Serie di lezione tenuta al Istituto Lamrim, Roma
Geshe Gedun Tharchin
Introduzione
all’essenza del Dharma
Lo
Scopo della Pratica è quello di dare un significato alla nostra
vita, abbiamo la sensazione che manchi sempre qualcosa e siamo alla
ricerca di qualcosa che ci dia appagamento: il Dharma è la risposta
a questa domanda.
Se
siamo in grado di gestirlo correttamente il Dharma non si troverà
fuori di noi, ma dentro noi stessi…..
fino
ad allora la nostra vita sarà fondamentalmente un vagare vagabondi
in quel posto di mezzo tra nessuna
parte e qualche
parte, la missione
della nostra vita non sarà stata ancora compiuta, ossia, la nostra
vita sarà stata sprecata. Avremo sprecato questa preziosa esistenza
umana per qualcosa di inutile.
Si
parla spesso di dignità umana …. ma la vera Dignità Umana è il
Dharma.
Se
abbiamo il Dharma dentro di noi, la nostra dignità sarà sempre lì,
non arriverà da fuori, ma bisognerà coltivarla dentro di noi.
La
parola DHARMA non coincide in questo caso con la parola Buddismo ma
con L’ESSENZA DELLA REALTA’.
Tutto
è Dharma e la realizzazione di questo Dharma dipende dalla nostra
Mente In parole semplici il Dharma della nostra Vita deve essere
un’esperienza gioiosa costante che si basa sulla realtà delle cose
e degli eventi.
Questo
Sforzo Gioioso basato sulla nostra Mente va applicato in ogni momento
e luogo; sarà un’Esperienza Gioiosa nei momenti gioiosi e quando
ci si troverà in un periodo difficile ……….. lo stesso.
l’Esperienza
Gioiosa
L’
Esperienza di Gioia
di cui parliamo ora non è l’esperienza convenzionale emotiva ma è
(una vera “realizzazione”) basata sulla Saggezza, sulla
Compassione e fintanto che le possederemo, avremo la capacità di
permanere in questo stato gioioso.
Questa
esperienza gioiosa ci darà la possibilità di creare un’atmosfera
gioiosa utile a se stessi ed agli altri e imprimerà un grande
impulso alla crescita delle qualità spirituali di tutti noi,
altrimenti ci sentiremo orgogliosi quando l’esperienza è positiva
e spiazzati nelle fasi negative e così non realizzeremo la vera
esperienza gioiosa e non saremo veramente in grado divertirci
veramente .
Lo
stato vitale delle persone passa comunemente da uno stato all’altro
tra eccitamento e depressione senza vera
gioia mentre
l’esperienza gioiosa stabile del Dharma bisogna mantenerla in tutte
le fasi della nostra vita così che ogni esperienza non ci potrà far
veramente vacillare o portarci fuori dalla nostra Via.
Grazie
a questa protezione,
potremo sempre imparare dalle esperienze pur negative.
Nel
testo di Lo-jong c’è una frase che invita a stare sempre in questo
stato gioioso sforzandosi di farlo diventare una costante della
nostra vita perché ogni esperienza diventi costruttiva.
Essere
qui in Italia, a Roma, i questo secolo è molto positivo:
intelligenza, rispetto dei popoli, un discreto benessere.
Ma
anche nelle esperienze veramente difficili bisogna mantenere
l’esperienza gioiosa e frasi come “ non ce la faccio” (un
tipico mantra italiano dice scherzando Ghesce- La …) sono inutili.
Quindi
semplicemente, l’esperienza gioiosa deve essere presente nella
nostra vita di tutti i giorni, nel quotidiano,
L’essenza
del Dharma è nel
perché noi facciamo
queste cose
Utilità
delle pratiche di meditazione
La
COMPASSIONE e la SAGGEZZA sono le qualità della Mente che bisogna
sviluppare attraverso le pratiche di Meditazione:
- LA MEDITAZIONE SUL PUNTO SINGOLO
- LA MEDITAZIONE ANALITICA
Già
possediamo naturalmente la Compassione e la Saggezza ma vanno
esercitate perché altrimenti, dimenticandocene, usiamo altre cose
….. e sbagliamo spesso.
Quindi
il Dharma significa usare la Concentrazione e l’Analisi per ogni
aspetto della nostra vita, senza usare rabbia, odio, eccitamento,
pigrizia etc. Bisogna cacciare via questi stati vitali e quando si
presentano dirgli: “ avete lavorato troppo, riposatevi “ ………
hanno lavorato tanto bene che bisognerà mandarli subito in
…...pensione.
L’ESPERIENZA
GIOIOSA è qualcosa di buono per se stessi e per gli altri.
A
questo punto potremmo praticare costantemente L’ESPERIENZA GIOIOSA
per tutta la vita, ma cosa significa veramente per tutta la vita? …
fino alla morte???
Le
quattro fasi della Vita
Convenzionalmente
si intende la vita dalla nascita alla morte ma la nostra Vita si può
considerare divisa in quattro parti in cui troviamo:
- LA NASCITA
- L’INVECCHIAMENTO
- LA MORTE
- LO STATO INTERMEDIO (anche se per ora ignoreremo lo Stato Intermedio).
Quindi
la nostra Vita è un fenomeno più complesso ed è composta da tutte
e quattro queste fasi in cui ………… L’ESPERIENZA GIOIOSA
andrebbe mantenuta costantemente.
Se
non abbiamo abbastanza Dharma soffriamo in tutte e quattro le fasi
della Vita e se non avremo sfruttato la vita per fare qualcosa di
buono, avremo l’occasione di provare lo stato gioioso nella
prossima vita.
Subito
dopo la NASCITA inizia l’INVECCHAIMENTO.
Considerando
che nel buddismo la nascita
è intesa al momento del concepimento,
l’invecchiamento inizia da lì.
in
effetti con INVECCHIAMENTO intendiamo la CRESCITA e con questa:
- la crescita del nostro Corpo,
- la crescita della nostra Mente e …
- la crescita del nostro Sapere ….
……….
ma non la crescita delle nostre delusioni afflittive.
Far
crescere quindi:
- L’ESPERIENZA GIOIOSA,
- LA COMPASSIONE,
- LA SAGGEZZA
……….
E non la sofferenza.
Quindi
man mano che cresceranno le qualità spirituali decresceranno
proporzionalmente le afflizioni e cresceranno la gioia che si
presenterà più costantemente nella nostra vita e così che al
momento della MORTE, non avremo più spazio per esperienze gioiose,
…….. perché ne avremo avute abbastanza.
La
differenza tra invecchiare
e crescere
è appunto questa: se riusciamo a morire con questa esperienza
gioiosa riusciremo a entrare con esperienza gioiosa nello Stato
Intermedio e quindi in
una Rinascita
in stato gioioso.
Questo
è NIRVANA.
Nel
linguaggio moderno bisogna trovare nuove parole per tradurre questa
esperienza, c’è bisogno di un Buddha occidentale per tradurre
queste parore difficili dal Sanscrito che non è più tanto usato
nemmeno in India.
Il
significato del Dharma è molto semplice, va solo tradotto nelle
lingua moderna e tentare di capirlo dalle parole dei Guru indiani in
India, può ingenerare molta confusione.
Dharma
era stato tradotto all’inizio in inglese come Verità ma ad oggi
possiamo affermare che non esiste più una vera traduzione.
In
tibetano per esempio esiste un vocabolo che esprime i concetti
compresi di quella parola sanscrita, ma se in italiano non esiste una
traduzione univoca, vuol dire che qui in Italia, non si è ancora ben
capito cosa sia il Dharma. Bisogna allora capire l’ESSENZA DEL
DHARMA così difficile da capire.
Il
Dharma è quindi questa esperienza gioiosa che va coltivata ed
espressa per tutta la Vita intesa come insieme di tutte e quattro le
sue fasi .
Ma
come fare ?
…..
come possiamo morire facendo della morte un’Esperienza Gioiosa per
entrare nello Stato Intermedio e poter Rinascere in Stato Gioioso?
Questo
dipende dalla capacità di invecchiare o crescere con questa
esperienza gioiosa, le due facce dell’invecchiamento.
Noi
dormiamo per la metà della nostra vita e dormire come Esperienza
Gioiosa è molto importante perché influisce molto sul nostro stato
di veglia e questo dipende dalla nostra capacità di vivere da svegli
l’esperienza gioiosa.
È
da svegli il momento migliore per fare i conti col Dharma, questo
influenzerà positivamente il sonno e da qui influenzerà
positivamente il momento della Morte, biondi da qui l’esistenza
nello Stato Intermedio fino alla Rinascita con l’Esperienza Gioiosa
che è la cosa più difficile.
Se
riusciamo a mantenere l’Esperienza Gioiosa si potrà scegliere la
nostra Rinascita.
Tutto
è collegato alla nostra Mente e Corpo presenti che sono già passati
in queste fasi, non dobbiamo pensare a qualche Terra Pura per
scappare dal Samsara.
Il
Dharma è libertà spirituale non fisica.
Dominare
se stessi, questa è la capacità del Dharma, così si può permanere
nel Samsara perfettamente.
Praticare
il Dharma di giorno e di notte
L’elemento
chiave della pratica del Dharma, e per Dharma intendiamo l’Essenza
(come Consapevolezza e Introspezione ) così come abbiamo detto
questa mattina, è l’essere in grado di far permanere l’Esperienza
Gioiosa di giorno e di
notte. Questi due
fattori chiave sono le due cause/condizioni necessarie.
Per
Consapevolezza intendiamo quindi la capacità di riportare alla Mente
l’Esperienza Gioiosa alla quale ci siamo riferiti finora… ed è
molto importante avere conoscenza dello stato che vogliamo mantenere.
Anche le esperienze che vogliamo vivere in futuro andrebbero
(“conosciute” ?) con forte determinazione a patto che questa
forte determinazione sia sempre supportata dalla Consapevolezza e
dalla Concentrazione.
La
Concentrazione è la forma vivente della Consapevolezza, è la
Consapevolezza orientata ad un obiettivo singolo. Bisogna poi fare in
modo che abbia continuità tramite l’aiuto della Introspezione.
L’alta
qualità che dobbiamo raggiungere è l’Osservazione Analitica, che
è un’altra forma di Consapevolezza.
Queste
due fasi fanno parte della stessa pratica:
- Concentrazione per un tempo prolungato;
- Analisi di tematiche diverse.
C’è
molto lavoro da fare, mentre il primo ostacolo alla Concentrazione è
la pigrizia,
l’ostacolo maggiore alla corretta Osservazione Analitica è
l’ignoranza.
Col
supporto quindi della Consapevolezza e dell’Analisi potremo
mantenere viva l’Esperienza Gioiosa in tutte le fasi della nostra
vita quotidiana.
Essere
in grado di mantenere questa Esperienza Gioiosa in stato di veglia è
necessario per portare questo stato nella fase di sonno, tanto che se
pure non avessimo questa intenzione questo accadrà comunque.
Non
è comunque assolutamente utile pensare di praticare solo durante il
sonno, sarebbe un’illusione, una buona pratica durante il sonno è
solo il risultato di una buona pratica durante il giorno.
Durante
il giorno infatti i nostri sensi sono svegli e manifesti, e da loro
abbiamo una collaborazione, mentre dormiamo invece, essi sono
temporaneamente inattivi ed è quindi più difficile mantenere la
nostra pratica.
Le
correnti grossolane
Durante
la giornata le correnti grossolane che attraversano i nostri sensi
sono attive e la manifestazione di queste inizia in un punto sito al
centro della nostra fronte.
Queste
correnti, chiamate “venti”, percorrono il nostro corpo e, quando
ci addormentiamo si ritirano nel chacra sito sulla fronte quindi
queste correnti si dissolvono e si concentrano in questo punto
d’origine per poi scendere attraverso la gola fino al nostro cuore.
Solo allora dormiamo profondamente.
Quando
il flusso sta passando nella gola il sonno è più leggero ed è il
momento in cui sognamo, mentre quando arrivano al punto sulla fronte
significa che ci stiamo svegliando, quindi si riattivano le correnti
che sono in relazione con i nostri sensi .
Addormentarsi
e risvegliarsi correttamente
Di
solito ci addormentiamo spontaneamente, ma questo non è un buon modo
se davvero vogliamo portare una buona pratica nel nostro sonno.
Occorre
invece addormentarsi in modo intenzionale per via della propria
volontà e, per farlo, dobbiamo essere in grado di portare queste
cinque correnti al centro del cuore, attraverso la gola (dove avremo
sogni consapevoli che stiamo sognando, poi di nuovo intenzionalmente
riportarle attraverso la gola, nel punto al centro della fronte per
poi risvegliarci.
Quando
siamo in grado di addormentarci e svegliarci in modo controllato,
allora si è giunti ad un punto in cui si può mescolare la pratica
tra veglia e sonno.
Ma
come fare ? … Nel modo più semplice, sviluppando
forte concentrazione e
forte determinazione.
L’importanza
dei sogni
Svegliandoci,
potremo ricordare i segni o dormendo essere consapevoli che stiamo
sognando. Queste esperienze sono il prodotto di forte Volontà,
Concentrazione e Consapevolezza.
Un
punto importante è che queste pratiche siano intraprese con
Intenzione Dharmica, se si perde Intenzione Dharmica, tutti gli
esercizi diventano fantasie inutili, e per questo abbiamo dovuto fare
una lunga premessa a proposito dell’essenza del Dharma. Solo grazie
a questa intenzione, si potrà portare anche nei nostri sogni questa
essenza.
Forte
concentrazione, forte
determinazione,
Consapevolezza,
sono utili in fase iniziale per ricordare da svegli le esperienze di
Dharma fatte durante i sogni o, in sogno, ricordare l’esperienza di
Dharma fatte durante il giorno.
Questo
è lo Yoga del Sogno.
La
morte
Se
come abbiamo già accennato per avere una buona Rinascita in stato di
Esperienza Gioiosa è necessario sperimentarla anche nello Stato di
Morte e poi nello Stato Intermedio, così durante la morte sarà
necessario far sorgere quella Esperienza Gioiosa propria del Dharma
con le modalità che si saranno via via acquisite in vita con
l’esercizio della pratica dello Yoga del Sogno.
Cosa
ci serve di più? … Questo è il Dharma, l’Essenza di tutti i
fenomeni. Dire che il Dharma viene dall’india o dal Tibet,
significa non aver capito nulla a proposito del Dharma.
Questa
genuina esperienza di gioia non è grossolana allegria, ma fa tesoro
di quella bontà e positività che possiamo trovare in noi stessi e
negli altri durante lo stato di veglia, esperienza che poi
trasporteremo nel sonno ed eventualmente durante la morte per
permetterci una rinascita positiva.
E’
significativa l’esperienza di Ghandi che nel momento del suo
assassinio, restò calmo, rilassato, non perse mai la sua
concentrazione e la sua determinazione, non manifestando il minimo
cenno di cattivi pensieri.
Questo
è lo Yoga della morte.
Pensare
di ottenere pari realizzazioni, rivolgendosi a divinità mortifere
tibetane vestite alla tibetana col relativo apparato scenografico di
suoni e colori è pura fantasia.
Ma
allora bisogna diventare tutti Lama tibetani?… No questo non è
possibile solitamente, ma lo scopo comune non è questo,
l’importante è che l’unica cosa su cui concentrasi sia
l’esperienza del Dharma.
Ma
le pratiche tantriche non sono necessarie quando ci si limiti a
praticare la Compassione, la Rinuncia , la Saggezza.
E’
importante paragonare la nostra pratica sul nostro livello, ma non
con la pratica di Marpa o di Nagarjuna, oggi dobbiamo confrontarci
con la società del nostro tempo.
Bisogna
diventare Lama da soli come h fatto Ghandi che è il modo migliore ….
e più economico. E’ importante diventare Lama da soli per potersi
offrire.
Il
Dalai Lama disse: Se
volete fare un’offerta, fatela a voi stessi. Se
volete portare rispetto, portatelo
a voi stessi.
Infine,
l’importante non sono le correnti o i venti, ma la pratica
essenziale, è il mantenere la consapevolezza durante la Veglia, il
Sonno, la Morte … e la Rinascita.