Sunday 22 September 2019

BHAKTI YOGA




Discorsi di Dharma di Lama Geshe G. THARCHIN
Bakhti Yoga
BAKHTI FESTIVAL UMBRIA
2018

Bakhti festival è un evento importante in quanto è finalizzato ad arricchire il valore umano tramite la nostra attività quotidiana, siamo dunque qui per ricaricarci con la necessaria energia positiva che è il motore che ci accompagna nel cammino interiore mostrandoci la nostra natura divina già in noi.
Tutti gli eventi a cui parteciperemo con i canti, la musica, le preghiere, la riflessione, la meditazione e il lavoro sono tutti ugualmente complementari alla purificazione ed evoluzione di ogni istante in questi preziosi tre giorni di ritiro spirituale.
Ogni momento intensamente vissuto nello spirito è davvero basilare sempre e più che mai oggi in questa epoca che è la feccia dei tempi degenerati, il kāliyuga, e dunque il nostro contributo è fondamentale per recuperare la pace, la tranquillità, gli indispensabili valori dell’esistenza umana, infatti non a caso Babaji insiste sulla necessità di praticare instancabilmente il karma yoga.
La pratica del karma yoga è ciò che noi viviamo nella quotidianità, null’altro, però dobbiamo esserne consapevoli e questo è ciò che può trasformare completamente la nostra esistenza. Ogni azione che compiamo da mattina a sera, dalla più umile alla più complessa è karma yoga, questo servizio rivolto al benessere degli altri con consapevolezza è la pratica di Dharma che trasforma radicalmente la nostra mente e il nostro cuore e imprime il senso stesso all’esistenza umana.
È importante saper riconoscere che la pratica del karma yoga comprende tutto ciò che facciamo purché sia fatto per gli altri, se fosse solo per noi stessi sarebbe inutile e vuoto, invece ciò che lo trasforma e infonde valore è l’attitudine consapevole riposta in qualsiasi azione, dalla pulizia della casa alla preparazione della colazione o di qualunque altro lavoro, purché sia per il benessere comune, nella relazione con altri.
La pratica del Dharma non è qualcosa di avulso dalla realtà, ma sta proprio nella quotidianità, nelle piccole cose, ciò che ne fa la differenza è l’intenzione dell’azione disinteressata. Se agissimo esclusivamente per noi stessi uccideremmo la nostra anima e questo è davvero tremendo.
In occidente spesso anche studiosi che presumono di sapere tutto affermano con sicumera che il buddhismo nega l’esistenza dell’anima e di Dio, ma questo è falso, da dove viene una simile sciocchezza? Tutti questi fraintendimenti confondono le persone.
L’anima è importantissima, la sua purezza è l’essenza divina interiore, ma se noi la neghiamo e la sostituiamo con l’ego praticamente ci suicidiamo ad ogni istante nella nostra spiritualità, annientiamo ogni possibile essenza interiore.
Ogni lavoro svolto nella consapevolezza dell’atto di amore incondizionato diventa fonte di autentica e profonda gioia, leggerezza, pace, mentre quando ci sentiamo sopraffatti dalla fatica, dall’insoddisfazione significa che stiamo seguendo con attaccamento il nostro ego e non abbiamo alcuna consapevolezza dell’anima che vive nella relazione, nell’inscindibile interdipendenza e connessione con il tutto nell’amore.
Soltanto dopo aver praticato il karma yoga nella giornata possiamo passare al Bakhti yoga, la pratica della devozione nella fede, che indifferentemente può essere dedicata a Dio, al Guru, alla preghiera stessa, poiché è ciò che include e completa il Dharma con il karma yoga e lo Gyani yoga nell’intenzione di amore e dedizione incondizionati.
La devozione non è mai rivolta a un soggetto particolare, ma questo rappresenta semplicemente la nostra profonda pura intenzione di offrire ogni atto, pensiero e parola con amore e dedizione per il bene di tutti e possiamo rivolgere la nostra devozione a Dio, al Buddha, al Cristo, al Guru, a ciò che vogliamo, non importa, perché non è un omaggio a una determinata persona, o oggetto, ma è la più vera attitudine interiore dell’anima pura, liberata dall’inganno dell’ego, è porre il cuore nella profonda pace del samādhi.
Entrare nella pace della mente-cuore, nel samādhi, è stare in quello stato di profondo rilassamento che sperimentiamo nel momento in cui perdiamo ogni volontà di controllo e di coscienza e ci lasciamo andare dolcemente nel sonno, perché quando già dormiamo non è più samādhi e quando siamo svegli abbiamo consapevolezza di tutto.
Queste fasi sono tutte molto importanti e per questo esiste anche lo yoga del sonno e del sogno e prima di tutto dobbiamo porci questa domanda: “che cosa è il sonno”?
Risposte: - È la sospensione dello stato di coscienza…; - Non avere più consapevolezza del corpo…; - Lo chiamano il piccolo fratello della morte…; - Il sonno senza sogno è completa inconsapevolezza…;- Il sonno è un samādhi non consapevole…
Lama: Quando noi diciamo samādhi siamo nel profondo rilassamento della mente cuore, ma il sonno è altro e dobbiamo capire la differenza tra i due status della mente, molto somiglianti tra loro, ma differenti, e la differenza sta proprio nella diversa consapevolezza.
Lo yoga del sonno è molto importante, durante il tempo di veglia dobbiamo incessantemente sviluppare consapevolezza con presenza mentale in tutto ciò che facciamo, e pratichiamo il karma yoga dell’azione disinteressata con l’attitudine di essere in toto al servizio e in profonda unione con gli altri, perché noi esistiamo realmente come esseri umani soltanto in quanto relazione, ogni azione che resti a livello individuale è inutile, vana, è l’illusione della distorta visione della realtà.
Nei Veda ci sono moltissimi testi che descrivono questo fondamentale fenomeno, ma uno in particolare è importantissimo anche se di non facile comprensione, si riferisce alla liberazione interiore che slega dal tempo, tempo che non deve essere inteso nel senso comunemente convenzionale, è Kal il dio del tempo, e solo il Bakhti yoga ce ne può liberare. Kal non risparmia, né Ram, né Krishna, né i più grandi saggi, tutti siamo soggetti mortali, nessuno escluso.
Per superare il tempo, per uscire dall’angusta prigione di Kal, dobbiamo purificarci liberandoci da qualsiasi tipo di karma e per farlo dobbiamo lasciare andare tutte le sovrastrutture concettuali, mentali, uscire dall’ego prepotente quanto ingannevole, e la pratica che ci accompagna in questo percorso è il karma yoga, il trasformare ogni azione con l’attitudine altruistica, questa è la piena trasformazione della mente che scioglie tutte le catene liberandoci da ogni karma, sia negativo che positivo, non più ignoranza, né conoscenza concettuale, né inutili chiacchiere mentali e non più ego che è il nostro peggior schiavista.
Dobbiamo percorrere la via verso la liberazione non producendo più karma, e questo è possibile affrontando quattro tappe:
1) non rimanere pigramente fermi nell’oscuramento mentale che ci rende incoscienti nell’ignoranza;
2) non lascarci ingannare dai pensieri concettuali che costantemente ci inducono a illuderci di essere dei sapienti;
3) imparare a zittire la mente che si consuma nelle infinite e inutili chiacchiere mentali infatti non smettiamo un momento di parlare con noi stessi;
4) osservare consapevolmente l’ego, il nostro padrone pericoloso, riconoscendolo per quello che è, e aprire invece la mente e il cuore al divino che c’è in ogni essere, sentire questo amore che va ben oltre la meschinità individuale.
Questi quattro elementi sono requisiti basilari per la pratica del Bakhti tramite il karma yoga, e non è riferita solo al lavoro manuale, ma comprende ogni pratica fisica, mentale, verbale, realizzando così la possibilità di superare e non produrre più altro karma negativo, positivo o neutro. Questo è il Bakhti yoga che ci libera e apre il cuore all’amore incondizionato e trasforma ogni azione in karma yoga sino da farci giungere alla fine al samādhi, la profonda meditazione in cui siamo in uno stato molto sottile di sonno cosciente, risvegliato.
Il passaggio dalla vita alla morte dell’essenza vitale è entrare nel samādhi, è il processo di assorbimento della coscienza dal livello grossolano a quello sottile. Una morte incosciente è soltanto un evento fisico, mentre una morte cosciente diventa samādhi in cui consapevolmente lasciamo il corpo, liberi dall’ego, dall’ignoranza, dalla conoscenza concettuale e dai condizionamenti mentali. Solo questa profonda pura consapevolezza è la chiave che permette il passaggio dal livello grossolano a quello sottile e ci protegge dagli l’attacchi di questi quattro ostacoli interrompendo la produzione di pesante karma.
Un altro tema molto importante, oggetto di studio in questo seminario, è il Mantra, che non è solo recitazione ripetitiva di preghiere ma anche meditazione, ogni movimento cosciente può essere mantra.
Mantra è ciò che libera la mente e nel buddhismo tibetano questa è la pratica del Mantrayāna che è un approccio diretto per liberare la mente, rigidamente schiava del mondo materiale, dai condizionamenti del samsāra.
La pratica del mantra induce quella calma mentale che ci permette di percepire tutta la realtà nella natura di Brahman, nel cristianesimo dello Spirito santo. In questo modo possiamo uscire dall’inganno dell’apparenza ordinaria e mondana e vedere la vera natura della realtà nella sua purezza priva di ogni impurità e difetto e in questa visione siamo benedetti nella beatitudine.
Il primo passo nel Mantrayāna è la pratica di protezione, cioè di trasformazione della percezione ordinaria in percezione pura anche se certamente non è facile avere questa visione e richiede la vigilanza e consapevolezza costante che riconosce l’interconnessione inscindibile di tutta la realtà, noi compresi, per cui decade ogni dualismo, ogni individualismo, vediamo che siamo realmente parte del tutto.
Noi viviamo nell’epoca del kāliyuga, (la feccia dei tempi degenerati) in cui il karma si costruisce in modo sempre più pesante e l’unica possibilità di liberarci dall’oppressione che ci fa percepire esclusivamente tutti gli errori e il male del mondo è purificare e liberare la mente in modo da trasformare la nostra percezione in visione chiara della vera essenza immensa della realtà nella sua assoluta purezza, liberata da ogni illusione e inganno.
Nell’imperfezione del particolare con cui ci scontriamo quotidianamente possiamo giungere a vedere la perfezione nel tutto grazie alla trasformazione della mente-cuore nell’amore puro, nell’attitudine disinteressata compiendo ogni azione per il bene degli altri e mai per un interesse personale. Ogni difficoltà nella via di mezzo dell’amore disinteressato è superata.
Importante nel nostro cammino non sono le risposte che sempre cerchiamo affannosamente, ma il porsi costantemente le giuste domande, questo significa realizzare la volontà del Guru, non dipendere pigramente dalle indicazione esteriori, prefabbricate, come invece sempre, sbagliando, vorremmo. Bakhti è appunto la ricerca autentica nella comprensione di ciò che è la volontà del Guru.
La volontà del Guru è importante, noi non la conosciamo, sappiamo che la grandezza degli esseri spirituali è nell’abbandono di ogni sovrastruttura e ostacolo mentale, di ogni conoscenza, scienza, dispersione mentale e orgoglio, dunque per noi è fondamentale comprendere che noi stessi non abbiamo altra possibilità per giungere alla pace della visione pura che abbandonare conoscenza, scienza, mente e orgoglio, perché nel momento in cui lasciamo il corpo i primi elementi si dissolvono come semi nella mente sottile, mentre l’ininterrotta chiacchiera mentale si dissolve nella coscienza e infine l’orgoglio, il vero ostacolo ad ogni qualità, è definitivamente eliminato.
Nell’abbandono di questi quattro fattori si manifesta la saggezza del terzo occhio, la visione divina e il nostro compito non è tanto quello di abbandonare istantaneamente questi elementi, ma di interromperne l’influenza che crea karma restando, anche se per pochi istanti, in questa purezza interiore, ecco perché è fondamentale la pratica di bakhti, dello yoga della meditazione, di samādhi che ci fa entrare nella profondità della coscienza sottile in cui è impossibile anche la minima manifestazione di orgoglio, di ego, è la via naturale del mantra, che libera da ogni impurità.
Bakhti è un termine sanscrito tradotto in italiano con “pratica devozionale” manifestazione della fede, e la fede è esclusivamente personale, nessuno ce la può dare dall’esterno, sia che si parli di fede in senso strettamente religioso che, altrettanto, di fede in se stessi, nel proprio valore umano di amore, pazienza, perdono, tolleranza, compassione, generosità, moralità, concentrazione, entusiastica, saggezza.
Tutte queste qualità nel nostro cuore sono innate, ma il problema è che non sappiamo riconoscerle perché siamo esclusivamente occupati nelle forti emozioni di attaccamento, rabbia, gelosia, odio, orgoglio, ego sconfinato, distrazioni mentali…e quindi perdiamo ogni fiducia in noi stessi, dimentichiamo le nostre qualità innate e ci lasciamo sopraffare dalla paura. Soltanto tramite questa pratica di purificazione, di samādhi, possiamo naturalmente superare tutti gli ostacoli e scoprire in noi la natura divina, le qualità innate in noi.

(segue breve meditazione)

Lama: Allora, come vi sentite? Siete riusciti a connettervi con la vostra mente-cuore?
È comunque un buon esercizio perché soltanto quando si riesce ad addentrarsi nella profondità della propria mente se ne possono vedere con chiarezza le qualità, perché con la meditazione noi entriamo concretamente nell’anatomia spirituale, sottile, che è assai più potente di quella fisica. Il Bakhti yoga è la concentrazione che permette la connessione con mente-cuore e in questo modo si riesce a far emergere limpidamente l’essenza umana, l’amore, e non c’è nulla che conti più di questo, tutto dipende dalla compassione, dall’amore.
La consapevolezza nella meditazione è la forza del cammino spirituale.

Grazie a tutti per la partecipazione a questo incontro.