Tuesday, 10 June 2025

HOME


IL MONDO DEL BUDDHISIMO IN ITALIANO
Archivio Buddhadharma di Lama Geshe Tharchin G. Lharampa 

ཆོས་ཀྱི་སྦྱིན་པ་སྦྱིན་པ་ཀུན་ལས་རྒྱལ།།
ཆོས་ཀྱི་རོ་ནི་རོ་རྣམས་ཀུན་ལས་རྒྱལ།།
ཆོས་ཀྱི་དགའ་བ་དགའ་བ་ཀུན་ལས་རྒྱལ།།
སྲེད་པ་ཟད་པ་སྡུག་བསྔལ་ཀུན་ལས་རྒྱལ།།
Il dono del Dharma trascende tutti gli altri doni.
Il gusto del Dharma è superiore a tutti gli altri gusti.
La gioia del Dharma conquista tutte le altre gioie.
L'eliminazione della brama è la vittoria su tutte le sofferenze.


ll Buddhadharma, gli Insegnamenti del Buddha, si riferisce agli insegnamenti e alle pratiche che costituiscono il nucleo della tradizione buddhista. Comprende la saggezza del Buddha, i principi etici e il percorso di liberazione dalla sofferenza. Il buddhismo non è solo una questione di conoscenza intellettuale; è uno stile di vita che mira a raggiungere la gioia e l'illuminazione.

 

  1. PROGRAMMA
  2. DONAZIONE 
  3. LE ATTIVITÀ SOCIALI
  4. Bodhicitta e Genrosità
  5. Verità e Amore
  6. I Principi del Dharma
  7. La Prospettiva Inter-religiosa di Gandhi
  8. Gli Otto versi trasformazione della mente e Cuore
  9. Il Mahamudra
  10. Yoga del Sogno e Morte
  11. Scienza del Buddhisimo
  12. Dove La Mente?
  13. Tavola Rotonda per il Dialogo
  14. Dharma Seplice
  15. Primo Convegno Nazionale - Il Futuro di Gandhi
  16. Uscire dalla Confusione
  17. Pratica dei Sette Rami
  18. Tre Tipi di Buddha
  19. Pratica di Dharma e Vita
  20. La Motivazione e L'Atteggiamento
  21. Compassione, Gentilezza ed Equanimità
  22. Dharma e Umanità
  23. Natura Interdipendente
  24. La Vita nel Buddhisimo
  25. Nota del Kalachakra
  26. Meditazione come Osservazione della Mente
  27. I Tre Aspetti Principale del Sentiero
  28. Preghiera e Meditazione come Aspirazione e Realizzazione
  29. Preghiera del Lam Rim
  30. Lam Rim Dharma
  31. Entrare nel Mahayana
  32. Senso della vita
  33. Tradizione Kadampa
  34. L'importanza del nostro sonno
  35. I Tre Livelli dei Lam Rim
  36. L'saggezza della vita
  37. Pratica di Lam Rim
  38. 400 versi di Aryadeva e I Tre Livelli della Pratica
  39. Pratica di Dharma e decostruzione
  40. Il Sutra del Cuore della Saggezza
  41. Mahamudra Essenziale
  42. La Triplice pratica quotidiana
  43. Versi per generare la Bodhicitta
  44. LA MOTIVAZIONE E L'INTENZIONE
  45. LA ESSENZA DEL LAM RIM
  46. Lam Rim Canto di Esperienze_ Lam-rim bsdus-don (LAMRIM breve) di Lama Tsong Khapa
  47. Il Valore Spirituale nella Vita Quotidiana 1°
  48. Il Valore Spirituale nella Vita Quotidiana 2°
  49. Il Valore Spirituale nella Vita Quotidiana 3°
  50. COME TRASFORMARE LA EMOZIONI
  51. I DODECI ANELLI DELL'ORIGINE INTERDIPENDENTE
  52. LE SEI PARAMITA
  53. Mangala Sutta
  54. LA GRANDE COMPASSIONE - PRATICA DI AVALOKETSVARA
  55. VINCERE LA RABBIA E L'ODIO
  56. LA PRATICA DEL TONG LEN
  57. COMMENTARIO SUL SUTRA DEL ESSENZA DELLA SAGGEZZA
  58. LE QUATTRO NOBILI VERITA'
  59. BEATITUDINE DELLA SOLITUDINE NELLA VACUITA'
  60. COMMENTARIO DI IL CANTO DELLA QUATTRO CONSAPEVOLEZZA DEL 7° DALAI LAMA
  61. Eutanasia e Vita nel Buddismo
  62. COMMENTARIO DI IL SUTRA DEL CUORE DELLA PERFEZIONE DELLA SAGGEZZA
  63. LA GRANDE LIBERAZIONE DELLA MENTE - BARDO THOS-GROL
  64. DHARMA E ADHARMA
  65. IL SILENZIO E IL SEGRETO DELLA MENTE
  66. RILASSARSI E DIMORARE NELLO STATO ORIGINARIO DELLA MENTE
  67. INTRODUZIONE A LAM RIM E LO JONG
  68. LA VITA DEL BODDHISATTVA
  69. LA NATURA DI SOFFERENZA
  70. IL KARMA E LA VITA
  71. Il senso della vita umana
  72. CONSIGLIO DAL NAGARJUNA - LETTERA AD UN AMICO
  73. Commentario di LAM RIM PRATICHE PRELIMINARI-JOR CHò_2°
  74. Commento di LAMRIM PRATICHE PRELIMINARI_JOR CHò_1°
  75. JOR CHÖ - Meditazioni e pratiche preliminari  
  76. IL SENSO DELLA MORTE
  77. SENTIERO MANTRA-YANA E LAM RIM
  78. MAHAMUDRA E CONSAPEVOLEZZA
  79. IL DIAMANTE CHE TAGLIA LE ILLUSIONI
  80. ACCUMULAZIONE DI MERITI E SAGGEZZA
  81. Il Karma
  82. TECNICHE DI MEDITAZIONE
  83. LA MENTE NEL MAHAMUDRA
  84. TRASFORMARE LA PROPIA VITA CON RESPIRO
  85. VIVERE IN ARMONIA NEL MONDO QUI E ORA
  86. Mio viaggio Estivo 2014
  87. Lo Sforzo
  88. SVILUPPARE UN CUORE NUOVO
  89. TRANQUILLITÀ' DELLA MENTE E REALIZZAZIONE DEL SE'
  90. Le azioni del Boddhisattva
  91. Nota dell’autore e Indici - LA VIA DEL NIRVANA
  92. Preghiere di Maha-mudra
  93. Giornata di Tzongkhapa
  94. INTRODUZIONE ALLA TESI DI DOTTORATO DI Geshe GEDUN THARCHIN
  95. Dialogo Inter-religioso e un arte delle religioni
  96. I sette punti addestramento mentale
  97. LA PACE INTERIORE IN UN MONDO STRESSANTE
  98. LO YOGA DEL SONNO E DEL SOGNI
  99. LO YOGA TIBETANO DEL SONNO E DEL SOGNO II
  100. LO YOGA TANTRICO
  101. LO YOGA DEL CORPO ILLUSORIO
  102. Preghiera di GGT
  103. LA VIA DELLA BEATITUDINE
  104. LA PURA VISIONE DEL MANTRA-YANA
  105. La lampada per il sentiero dell'illuminazion
  106. Mantra nel Buddhisimo
  107. TU SIE PREGHERA/MEDITAZIONE
  108. LA PRATICA DELLA MEDITAZIONE E DELLA VISUALIZZAZIONE
  109. ISTRUZIONI E PRATICA DELLA VISUALIZZAZIONE TANTRICA
  110. LA MENTE NEL BUDDHISMO TIBETANO
  111. KARMA, MEDITAZIONE E TRASFORMAZIONE INTERIORE
  112. COMPASSIONE NEL BUDDHISMO TIBETANO
  113. AUGURI DI NUOVO ANNO 2019
  114. LE EMOZIONI NEL BUDDHISMO
  115. CONVERSAZIONE SU RAIMON PANIKKAR
  116. AUGURI DI LOSAR CAPODANNO TIBETANO 2146
  117. MMDLXIII Anniversario di Vesak Internazionale
  118. BAKHTI YOGA
  119. LA PRATICA DI CONSAPEVOLEZZA DELLA VISIONE SUPERIORE
  120. LA PRATICA DELLO DZOGCHEN
  121. Mahamudra tradizione orale di Ganden
  122. Anno Je Tsongkhapa - 600ª ricorrenza della sua ascesa al Parinirvāna
  123. MAHAMUDRA TRASMISSIONE ORALE DEL GADEN KAGYU
  124. IL NOBILE OTTUPLICE SENTIERO DEL DHARMA
  125. Felice Nuovo Anno Tibetano Topo-Metallo 2147
  126. LA PRATICA DELLO DZOGCHEN 2°
  127. Pasqua 2020
  128. Introduzione Geshe THARCHIN Gedun
  129. Vesak Internazionale 2020
  130. Osservazione di Saka Dawa, Vesak Tibetano
  131. Buddha mantra e Avaloketesvara mantra
  132. Saka Dawa la generazione del Bodhicitta
  133. Recitazione di Mantra
  134. Lhabab Dhuchen 2020
  135. Un approccio buddista per affrontare il difficile periodo della pandemia COVID-19.
  136. Commemorare giornata di Tsongkhapa 2020
  137. Conversazione sul Insegnamenti Smart Dharma
  138. KARMA E COVID-19  
  139. 64° Anniversario del 10 marzo 1959
  140. la via per un nuovo dialogo
  141. La generosità
  142. La rinuncia
  143. La pazienza
  144. SVILUPPARE BODHICITTA
  145. La via della liberazione
  146. La concentrazione
  147. La compassione e La saggezza
  148. IL DHARMA, L'insegnamento del Buddha
  149. La saggezza
  150. Le sedici leggi umana pura
  151. La natura di Buddha  
  152. La moralità e Etica 
  153. Amare la natura, vivere in modo naturale
  154. Vesak 2021
  155. FELICE 2022
  156. Capodanno tibetano (Losar) 2022 
  157. Giornata Internazionale del Vesak 2022 
  158. Traduzione Italiano die note di Dharma scritto in Tibetano
  159. ZOOM MEETING DHARMA SUGATA
  160. GGT VISITA NEPAL 2022 
  161. Buon Natale e Felice Anno Nuovo! 2022 - 2023
  162. IL VALORE SPIRITUALE NELLA VITA QUOTIDIANA
  163. 88 Buon compleanno!
  164. MINDFULNESS DELLA VITA QUOTIDIANA
  165. LO – JONG I sette punti della formazione di Bodhicitta
  166. LA VISIONE DELLA VIA DI MEZZO
  167. LE OTTO SESSIONI PRATICA DI LO JONG 
  168. La pratica sette rami di devozione, di accumulazione di meriti e di Purificazione
  169. Sadhana del Buddha Sakya muni
  170. Sadhana del Buddha della Medicina 
  171. Sadhana del Avalokiteshavara
  172. Pratica del Arya Tara 
  173. BUON NATALE e FELICE ANNO 2024
  174. Progetto per un CENTRO DI MEDITAZIONE a Roma  
  175. Mahamudra Istruzione di Mahasiddha Tilopa
  176. La realta di connessione 
  177. Losar 2024
  178. VESAK per LA PACE 2024
  179. Il significato del Bodhisattva Avalokiteshvara
  180. La realtà della Impermanenza
  181. Come coltivare la felicità attraverso la meditazione
  182. Un ricordo di 20 anni fa-Compleanno del Dalai Lama 
  183. La mente silenziosa, la mente illuminata
  184. Il significato dei quattro sigilli di Buddha 
  185. Il ruolo della religione nel trasformare la vita in liberazione 
  186. La Mente Tri-dimensionale, La Mente Intelligente
  187. Buone feste e Auguri 2025
  188. La meditazione del silenzio  
  189. L'essenza del Libro tibetano dei morti  
  190. Come integrare il Dharma nella propria vita
  191. Meditazione su Amitābha e lo yoga del sonno
  192. Le tre-serie di consigli fondamentali
  193. Ventuno Aspetti Supremi del Dharma  
  194. Un canto spirituale sulle otto difficoltà supreme 
  195. Un semplice esercizio di meditazione per iniziare   
  196. Preghiera dell'offerta di luce 
  197. Il gioiello del cuore dei coraggiosi aspiranti alla Liberazione  
  198. La ghirlanda di gioielli dei Bodhisattva
  199. Il VESAK 2025
  200. Il Mese sacro di Saga Dawa 2025 
  201. La Consapevolezza della festa del Saga Dawa Vesak 2025 
  202. ENGLISH 
  203. བོད་ཡིག 
  204.  

    Che tutti gli esseri, ovunque, siano felici e liberi.
    Lokah Samastah Sukhino Bhavantu
    May all beings everywhere be happy and free.
    འཇིག་རྟེན་ཁམས་ཀུན་ཕན་བདེ་དང་རང་དབང་གིས་ཁྱབ་པར་སྨོན།

La Consapevolezza della festa del Saga Dawa Vesak 2025



 La Consapevolezza della festa del Saga Dawa Vesak 2025
 
Saga Dawa, in tibetano, significa il quarto mese dell'anno, noto anche come mese del Vesak. Si ritiene che nel primo mattino del giorno di luna piena Siddharta Goutam abbia raggiunto l'Illuminazione sotto l'albero della Bodhi a Bodhgaya.

Questa riproduzione online del Maha-Satipatthana Sutta (Il Grande Discorso sui Fondamenti della Presenza Mentale) in italiano, insieme a un link alla versione inglese, è dedicata al ricordo della vita e delle attività del Buddha Sakyamuni in occasione del Saga Dawa, la festa del Vesak del Buddhismo tibetano, che cade con la luna piena di mercoledì 11 giugno 2025.

Che possa portare pace e nirvana a tutti gli esseri senzienti attraverso la coltivazione della consapevolezza della Bodhi. 

Geshe G. Tharchin 


Maha-satipatthana Sutta - Il grande sermone sui fondamenti della presenza mentale

Così ho sentito. Una volta il Benedetto soggiornava nel paese dei Kuru, in una città dei Kuru chiamata Kammasadhamma. Là il Benedetto si è rivolto ai monaci dicendo: “Monaci”. I monaci hanno risposto:”Signore”. Il Benedetto allora disse: ‘ I quattro fondamenti della presenza mentale sono il sentiero diretto per la purificazione degli esseri, per vincere la sofferenza e la pena, per liberarsi dal dolore e dall’angoscia, per realizzare il giusto metodo e raggiungere la liberazione. 

Quali quattro? 

Ecco: un monaco rimane concentrato presso il corpo sul corpo – instancabile, attento e consapevole – avendo rimosso la cupidigia e l’angoscia nei riguardi del mondo; 

rimane concentrato presso le sensazioni sulle sensazioni – instancabile, attento e consapevole – avendo rimosso la cupidigia e l’angoscia nei riguardi del mondo; 

rimane concentrato presso la mente sulla mente – instancabile , attento e consapevole – avendo rimosso la cupidigia e l’angoscia nei riguardi del mondo; 

rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali – instancabile, attento e consapevole – avendo rimosso la cupidigia e l’angoscia nei riguardi del mondo.

La contemplazione del corpo

“E come fa un monaco a rimanere concentrato presso il corpo sul corpo? 

“Un monaco – si reca in una foresta, ai piedi di un albero in un luogo isolato, siede incrociando le gambe, mantenendo il corpo eretto e applicando la piena attenzione. 

Consapevole inspira, consapevole espira. Quando inspira lungamente è consapevole di inspirare lungamente; quando espira lungamente è consapevole di espirare lungamente; quando inspira brevemente, è consapevole di inspirare brevemente; quando espira brevemente è consapevole di espirare brevemente. Egli si esercita ad inspirare sperimentando l’intero corpo e ad espirare sperimentando l’intero corpo. Egli si esercita ad inspirare calmando l’attività corporea dell’inspirazione e ad espirare calmando l’attività corporea dell’espirazione.

Così come un abile vasaio o il suo apprendista facendo girare lungamente (la ruota) sa che la sta facendo girare lungamente, oppure facendo girare brevemente (la ruota) sa che la sta facendo girare brevemente. Così il monaco quando inspira lungamente è consapevole di inspirare lungamente, quando espira lungamente è consapevole di espirare lungamente, quando inspira brevemente è consapevole di inspirare brevemente e quando espira brevemente è consapevole di espirare brevemente. Egli si esercita ad inspirare calmando l’attività corporea dell’inspirazione e ad espirare calmando l’attività corporea dell’espirazione. 

In questo modo rimane concentrato presso il corpo interno sul corpo, o presso il corpo esterno sul corpo o interiormente e esteriormente presso il corpo. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere del corpo, o sul fenomeno del cessare del corpo o sui fenomeni del nascere e cessare del corpo. La sua consapevolezza che “esiste un corpo” viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena presenza mentale. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. 

Così un monaco rimane concentrato presso il corpo sul corpo. “Inoltre: il monaco, quando cammina, è consapevole che sta camminando, quando è in piedi è consapevole che sta in piedi, quando è seduto è consapevole che sta seduto, quando è sdraiato è consapevole che sta sdraiato. In qualsiasi posizione sia il proprio corpo egli ne è consapevole. 

“Inoltre: il monaco è pienamente consapevole di ciò che sta facendo, quando viene e quando va; quando guarda e quando non guarda; quando si china e quando si distende; quando indossa l’abito e quando porta la scodella dell’elemosina; quando mangia e quando beve; quando mastica e quando gusta; quando defeca e quando urina; quando cammina o quando sta seduto; quando s’addormenta e quando si risveglia, quando parla e quando rimane in silenzio, egli è sempre pienamente consapevole. 

 “Come se vi fosse un sacco, con due aperture una sopra e una sotto, pieno di vari tipi di grani – frumento, riso, fagioli verdi, fagioli nani, semi di sesamo, riso decorticato – e un uomo di buona vista, aprendolo, controllasse: “Questo è frumento. Questo è riso. Questi sono fagioli verdi. Questi sono fagioli nani. Questi sono semi di sesamo. Questo è riso decorticato”, così o monaci, un monaco contempla il proprio stesso corpo: dalle piante dei piedi verso l’alto e dalla cima della testa verso il basso, coperto dalla pelle e pieno di vari generi di cose impure: ‘in questo corpo ci sono capelli, peli, unghie, denti, pelle, carne, tendini, ossa, midollo osseo, reni, cuore, fegato, pleura, milza, polmoni, stomaco, intestini, esofago, feci, bile, flegma, pus, sangue, sudore, grasso, lacrime, siero, saliva, muco, liquido articolare, urina”. 

“Come se un abile macellaio o il suo apprendista, dopo aver macellato una mucca, la dividesse a pezzi, così il monaco contempla il proprio stesso corpo in termini di elementi: ‘in questo corpo c’è l’elemento terra, l’elemento acqua, l’elemento fuoco e l’elemento aria.” 

“O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa aperta – un giorno, due giorni, tre giorni – gonfio, livido, putrefatto, così il monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile” 

“O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa aperta, divorato da corvi, avvoltoi, falchi, cani, iene e da altre specie di animali, così il monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile”
“O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa aperta, ridotto ad uno scheletro dove carne e sangue sono dissolti, tenuto assieme solo dai tendini, così il monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile”
“O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa aperta, uno scheletro senza più carne, con sangue sparso sulle ossa tenute assieme dai tendini, così il monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile”
“O ancora , come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa aperta, uno scheletro senza più sangue né carne con le ossa tenute assieme dai tendini, così il monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile”
“O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa aperta, ridotto ad un mucchio d’ossa non più tenute assieme dai tendini, sparse in tutte le direzioni: qui un osso della mano, là un osso del piede, della gamba, della coscia, dell’anca , una costola, una mandibola, denti e frammenti del cranio, così il monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile”
“O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa aperta, di cui rimangono solo le ossa, bianche come le conchiglie, così il monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile”
“O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa aperta, le cui ossa, dopo un anno, sono state ammucchiate, così il monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile”
“O ancora, come se dovesse vedere un cadavere gettato in una fossa aperta, ridotto ad ossa putrefatte e polverizzate, così il monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile”
In questo modo rimane concentrato presso il corpo interno sul corpo, o presso il corpo esterno sul corpo o interiormente e esteriormente presso il corpo sul corpo. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere del corpo, o sul fenomeno del cessare del corpo o sui fenomeni del nascere e cessare del corpo. La sua consapevolezza che “esiste un corpo” viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena presenza mentale. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato presso il corpo sul corpo.

La contemplazione delle sensazioni

E come fa un monaco a rimanere concentrato presso le sensazioni sulle sensazioni?
“Un monaco, quando prova una sensazione dolorosa, è consapevole di provare una sensazione dolorosa. Quando prova una sensazione piacevole, è consapevole di provare una sensazione piacevole. 

Quando prova una sensazione indifferente, è consapevole di provare una sensazione indifferente. 

Quando prova una sensazione dolorosa materiale, è consapevole di provare una sensazione dolorosa materiale. 

Quando prova una sensazione dolorosa non materiale, è consapevole di provare una sensazione dolorosa non materiale. 

Quando prova una sensazione piacevole materiale, è consapevole di provare una sensazione piacevole materiale. 

 Quando prova una sensazione piacevole non materiale, è consapevole di provare una sensazione piacevole non materiale. 

Quando prova una sensazione indifferente materiale, è consapevole di provare una sensazione indifferente materiale. 

Quando prova una sensazione indifferente non materiale, è consapevole di provare una sensazione indifferente non materiale. In questo modo rimane concentrato presso le sensazioni interne sulle sensazioni, o presso le sensazioni esterne sulle sensazioni o interiormente e esteriormente presso le sensazioni sulle sensazioni. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere delle sensazioni, o sul fenomeno del cessare delle sensazioni o sui fenomeni del nascere e cessare delle sensazioni. La sua consapevolezza che “esistono le sensazioni” viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato presso le sensazioni sulle sensazioni.

La consapevolezza della mente

E come fa un monaco a rimanere concentrato presso la mente sulla mente?
“Un monaco, quando nella mente vi è passione, è consapevole che nella mente c’è passione. Quando nella mente non vi è passione, è consapevole che nella mente non c’è passione. Quando nella mente vi è avversione, è consapevole che nella mente c’è avversione. Quando nella mente non vi è avversione, è consapevole che nella mente non c’è avversione. Quando nella mente vi è delusione, è consapevole che nella mente c’è delusione. Quando nella mente non vi è delusione, è consapevole che nella mente non c’è delusione.
‘Quando la mente è limitata, è consapevole che la mente è limitata. Quando la mente è agitata, è consapevole che la mente è agitata. Quando la mente è esaltata, è consapevole che la mente è esaltata. Quando la mente non è esaltata, è consapevole che la mente non è esaltata. Quando la mente è trascesa, è consapevole che la mente è trascesa. Quando la mente non è trascesa, è consapevole che la mente non è trascesa. Quando la mente è concentrata, è consapevole che la mente è concentrata. Quando la mente non è concentrata, è consapevole che la mente non è concentrata. Quando la mente è liberata, è consapevole che la mente è liberata. Quando la mente non è liberata, è consapevole che la mente non è liberata.
In questo modo rimane concentrato presso la mente interna sulla mente, o presso la mente esterna sulla mente o interiormente e esteriormente presso la mente sulla mente. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere della mente, o sul fenomeno del cessare della mente o sui fenomeni del nascere e cessare della mente. La sua consapevolezza che “esiste la mente” viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato sulla mente in essa e su essa.

La contemplazione degli oggetti mentali

E come fa un monaco a rimanere concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali?
” Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai cinque ostacoli. E come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai cinque ostacoli? Quando in lui vi è desiderio sensuale, un monaco è consapevole che ‘vi è desiderio sensuale in me. O, quando in lui non vi è desiderio sensuale, è consapevole che ‘non c’è desiderio sensuale in me. Egli è consapevole come nasca il desiderio sensuale non ancora nato. E’ consapevole come il desiderio sensuale nato in lui venga abbandonato. Ed è consapevole come il desiderio sensuale – una volta abbandonato – non compaia più.
Così quando in lui sono presenti: malizia o pigrizia e torpore o ansia ed agitazione o dubbio o altri oggetti mentali; egli n’è consapevole.
In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali, o presso gli oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti mentali. La sua consapevolezza che “esistono gli oggetti mentali” viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai cinque ostacoli.


“Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai cinque aggregati dell’attaccamento (khandha). E come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai cinque aggregati dell’attaccamento (khandha)?
Un monaco è consapevole che ‘questa è la forma (rupa), questa è la sua origine, questa è la sua cessazione.’
‘queste sono le sensazioni (vedana), questa è la loro origine, questa è la loro cessazione.’
‘questa è la percezione (sanna), questa è la sua origine, questa è la sua cessazione.’ ;
‘questi sono gli elementi condizionati (sankhara – pensiero discorsivo, volizione), questa è la loro origine, questa è la loro cessazione.’ ;
‘questa è la coscienza (vinnana), questa è la sua origine, questa è la sua cessazione.’; In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali, o presso gli oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti mentali. La sua consapevolezza che “esistono gli oggetti mentali” viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai cinque aggregati dell’attaccamento (khandha). 

“Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai sei sensi della percezione, interni ed esterni. E come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai sei sensi della percezione, interni ed esterni.
Un monaco conosce l’occhio, conosce le forme, conosce quei legami generati dal contatto tra occhio e forme. Egli è consapevole come nascano questi legami non ancora nati. E’ consapevole come questi legami nati in lui vengano abbandonati. Ed è consapevole come tali legami – una volta abbandonati – non compaiano più.
Così, conoscendo l’orecchio ed il suono; il naso e l’odore; la lingua ed il sapore; il corpo e le sensazioni fisiche come nascano questi legami generati dal contatto. E’ consapevole come questi legami nati in lui vengano abbandonati. Ed è consapevole come tali legami – una volta abbandonati –non compaiano più. In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali, o presso gli oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti mentali. La sua consapevolezza che “esistono gli oggetti mentali” viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai sei sensi della percezione, interni ed esterni.

I sette fattori del Risveglio

“Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai sette fattori del risveglio. E come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai sette fattori del risveglio? Quando in lui è presente il fattore del risveglio della presenza mentale è consapevole che in lui vi è la presenza mentale come fattore del risveglio Oppure quando in lui non è presente il fattore del risveglio della presenza mentale è consapevole che in lui non c’è la presenza mentale come fattore del risveglio. Egli è consapevole come vi sia il nascere della presenza mentale – non ancora sorta –come fattore del risveglio. E è consapevole del completamento dello sviluppo della presenza mentale come fattore del risveglio, una volta che questa è sorta.

(La stessa formula è ripetuta per i rimanenti fattori del Risveglio: analisi della dottrina, persistenza, beatitudine, serenità, concentrazione ed equanimità.)

In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali, o presso gli oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti mentali. La sua consapevolezza che “esistono gli oggetti mentali” viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali, in riferimento ai sette fattori del risveglio.

Le Quattro Nobili Verità

” Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento alle quattro nobili verità. E come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento alle quattro nobili verità? Egli conosce – attraverso l’esperienza presente – “Questo è il dolore…… Questa è l’origine del dolore…… Questa è la cessazione del dolore……Questo è il sentiero che porta alla cessazione del dolore……
(I) “E cos’è, o monaci, la nobile verità del dolore? La nascita è dolore, la vecchiaia è dolore, la morte è dolore, la sofferenza, le lamentazioni, il dolore fisico, l’angoscia e la disperazione sono dolore. Essere costretti al contatto con ciò che non si ama è dolore, essere separati da ciò che si ama è dolore. Non ottenere ciò che si desidera è dolore. In breve i cinque aggregati dell’attaccamento (khandha) sono dolore.
‘E cos’è la nascita? Ogni nascita, il nascere, il discendere, il venire al mondo, l’uscire, l’apparire degli aggregati e acquisire la sfera dei sensi – di vari esseri in questo o quel gruppo di esseri – questo è chiamato nascita.
‘E cos’è la vecchiaia? Ogni invecchiamento, la decadenza, la fragilità, la canizie, la rugosità, il declino della forza vitale, l’indebolimento delle facoltà di vari esseri in questo o quel gruppo di esseri, questo è chiamato vecchiaia.
‘E cos’è la morte? Ogni decesso, la distruzione, la scomparsa, il morire, la morte, l’esaurimento del proprio tempo, la distruzione degli aggregati, l’uscita dal corpo, l’interruzione delle facoltà vitali di vari esseri in questo o quel gruppo di esseri, questo è chiamato morte.
‘E cos’è la sofferenza? Ciò che dispiace, l’afflizione, la tristezza, il dispiacere, il dolore interiore di chi soffre per la cattiva sorte, l’essere colpito da eventi dolorosi, questa è chiamata sofferenza.
“E cos’è la lamentazione? Ogni pianto, l’addolorarsi, il grido, le lacrime, il piangere, il lamento di chiunque soffra per la cattiva sorte, colpito da eventi dolorosi, questa è chiamata lamentazione.
“E cos’è il dolore fisico? Ogni dolore che colpisce il corpo, disagio, dolore e stress causati dal contatto fisico, questo è chiamato dolore fisico.
“E cos’è l’angoscia? Ogni dolore psichico, disagio mentale, dolore e stress che nascono dal contatto con la mente, questa è chiamata angoscia.
“E cos’è la disperazione? Ogni depressione, la disperazione di chiunque soffra per la cattiva sorte, colpito da eventi dolorosi, questa è chiamata disperazione.
“E perché è doloroso essere costretti al contatto con ciò che non si ama? Quando uno è soggetto a visioni, suoni, odori, sapori o sensazioni tattili indesiderabili, sgradevoli, ripugnanti. Oppure quando ha contatti, connessioni, relazioni, interazioni con quelli che gli augurano malattie, che desiderano il suo male, il suo disagio, la sua schiavitù. Questo è chiamato dolore causato dal contatto con ciò che non si ama.
“E perché è doloroso essere separati da ciò che si ama? Quando uno è privato delle visioni, suoni, odori, sapori o sensazioni tattili desiderabili, gradevoli, attraenti. Oppure quando non ha contatti, connessioni, relazioni, interazioni con quelli che desiderano il suo bene, il suo benessere, il suo agio, la sua libertà dalla schiavitù. Separato da madre, padre, fratelli, sorelle, amici, compagni o parenti. Questo è chiamato dolore causato dalla separazione da ciò che si ama.
“E perché è doloroso non ottenere ciò che si desidera? Per le creature soggette alla nascita nasce il desiderio ” se si potesse non essere più soggetti alla nascita, se si potesse non nascere più”. Ma questo con il desiderio non può essere raggiunto. Questo è il dolore che consiste nel non ottenere ciò che si desidera. Per le creature soggette alla vecchiaia ……. Alla malattia…. alla morte ….. alla sofferenza …..alla lamentazione …… al dolore fisico ……all’angoscia ….. alla disperazione nasce il desiderio “se si potesse non essere più soggetti alla disperazione, se si potesse non disperarci più”. Ma questo con il desiderio non può essere raggiunto. Questo è il dolore che consiste nel non ottenere ciò che si desidera. “E quali sono i cinque aggregati dell’attaccamento (khandha) che, in breve, sono dolore? La forma (rupa), le sensazioni (vedana), la percezione (sanna), gli elementi condizionati (sankhara – pensiero discorsivo, volizione), la coscienza (vinnana). Questi sono chiamati i cinque aggregati dell’attaccamento che – in breve – sono dolore. “Questa è chiamata la nobile verità del dolore.


(II) “E cos’è, o monaci, la nobile verità dell’origine del dolore? 

Il desiderio di ulteriori nascite, accompagnato dalla passione e dal piacere, goduto qui e là – come il desiderio di piaceri sensuali, il desiderio di essere, il desiderio di non essere.
“E dove nasce questo desiderio quando nasce? E dove si stabilisce quando si stabilisce? In tutto quello che è gradevole e attraente in termini mondani: è qui che il desiderio nasce quando nasce ed è qui che si stabilisce quando si stabilisce.
“E cos’è gradevole e attraente in termini mondani? L’occhio conduce a ciò che è gradevole e attraente in termini mondani: qui è dove nasce questo desiderio quando nasce. Qui si stabilisce quando si stabilisce. L’orecchio ……Il naso …..La lingua …..Il corpo …..La mente ……La forma ……. Il suono …..Il profumo …… Il sapore ……Il contatto fisico …. Le idee …..

La coscienza visiva ….. La coscienza uditiva …..La coscienza olfattiva …..La coscienza gustativa ……La coscienza fisica …..La coscienza mentale …..

Il contatto visivo ….. Il contatto uditivo …..Il contatto olfattivo …… Il contatto gustativo ….. Il contatto fisico ……Il contatto mentale ….. La sensazione nata dal contatto visivo ….. La sensazione nata dal contatto uditivo ……La sensazione nata dal contatto olfattivo …. La sensazione nata dal contatto gustativo …….La sensazione nata dal contatto fisico …. La sensazione nata dal contatto mentale

La percezione della forma …….. La percezione del suono ……La percezione del profumo …….La percezione del sapore …….La percezione del contatto fisico …. La percezione delle idee ……

La valutazione della forma …… La valutazione del suono ….. La valutazione del profumo ……. La valutazione del sapore ……La valutazione del contatto fisico …..La valutazione delle idee …..

Il desiderio della forma ….. Il desiderio del suono ……… Il desiderio del profumo …. Il desiderio del sapore …… Il desiderio del contatto fisico …..Il desiderio delle idee …..

Il pensiero sostenuto rivolto alla forma …… Il pensiero sostenuto rivolto al suono …. Il pensiero sostenuto rivolto al profumo …… Il pensiero sostenuto rivolto al sapore ….

Il pensiero sostenuto rivolto al contatto fisico …. Il pensiero sostenuto rivolto al idee…. ….La ricerca della forma …..La ricerca del suono …….La ricerca del profumo …..La ricerca del sapore …… La ricerca del contatto fisico …..La ricerca delle idee

Questa è chiamata la nobile verità dell’origine del dolore.


(III) “E cos’è, o monaci la nobile verità della cessazione del dolore? 

La scomparsa e la cessazione senza residui, la rinuncia, l’abbandono, la liberazione, il lasciar andare questo desiderio.
“E dove, quando viene abbandonato, questo desiderio è abbandonato? E quando – essendo cessato – esso cessa? In tutto ciò che è gradevole e attraente in termini mondani: qui è dove questo desiderio è abbandonato, quando viene abbandonato. Qui cessa, quando cessa.
“E cos’è gradevole e attraente in termini mondani? L’occhio conduce a ciò che è gradevole e attraente in termini mondani: qui è dove questo desiderio è abbandonato, quando viene abbandonato. Qui cessa, quando cessa.

L’orecchio ……Il naso ……La lingua …. Il corpo ….. La mente ….

La forma …….Il suono ….. Il profumo …. Il sapore …… Il contatto fisico ….Le idee ..

La coscienza visiva ….. La coscienza ……La coscienza olfattiva …..La coscienza gustativa ……. La coscienza ……La coscienza ……

Il contatto visivo…… Il contatto uditivo……. Il contatto olfattivo…….Il contatto gustativo…..

Il contatto fisico……. Il contatto mentale…….

La sensazione nata dal contatto visivo ….. La sensazione nata dal contatto uditivo ……La sensazione nata dal contatto olfattivo …. La sensazione nata dal contatto gustativo …….La sensazione nata dal contatto fisico …. La sensazione nata dal contatto mentale

La percezione della forma …….. La percezione del suono ……La percezione del profumo …….La percezione del sapore …….La percezione del contatto fisico …. La percezione delle idee ……

La valutazione della forma …… La valutazione del suono ….. La valutazione del profumo ……. La valutazione del sapore ……La valutazione del contatto fisico …..La valutazione delle idee …..

Il desiderio della forma ….. Il desiderio del suono ……… Il desiderio del profumo …. Il desiderio del sapore …… Il desiderio del contatto fisico …..Il desiderio delle idee …..

Il pensiero sostenuto rivolto alla forma …… Il pensiero sostenuto rivolto al suono …. Il pensiero sostenuto rivolto al profumo …… Il pensiero sostenuto rivolto al sapore ….

Il pensiero sostenuto rivolto al contatto fisico …. Il pensiero sostenuto rivolto al idee…. …

La ricerca della forma …..La ricerca del suono …….La ricerca del profumo …..La ricerca del sapore …… La ricerca del contatto fisico …..La ricerca delle idee

Questa è chiamata la nobile verità della cessazione del dolore.


(IV) “E cos’è o monaci la nobile verità del sentiero che porta alla cessazione del dolore? 

Il nobile ottuplice sentiero: retto pensiero, retta intenzione, retta parola, retta azione, retti mezzi di sostentamento, retto sforzo, retta consapevolezza, retta concentrazione.


“E cos’è il retto pensiero? La conoscenza delle quattro nobili verità: conoscenza del dolore, dell’origine del dolore, della cessazione del dolore, del sentiero che porta alla cessazione del dolore: questo è chiamato retto pensiero.


“E cos’è la retta intenzione? Aspirare alla rinuncia, a liberarsi dalla malevolenza, a non nuocere: questa è chiamata retta intenzione.


“E cos’è la retta parola? Astenersi dal mentire, da parole che dividono, da parole che feriscono e da chiacchiere: questa è chiamata retta parola.


“E cos’è la retta azione? Astenersi dall’uccidere, dal rubare, da una condotta sessuale illecita, dall’uso di intossicanti.

“E cosa sono i retti mezzi di sostentamento? Quando un discepolo del Nobile, avendo abbandonato la propria vita disonesta, si mantiene grazie a retti mezzi di sostentamento: questi sono chiamati retti mezzi di sostentamento.


“E cos’è il retto sforzo? Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua intenzione di evitare il sorgere di elementi nocivi e non utili, che non sono ancora sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua intenzione di abbandonare gli elementi nocivi e non utili, che sono sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua intenzione di far sorgere elementi utili, che non sono ancora sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua intenzione di mantenere, non confondere, aumentare, completare, sviluppare e culminare gli elementi utili che sono sorti: questo è chiamato retto sforzo.


“E cos’è la retta consapevolezza? Quando un monaco rimanendo concentrato sul corpo in esso e su esso – energico, attento e consapevole – abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo. Rimanendo concentrato sulle sensazioni in esse e su esse – energico, attento e consapevole – abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo. Rimanendo concentrato sulla mente in essa e su essa – energico, attento e consapevole – abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo. Rimanendo concentrato sugli oggetti mentali in essi e su essi – energico, attento e consapevole – abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo.


“E cos’è la retta concentrazione? Vi è il caso in cui un monaco – tranquillo, al riparo dalle passioni sensuali e dagli elementi mentali nocivi – entra e rimane nel primo jhana, costituito da beatitudine e piacere, sorti dal distacco, accompagnati dal pensiero sostenuto e dalla valutazione (critica). Rendendo stabile il pensiero sostenuto e la valutazione (critica) egli entra e rimane nel secondo jhana, costituito da beatitudine e piacere, sorti dalla composizione e unificazione della mente, libera dal pensiero sostenuto e dalla valutazione (critica). Con il cessare della beatitudine egli rimane equanime, consapevole e attento, fisicamente sensibile al piacere. Egli entra e rimane nel terzo jhana, del quale i Nobili dicono: “Equanime e consapevole egli ha una piacevole dimora”. Abbandonando il piacere e il dolore – con il primo dissolversi di gioia e preoccupazione – egli entra e rimane nel quarto jhana, costituito dalla pura equanimità e consapevolezza, priva di piacere e dolore. Questa è chiamata retta concentrazione. Questa è chiamata nobile verità del sentiero della pratica che porta alla cessazione del dolore.


In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali , o presso gli oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti mentali. La sua consapevolezza che “esistono gli oggetti mentali” viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali, in riferimento alle quattro nobili verità.

Conclusioni

“Ora, chiunque sviluppi in questo modo, questi quattro fondamenti della presenza mentale, per sette anni, otterrà uno di questi due frutti: la più alta conoscenza qui e ora, o – se vi fosse un residuo di dipendenza e attaccamento – il non ritorno (la cessazione delle future nascite).
…..per sei anni, …..per cinque anni, …… per quattro anni, …. per tre anni…… per due anni, …., per un anno, … per sette mesi, ….. per sei mesi……..per cinque mesi, …….per quattro mesi, …… ….. per tre mesi, ……..per due mesi, ……. per un mese, ……per mezzo mese, …..… per una settimana,….

Questo è il sentiero diretto per la purificazione degli esseri, per superare la sofferenza e il lamento, per liberarsi dal dolore e dall’angoscia, per praticare il giusto metodo e realizzare la liberazione – in altre parole i quattro fondamenti della presenza mentale.
Così fu detto e fu detto a proposito di questo”.
Questo è ciò che disse il Benedetto. Gratificati, i monaci si deliziarono nella parola del Benedetto.


The Mindfulness of Saka Dawa Vesak Festival 2025
 
Saga Dawa, in Tibetan, means the fourth month of the year, also known as the month of Vesak. In the early morning of the full moon day, Siddhartha Goutam is believed to have attained Enlightenment under the Bodhi tree in Bodhgaya.

This online reproduction of the Maha-Satipatthana Sutta (The Great Sermon on the Fundamentals of Mental Presence) in Italian, along with a link to the English version, is dedicated to remembering the life and activities of Buddha Sakyamuni on Saga Dawa, the Vesak festival of Tibetan Buddhism, which falls on the full moon of Wednesday, 11 June 2025.

May it bring peace and nirvana to all sentient beings through the cultivation of Bodhi awareness.

IN ENGLISH link: https://www.tipitaka.org/stp-pali-eng-parallel.html#24