa e una fonte illimitata di energia.

 

L'efficacia del silenzio non dipende da luoghi o strutture specifiche; tuttavia, un ambiente armonioso aiuta certamente a trovare nel rilassamento la capacità di sperimentarne l'efficacia e il potere.

 

Preservare il silenzio mentale significa essenzialmente promuovere una mente silenziosa, in sintonia con il silenzio interiore. Non è necessario soffermarsi rigidamente sull'ambiente esterno, ma piuttosto cercare di concentrarsi e connettersi con la propria interiorità.

 

È dimostrato che questo silenzio o pace interiore ha un impatto profondamente positivo sull'equilibrio dello stato fisico in generale e sul benessere del corpo umano.


È fondamentale riconoscere che la nostra mente ha bisogno di nutrienti essenziali, primo fra tutti il silenzio in uno stato di tranquillità mentale privo di distrazioni e, al fine di raggiungere questo obiettivo, è certamente importante vivere nella quiete e nell'armonia di un ambiente sano.

 

Anche scientificamente è stato dimostrato che un periodo di quiete, per quanto breve, permette alla mente di decomprimere, organizzare le informazioni e ripristinare le risorse cognitive.


Le pressioni della società moderna, impostata esclusivamente sul “fare” e non sull'“essere”, che ci impongono di essere costantemente attivi e produttivi, ostacolano la possibilità di sperimentare i benefici ristoratori della quiete interiore.

 

In ogni ambito, mentale, psicologico, scientifico e religioso, è stato dimostrato che la pratica della contemplazione silenziosa ha un impatto positivo sul benessere mentale. In particolare, si è osservato che riduce l'ansia, migliora l'umore e le capacità di concentrazione e memoria. Questo fenomeno può essere attribuito all'infinito potenziale del mondo naturale che ci riporta incessantemente alla necessità di una pausa dalle continue richieste della vita moderna, permettendo al cervello di recuperare preziosissime energie vitali.

 

Per questo ogni forma meditativa è fondamentale e la pratica della meditazione camminata in un ambiente naturale è altamente raccomandata.


Il concetto di silenzio, quindi, non è uno stato di assenza, ma piuttosto uno spazio fertile dove si possono trovare soluzioni a vari problemi e risorse interiori insospettate.

 

Di conseguenza, il silenzio può essere considerato un vuoto pieno di possibilità e di attività. La nozione di spirito, di quiete spirituale o di silenzio consapevole corrisponde al concetto di "Niṣkāmakarma" azione disinteressata nel linguaggio vedantico, mentre il "wu wei" è indicato come "azione senza azione" nella tradizione confuciana, mentre il buddhismo si riferisce ad esso come "rinuncia", un atteggiamento e una motivazione di non attaccamento, e nel cristianesimo è espresso dal termine "povertà" che implica semplicità di vita.

 

Tuttavia, è necessario essere consapevoli che la capacità di sperimentare il silenzio deve essere coltivata con serenità e pazienza, perché possono verificarsi condizioni in cui gli individui, pur desiderando il silenzio, sono ostacolati dall'ansia o dall'irrequietezza nonostante si trovino in un ambiente tranquillo. Tuttavia, questi ostacoli sono facilmente superabili perché la vera essenza del silenzio comprende un silenzio interiore, uno stato della mente libero dalle distrazioni dei pensieri concettuali. Questo stato di quiete interiore è sperimentato dalla mente stessa ed è in questo senso che il concetto di mente silenziosa può essere pienamente realizzato.

 

La pratica dell'auto-assorbimento in questo stato d'essere è caratterizzata da sentimenti di beatitudine, pace e soddisfazione che sono componenti fondamentale della pratica stessa.

In tutte le circostanze, il rumore è una seria minaccia per la nostra salute e per le nostre capacità cognitive. Il rumore provoca stress, soprattutto quando abbiamo poco o nessun controllo su di esso, e il rumore esterno alimenta inevitabilmente il rumore interno dell'inutile chiacchiericcio mentale che danneggia l'attenzione e, a sua volta, mina le capacità cognitive e la memoria.

 

I danni prodotti dal rumore sono sempre più evidenti, ma è necessario riappropriarsi del silenzio non solo per contrastare questi effetti nocivi, ma soprattutto perché il potere del silenzio per la mente e per il corpo è in realtà qualcosa di più grande e profondo dell'atto stesso di superare lo stress e il fastidio.

 

È un'idea semplice ma potente: provare ad ascoltare in silenzio, l'atto di ascoltare il silenzio, può di per sé arricchire la nostra capacità di pensare, di percepire l'intuizione e di comprendere.


L'idea di imparare a fare silenzio, di lasciare che la mente silenziosa ascolti e assorba il silenzio nella pratica della sua stessa meditazione è il primo indispensabile rudimento della contemplazione, il prerequisito di ogni saggezza.

 

Esiste anche lo Yoga del Suono, che descrive la pratica come sintonizzazione con il "suono del silenzio". Una pratica di meditazione che si concentra sull'osservazione dei pensieri o del respiro mentre si ascolta il silenzio, semplicemente prestando attenzione alla sinfonia del silenzio che vibra nel cuore, risuona e diviene parte della propria mente.

 

La meditazione di ascolto del silenzio è puro rilassamento pieno di autentica gioia profonda. Trascorrere un po' di tempo in silenzio significa fare una pratica di meditazione molto semplice, ascoltare il silenzio interiore è regalarsi del tempo prezioso per riscoprire la bellezza dell'armonia interiore che si connette all'armonia universale.


Geshe Gedun Tharchin
ROME: 03.01.2025