Monday 7 October 2024

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    འཇིག་རྟེན་ཁམས་ཀུན་ཕན་སེམས་དང་ཞི་བདེས་ཁྱབ་པར་སྨོན།
    ARCHIVIO DI LAMA GESHE G. THARCHIN LHARAMPA

  1. La Attività Sociale
  2. Bodhicitta e Genrosità
  3. Verità e Amore
  4. I Principi del Dharma
  5. La Prospettiva Inter-religiosa di Gandhi
  6. Gli Otto versi trasformazione della mente e Cuore
  7. Il Mahamudra
  8. Yoga del Sogno e Morte
  9. Scienza del Buddhisimo
  10. Dove La Mente?
  11. Tavola Rotonda per il Dialogo
  12. Dharma Seplice
  13. Primo Convegno Nazionale - Il Futuro di Gandhi
  14. Uscire dalla Confusione
  15. Pratica dei Sette Rami
  16. Tre Tipi di Buddha
  17. Pratica di Dharma e Vita
  18. La Motivazione e L'Atteggiamento
  19. Compassione, Gentilezza ed Equanimità
  20. Dharma e Umanità
  21. Natura Interdipendente
  22. La Vita nel Buddhisimo
  23. Nota del Kalachakra
  24. Meditazione come Osservazione della Mente
  25. I Tre Aspetti Principale del Sentiero
  26. Preghiera e Meditazione come Aspirazione e Realizzazione
  27. Preghiera del Lam Rim
  28. Lam Rim Dharma
  29. Entrare nel Mahayana
  30. Senso della vita
  31. Tradizione Kadampa
  32. L'importanza del nostro sonno
  33. I Tre Livelli dei Lam Rim
  34. L'saggezza della vita
  35. Pratica di Lam Rim Jor Choe
  36. 400 versi di Aryadeva e I Tre Livelli della Pratica
  37. Pratica di Dharma e decostruzione
  38. Il Sutra del Cuore della Saggezza
  39. Mahamudra Essenziale
  40. La Triplice pratica quotidiana
  41. Versi per generare la Bodhicitta
  42. LA MOTIVAZIONE E L'INTENZIONE
  43. LA ESSENZA DEL LAM RIM
  44. Lam Rim Canto di Esperienze
  45. Il Valore Spirituale nella Vita Quotidiana 1°
  46. Il Valore Spirituale nella Vita Quotidiana 2°
  47. Il Valore Spirituale nella Vita Quotidiana 3°
  48. COME TRASFORMARE LA EMOZIONI
  49. I DODECI ANELLI DELL'ORIGINE INTERDIPENDENTE
  50. LE SEI PARAMITA
  51. Mangala Sutta
  52. LA GRANDE COMPASSIONE - PRATICA DI AVALOKETSVARA
  53. VINCERE LA RABBIA E L'ODIO
  54. LA PRATICA DEL TONG LEN
  55. COMMENTARIO SUL SUTRA DEL ESSENZA DELLA SAGGEZZA
  56. LE QUATTRO NOBILI VERITA'
  57. BEATITUDINE DELLA SOLITUDINE NELLA VACUITA'
  58. COMMENTARIO DI IL CANTO DELLA QUATTRO CONSAPEVOLEZZA DEL 7° DALAI LAMA
  59. Eutanasia e Vita nel Buddismo
  60. COMMENTARIO DI IL SUTRA DEL CUORE DELLA PERFEZIONE DELLA SAGGEZZA
  61. LA GRANDE LIBERAZIONE DELLA MENTE - BARDO THOS-GROL
  62. DHARMA E ADHARMA
  63. IL SILENZIO E IL SEGRETO DELLA MENTE
  64. MEDITAZIONE DEL LAM RIM JOR CHOE
  65. RILASSARSI E DIMORARE NELLO STATO ORIGINARIO DELLA MENTE
  66. INTRODUZIONE A LAM RIM E LO JONG
  67. LA VITA DEL BODDHISATTVA
  68. LA NATURA DI SOFFERENZA
  69. IL KARMA E LA VITA
  70. Il senso della vita umana
  71. CONSIGLIO DAL NAGARJUNA - LETTERA AD UN AMICO
  72. LAM RIM PRATICHE PRELIMINARI
  73. MEDITAZIONE E PRATICHE PRELIMINARI
  74. IL SENSO DELLA MORTE
  75. SENTIERO MANTRA-YANA E LAM RIM
  76. MAHAMUDRA E CONSAPEVOLEZZA
  77. IL DIAMANTE CHE TAGLIA LE ILLUSIONI
  78. ACCUMULAZIONE DI MERITI E SAGGEZZA
  79. Il Karma
  80. TECNICHE DI MEDITAZIONE
  81. LA MENTE NEL MAHAMUDRA
  82. TRASFORMARE LA PROPIA VITA CON RESPIRO
  83. VIVERE IN ARMONIA NEL MONDO QUI E ORA
  84. Mio viaggio Estivo 2014
  85. Lo Sforzo
  86. SVILUPPARE UN CUORE NUOVO
  87. TRANQUILLITÀ' DELLA MENTE E REALIZZAZIONE DEL SE'
  88. Le azioni del Boddhisattva
  89. Nota dell’autore e Indici - LA VIA DEL NIRVANA
  90. Preghiere di Maha-mudra
  91. Giornata di Tzongkhapa
  92. INTRODUZIONE ALLA TESI DI DOTTORATO DI Geshe GEDUN THARCHIN
  93. Dialogo Inter-religioso e un arte delle religioni
  94. I sette punti addestramento mentale
  95. LA PACE INTERIORE IN UN MONDO STRESSANTE
  96. LO YOGA DEL SONNO E SOGNO
  97. LO YOGA TIBETANO DEL SOGNO E DEL SONNO II
  98. LO YOGA TANTRICO
  99. LO YOGA DEL CORPO ILLUSORIO
  100. Preghiera di GGT
  101. LA VIA DELLA BEATITUDINE
  102. LA PURA VISIONE DEL MANTRA-YANA
  103. La Lampa sul sentiero di Atisha
  104. Mantra nel Buddhisimo
  105. TU SIE PREGHERA/MEDITAZIONE
  106. LA PRATICA DELLA MEDITAZIONE E DELLA VISUALIZZAZIONE
  107. ISTRUZIONI E PRATICA DELLA VISUALIZZAZIONE TANTRICA
  108. LA MENTE NEL BUDDHISMO TIBETANO
  109. KARMA, MEDITAZIONE E TRASFORMAZIONE INTERIORE
  110. COMPASSIONE NEL BUDDHISMO TIBETANO
  111. AUGURI DI NUOVO ANNO 2019
  112. LE EMOZIONI NEL BUDDHISMO
  113. CONVERSAZIONE SU RAIMON PANIKKAR
  114. AUGURI DI LOSAR CAPODANNO TIBETANO 2146
  115. MMDLXIII Anniversario di Vesak Internazionale
  116. BAKHTI YOGA
  117. LA PRATICA DI CONSAPEVOLEZZA DELLA VISIONE SUPERIORE
  118. LA PRATICA DELLO DZOGCHEN
  119. Mahamudra tradizione orale di Ganden
  120. Anno Je Tsongkhapa - 600ª ricorrenza della sua ascesa al Parinirvāna
  121. MAHAMUDRA TRASMISSIONE ORALE DEL GADEN KAGYU
  122. IL NOBILE OTTUPLICE SENTIERO DEL DHARMA
  123. Felice Nuovo Anno Tibetano Topo-Metallo 2147
  124. LA PRATICA DELLO DZOGCHEN 2°
  125. Pasqua 2020
  126. Introduzione Geshe THARCHIN Gedun
  127. Vesak Internazionale 2020
  128. Osservazione di Saka Dawa, Vesak Tibetano
  129. Buddha mantra e Avaloketesvara mantra
  130. Saka Dawa la generazione del Bodhicitta
  131. Recitazione di Mantra
  132. Lhabab Dhuchen 2020
  133. Un approccio buddista per affrontare il difficile periodo della pandemia COVID-19.
  134. Commemorare giornata di Tsongkhapa 2020
  135. Conversazione sul Insegnamenti Smart Dharma
  136. KARMA E COVID-19  
  137. 64° Anniversario del 10 marzo 1959
  138. la via per un nuovo dialogo
  139. La generosità
  140. La rinuncia
  141. La pazienza
  142. Sviluppare Bodhicitt
  143. La via della liberazione
  144. La concentrazione
  145. La compassione e La saggezza
  146. IL DHARMA, L'insegnamento del Buddha
  147. La saggezza
  148. Le sedici leggi umana pura
  149. La natura di Buddha  
  150. La moralità e Etica 
  151. Amare la natura, vivere in modo naturale
  152. Vesak 2021
  153. FELICE 2022
  154. Capodanno tibetano (Losar) 2022 
  155. Giornata Internazionale del Vesak 2022 
  156. Traduzione Italiano die note di Dharma scritto in Tibetano
  157. ZOOM MEETING DHARMA SUGATA
  158. GGT VISITA NEPAL 2022 
  159. Buon Natale e Felice Anno Nuovo! 2022 - 2023
  160. IL VALORE SPIRITUALE NELLA VITA QUOTIDIANA
  161. 88 Buon compleanno!
  162. MINDFULNESS DELLA VITA QUOTIDIANA
  163. LO – JONG I sette punti della formazione di Bodhicitta
  164. LA VISIONE DELLA VIA DI MEZZO
  165. LE OTTO SESSIONI PRATICA LO JONG
  166. La pratica sette rami di devozione, di accumulazione di meriti e di Purificazione
  167. Sadhana del Buddha Sakya muni
  168. Sadhana del Buddha della Medicina 
  169. Sadhana del Avalokiteshavara
  170. Pratica del Arya Tara 
  171. BUON NATALE e FELICE ANNO 2024🙏🕉🌿🍀
  172. Mahamudra Istruzione di Mahasiddha Tilopa
  173. La realta di connessione 
  174. Losar 2024
  175. VESAK per LA PACE 2024
  176. Il significato del Bodhisattva Avalokiteshvara

  177. La realtà della Impermanenza
  178. Come coltivare la felicità attraverso la meditazione
  179. Un ricordo di 20 anni fa-Compleanno del Dalai Lama 
  180. La mente silenziosa, la mente illuminata
  181. PROGRAMMA
  182. བོད་ཡིག
  183. ENGLISH 

La mente silenziosa, la mente illuminata


La mente silenziosa, la mente illuminata

Geshe Gedun Tharchin


Una mente silenziosa che ascolta il suono del silenzio della mente stessa è il primo stadio della meditazione. La meditazione è osservare la propria coscienza dalla coscienza stessa e, altrettanto, è essere osservati da questa stessa coscienza.

Una mente silenziosa è una mente sia cosciente che consapevole e il silenzio di questa mente diventa lo stato di beatitudine che alla fine trasforma l'esistenza stessa del sé in pace e amore. Una mente silenziosa non indica l'assenza di pensieri, piuttosto è uno stato di essere al di sopra e al di là dei pensieri, simile alla vasta distesa del cielo blu per nulla offuscato dalle nuvole fluttuanti a lato. Una mente silenziosa non è disturbata dai pensieri, ma è in grado di sperimentare l'armonia con essi.

È di estrema importanza disciplinare scrupolosamente la mente per mantenere uno stato di pace profonda che permette di concentrarsi sui giusti obiettivi e per realizzare tale fine è essenziale comprendere la vera natura della vita e conoscere consapevolmente la fondamentale realtà dell'impermanenza. E essenziale imparare a mantenere uno stato mentale non distratto, positivo e concentrato, una condizione che si può ottenere solo attraverso la pratica della meditazione, con fede umilmente purificata e con uno stile di vita semplice e non distratto, prassi che, nella consapevolezza, porta all'acquisizione di intuizione e saggezza.

L'obiettivo primario è quello di ottenere il controllo sulle emozioni e sui sentimenti, con il fine ultimo di vivere una vita completamente al di là dei vincoli dell'ego. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso la coltivazione della concentrazione, che può essere trasformata in uno stato cosciente più profondo e sottile di unità con saggezza e compassione.

Per coltivare un livello autentico e profondo di concentrazione silenziosa, è essenziale impegnarsi in una pratica costante di consapevolezza mentale, mindfulness, e concentrazione. Per praticarla, è necessario mantenere un'incrollabile vigilanza mentale attraverso l'intuizione e il flusso costante della consapevolezza.

Durante la fase contemplativa, la percezione dell'essenza della mente si ottiene quando la mente è rilassata e calma, senza l'interferenza dei pensieri concettuali. In questo stato, la mente e la vacuità della mente diventano una cosa sola, libera dall'approccio dualistico. Questo stato può essere paragonato al modo in cui i raggi del sole illuminano uno spazio trasparente senza alcun ostacolo e i raggi del sole e lo spazio diventano un tutt'uno e contribuiscono a portare molta pace e gioia a molti esseri.

Infine, per mantenere uno stato della mente silenziosa e consapevole , come detto all'inizio, è necessario concentrarsi sul fenomeno mentale della mente stessa, che può essere inteso come uno stato luminoso che solo nel silenzio si realizza. La pratica della meditazione è una qualità intrinseca della mente umana. La mente può essere considerata come una fiamma che illumina il proprio cammino nella vita e bisogna averne una grande e continuativa cura perché, se non viene nutrita e accudita costantemente ha anche tutte le potenzialità per opacizzarsi e nell'oscurità cadere in trappole con conseguenti risultati negativi.


Rome: 7.10.2024



Saturday 6 July 2024

Un ricordo di 20 anni fa: Un discorso per la celebrazione del compleanno del Dalai Lama - 2005



Compleanno di Sua Santità Tenzin GyatsoXIV° Dalai Lama
6 luglio 2005 

Porgiamo un particolare benvenuto ai nuovi amici che sono con noi nel giorno del compleanno del Dalai Lama Tenzin Gyatso.
Altri nuovi amici, che ancora non ho incontrato di persona, mi hanno chiesto telefonicamente di celebrare il loro matrimonio con rito buddhista e li ho invitati a venire oggi per conoscerci e parlare, perché in Tibet non esiste una cerimonia di matrimonio anche se ora, comprendendo le esigenze nate dall’interscambio di popoli di vari paesi e la necessità di poter documentare e ricevere un riconoscimento pubblico, parecchi maestri buddhisti in varie parti del mondo hanno iniziato ad impartire alla coppia una benedizione per l’unità e l’armonia.
Se esistesse un preciso rituale di matrimonio buddhista questo consisterebbe nell’impegno a prendere rifugio nei tre gioielli e ad assumere i voti dei cinque precetti.
Chissà se questi amici verranno o se avranno cambiato idea? Questo è parte della natura impermanente dei fenomeni ed è sempre Dharma.
Il Dharma si fonda sulla natura impermanente della realtà, non lo dobbiamo scordare mai, altrimenti non progrediremo.
La soluzione di ogni difficoltà e problema si realizza solo nella consapevolezza della natura impermanente delle cose, ed è fondamentale mantenerla chiara in noi soprattutto nell’ultimo atto della vita in cui saremo completamenti soli, nessun amico, nessun parente, ci potrà accompagnare e per questo dobbiamo cominciare a prepararci sin d’ora.
Non si trova il Dharma nella ricerca di una vita eterna, sarebbe una contraddizione di termini, non si può rincorrere l’idea di una felicità permanente quando la natura stessa della realtà è impermanente.
Dobbiamo dunque addestrarci nella conoscenza del processo della natura impermanente della realtà, altrimenti rischiamo di impegnarci inutilmente in una moltitudine di preghiere e di pratiche con lo scopo esclusivo di ottenere in questa vita un “meglio” di cui non conosciamo nemmeno la natura, ma questa vita passa troppo velocemente.
Io ho superato i quarant’anni e sono sbalordito di come siano fuggiti in fretta, solo ieri ne avevo quattordici, mi sembra di avere appena lasciato la mia casa per andare in monastero nel sud dell’India. Ricordo il distacco dai genitori alla frontiera, un dolore che sembra insopportabile ed è freschissimo nella mia memoria, come se fosse appena accaduto, e ogni volta che ritorno a casa ho la sensazione di essere stato sempre là, l’unica differenza rispetto alle precedenti partenze è che oggi c’è minor sofferenza perché è diminuito l’attaccamento.
Questo dimostra che la liberazione non è radicata nelle cose materiali, nella casa, nella famiglia, ma nel distacco mentale, nell’addestramento della mente ad affrontare, momento per momento, la natura impermanente della realtà, il cammino verso la saggezza.
Il Dharma, che non ha nulla a che vedere con effetti speciali come volare liberi nel cielo, o possedere il terzo occhio, è semplicemente essere in grado di guardare in faccia la realtà senza paura, è la saggezza. Condividere questo tipo di passione, di sensibilità, con la saggezza costituisce la compassione.
La spiritualità, il Dharma e la pace interiore sono le nostre grandi vere necessità, le conquiste dell’esistenza umana, un argomento inesauribile, tanto che in centootto volumi tibetani sono raccolte le parole del Buddha e tutte riconducono alla stessa essenza della realtà.
La situazione economica e sociale vissuta dalla mia famiglia è paragonabile a quella attuale del Sudan meridionale, eppure io oggi vivo in Italia, un paese tra i più sviluppati, un vero paradiso per me!.. e quando torno in Nepal le persone incuriosite mi chiedono tante notizie sulle condizioni in occidente e ne sono così ammirati che pensano che io, per il solo fatto di stare in Europa, debba essere necessariamente un grande Lama, un grande maestro, perché già sto vivendo con gli dei!...
La mia esperienza è davvero straordinaria, ero partito da una situazione piena di difficoltà, di incertezze e precarietà e nonostante questo ho potuto ricevere un buon livello di educazione e di istruzione e sono in una condizione che mi permette di affrontare nuove sfide e trovare altre possibilità per procedere nelle vite future. Questo rappresenta la condizione umana e il Dharma è appunto la possibilità e capacità che l’uomo ha di impegnarsi per guadagnare e conquistare se stesso.
Non si tratta di accumulare beni materiali come il denaro o il potere, ma di conquistare  la ricchezza che deve essere intesa per il beneficio degli altri, così da poter diventare fonte infinita di felicità per gli altri.
Non si tratta nemmeno di dover diventare ricchi, famosi ad ogni costo, ed essere talmente affaccendati da avere centinaia di segretari per poi ritrovarsi completamente pazzi.
Durante il primo anno a Roma cercavo il modo per mantenermi e un mio amico indiano, prete, mi disse che finché ero vestito così non avrei mai avuto nessun lavoro, per prima cosa dovevo almeno cambiare l’abito. La sua preoccupazione era sincera e disinteressata, sapeva da dove venivo, conosceva perfettamente la situazione indiana, e mi regalò un paio di scarpe, un dono per me preziosissimo e che utilizzai fino alla fine. Chissà, se avessi seguito il suo consiglio avrei anche potuto trovare un buon impiego, forse come professore, o uomo d’affari, o magari diventare un uomo politico che in Italia ha la capacità di inventare un nuovo slogan ogni giorno, in ogni caso avrei solo accumulato stress, un ottimo metodo per impazzire, ma il Dharma è al di fuori di tutte queste cose, è altro.
Il Dharma è conoscenza, comprensione, saggezza, sperimentazione della realtà.

Oggi è il 6 luglio, compleanno del Dalai Lama, ha settant’anni e per onorare questa ricorrenza ho preparato alcuni piatti tibetani che, a conclusione della giornata, potremo condividere in serenità.
Il Dalai Lama non deve essere visto come un individuo nella sua singolarità, ma come il frutto del karma del popolo tibetano e, adesso che le condizioni sono mutate profondamente, è necessario cominciare a considerare il Dalai Lama come il frutto del karma della popolazione globale.
Il bambino indicato come Dalai Lama, all’età di due anni, non aveva alcuna pretesa in tal senso, non ha chiesto questo incarico, è stato individuato, cercato e scelto dal popolo tibetano che lo ha designato come Dalai Lama.
I tibetani credono che sia un’emanazione del Buddha della compassione, e questo fa di lui realmente un’emanazione del Buddha della compassione perché le cose non esistono di per sé, ma secondo l’imputazione che ne diamo.
Poiché noi lo riconosciamo, lo designiamo, lo imputiamo come Buddha della compassione, lui lo deve essere, non può esistere altrimenti. Il XIV° Dalai Lama risponde pienamente a questa aspettativa e tutti noi dobbiamo essere infinitamente grati alla grandezza di questa persona.
Quando si dice che Sua Santità è l’emanazione del Buddha della compassione non si afferma che il suo comportamento sia al di là dell’umano, al contrario, il suo comportamento è insito nella categoria del comportamento umano, ma ha la funzione di essere ispirazione ed esempio delle qualità migliori degli esseri umani.
Incontrandolo vediamo una persona come tutti noi, con le difficoltà che ogni essere umano deve affrontare, la grande differenza è nella sua capacità di affrontare ogni situazione, sempre, per il beneficio di tutti gli esseri.
Adesso vi farò ascoltare la registrazione della voce del Dalai Lama che oggi ha pronunciato un magnifico discorso in tibetano, poi lo commenterò. Grazie ai mezzi moderni abbiamo potuto ascoltare questa registrazione, la tecnologia se usata in modo appropriato è utilissima, se se ne abusa può invece diventare estremamente pericolosa. 
(segue discorso- sintesi: ).
«Sua Santità ha esordito ringraziando chi sta festeggiando il suo compleanno nel mondo, a coloro che vivono nelle regioni himalayane, in Mongolia, a oriente e a occidente. Oggi a Dharamsala è una giornata di piogge monsoniche abbondanti, quindi molte persone per ascoltare le sue parole erano all’aperto, sotto qualche ombrello e il Dalai Lama scherzando ha detto che questa pioggia sarebbe stata una benedizione per coloro che la stavano prendendo.
Ripensando a questi settanta anni di esistenza, alle tante le esperienze di gioia e di dolore, Sua Santità non ha dubbi nel verificare che tutte queste emozioni derivano esclusivamente dall’io, dal sentimento del sé.
La propria felicità, il proprio dolore, nascono dall’io, così come la sofferenza e la felicità altrui, ed è dunque chiaro che gli insegnamenti del Buddha di amore e compassione hanno una loro ragione di essere, una loro verità.
Al di là del fatto che un individuo possa avere fede o meno, essere credente o no, la natura della realtà fa si che amore e compassione siano l’unica possibilità di liberazione dalla sofferenza.
Il Dalai Lama continua dicendo che da piccolo era ovviamente interessato soprattutto ai giochi, ma crescendo si è appassionato sempre più al Dharma e con le esperienze della vita ha compreso la fondamentale importanza del buon cuore e di quanto una chiusura mentale conduca soltanto alla depressione e alla sofferenza. Questo va al di là dall’appartenenza o meno ad una religione, il buon cuore e una mente aperta sono sempre di beneficio alla felicità propria e altrui, e nell’arco della sua vita ha fortemente voluto assumere questo atteggiamento e incessantemente dato agli altri lo stesso consiglio. E’ un atteggiamento completamente benefico e così finché sarà in vita lui non smetterà mai di proporlo a tutti perché il beneficio è immediatamente evidente.
Le celebrazioni, i rituali e le preghiere che le comunità tibetane nel mondo stanno eseguendo in questi giorni in suo onore sono dedicate interamente al beneficio degli esseri senzienti.
Il Dalai Lama ci tiene particolarmente a precisare che lui è innanzitutto un essere umano, poi un buddhista, e infine un monaco tibetano e Dalai Lama; sono tre diversi livelli del suo modo di esistere e comportano che:
come essere umano abbia la responsabilità del bene di tutti gli altri esseri senzienti;
come buddhista la responsabilità di avere profondo rispetto nei confronti di qualsiasi altra religione e di attuare i principali scopi della sua esistenza, portare beneficio e armonia agli esseri umani e armonia tra le varie concezioni religiose, che devono essere onorate con devozione perché più religioni esistono e più aumenta la possibilità che siano di beneficio agli esseri umani.
Infine, come monaco tibetano e Dalai Lama la sua responsabilità è la protezione del popolo tibetano che lo considera un dio, un salvatore, per questo deve cercare di fare sempre del suo meglio, e a questo punto aggiunge considerazioni legate particolarmente alla situazione socio politica interna dei tibetani e, proprio perché il Dalai Lama, come tutti gli altri non è un essere permanente, ma impermanente, raccomanda che i tibetani comincino a prepararsi per poter scegliere il loro prossimo capo attraverso strumenti democratici. Finché lui sarà in vita avrà la responsabilità di cercare di ottenere per i tibetani una certa forma di libertà, ma i tibetani comunque devono sin d’ora lavorare affinché nel futuro possano eleggere democraticamente chi li dovrà rappresentare.
Concludendo ha ringraziato nuovamente i partecipanti alla celebrazione di Dharamsala che sono stati così pazienti e tolleranti nei confronti della pioggia e della scomodità del luogo, la piazza è piccola e molto affollata.»

Sono magnifici i due aspetti ricordati dal Dalai Lama che riguardano rispettivamente i suoi doveri di essere umano che deve vivere ed essere di beneficio agli altri, e di buddhista, che deve portare armonia e pace con grande rispetto verso ogni religione.
La verità del messaggio di amore e compassione è la natura stessa della realtà e vivendo in essa non si può essere altro che felici.
L’unico modo per produrre felicità è quello di rimanere nella realtà e non di scappare, che invece è la nostra prima istintiva reazione, eppure non c’è modo di fuggire dalla realtà, quindi meglio affrontarla, confrontarci con essa ed esserne contenti, altrimenti non faremo altro che moltiplicare le sofferenze.
E’ veramente bello che il Dalai Lama, nel giorno del suo settantesimo compleanno, non parli della propria grandezza o delle cose realizzate, ma semplicemente, come sempre, parla di Dharma, della incommensurabile grandezza del Dharma e sono veramente felice di aver avuto l’opportunità di ascoltare questo messaggio dalla sua voce e di poterlo condividere con voi.
Il Dalai Lama è davvero un essere unico, ed è bene non porsi nell’aspettativa di poterne vedere un altro; c’è stato un unico Gandhi, un unico Gesù, un unico Buddha, e c’è un unico quattordicesimo Dalai Lama, né il primo, né il secondo, né il quindicesimo, sono stati o saranno simili al quattordicesimo Dalai Lama. Noi siamo immensamente privilegiati ad essere suoi contemporanei e a poter condividere la sua vita e il suo messaggio, non eravamo presenti ai tempi di Gesù, Buddha o Gandhi ma abbiamo la gioia di esserlo con il quattordicesimo Dalai Lama, è un dono prezioso e raro.
Immaginiamo, se ai tempi di Gesù lo avessimo incontrato, che cosa avremmo fatto? Nulla di più o di meno di ciò che faremmo trovandoci alla presenza del Dalai Lama. Io mi sento particolarmente fortunato perché ho potuto avere con Sua Santità quattro colloqui privati, e di fronte a lui provavo una tale emozione da essere intimidito e impacciato, mentre da parte sua il Dalai Lama si presenta sempre con grande cordialità e calore, come un essere umano semplice e comune.
Ma attenzione, è importante questa diversità di atteggiamenti, da parte nostra deve esserci un profondo rispetto, mentre lui nella sua semplicità e cordialità nel volersi avvicinare a noi come persona comune ci fa un grande regalo.
Se entrambi ci confrontassimo come persone comuni sarebbe una riunione sterile da cui non scaturirebbe nulla, invece così è un magnifico incontro spirituale ricco di doni rari ed è stupendo che il Dalai Lama possa presentare se stesso come essere comune mentre noi onoriamo e percepiamo in lui il Buddha.
Considero i colloqui avuti con lui eccezionali e doni preziosissimi ricevuti in questa esistenza. Questa è la vita, inutile crearsi complicazioni, basta godere semplicemente di ciò che si ha, ottenendo così la felicità. 
Il Dharma è esattamente l’opposto, non c’è né un partito unico, né tanti partiti, c’è solo l’individuo che con l’attitudine della bodhicitta dona agli altri divenendo causa di felicità per sé e per gli esseri senzienti. E’ umanesimo, il senso dell’umano.
Un esempio opposto è offerto dal Dalai Lama che è un capo politico, ma parla di Dharma.
Ora festeggiamo insieme, con un buon the e dolci tibetani, il compleanno di sua sanità il quattordicesimo Dalai Lama.

Grazie a tutti.

Friday 21 June 2024

Come coltivare la felicità attraverso la meditazione



Come coltivare la felicità attraverso la meditazione

 

In primo luogo la meditazione è un valore universale per tutti gli esseri umani, è una caratteristica innata dell'intelligenza umana come ricorso all'infinita pace interiore e alla felicità.

 

La meditazione non richiede una fede particolare o un background culturale. La meditazione è semplicemente concentrazione. La predisposizione alla concentrazione è già insita nelle nostre caratteristiche mentali e la concentrazione è una qualità essenziale della mente umana e delle attività mentali, indipendentemente dalla sua durata e grado di intensità con cui la si applica.

 

Una delle domande più frequenti poste da chi si avvicina per la prima volta alla meditazione è come meditare. In questo articolo fornirò una breve panoramica dei diversi tipi di meditazione, con particolare attenzione alle forme più generali e universali.

 

Esistono due tipi principali di meditazione: la meditazione formale, che si basa su una specifica tradizione o scuola di pensiero, e la meditazione universale o naturale, che è applicabile a tutti gli esseri umani e a tutte le forme di concentrazione mentale.

 

Mentre la meditazione formale può essere più strutturata e avere linee guida specifiche, la meditazione universale è un approccio più flessibile che può essere adattato alle esigenze individuali.

 

La meditazione non è mai impostata con regole rigide, non è richiesta una postura fisica specifica e qualsiasi postura, purché sia comoda e facilmente applicabile nella normale vita quotidiana è adatta. Allo stesso modo, non è richiesta una dieta particolare e qualsiasi cibo che nutra il corpo in modo corretto va bene. Anche il luogo di meditazione non è predefinito o limitato a particolari ambiti, deve semplicemente essere armonico e confacente all'introspezione silenziosa. Lo stesso vale per l'abbigliamento. Qualsiasi abito indossato comodamente è adatto. Infine, non è necessario un cuscino speciale e qualsiasi cuscino scelto per il proprio maggior benessere è adatto.

 

Per definire un flusso mentale in meditazione, è necessario stabilire una connessione tra il flusso principale della mente e i fattori mentali, nonché un'armonia tra il respiro e la consapevolezza mentale. Questi tre fattori possono creare uno stato mentale di meditazione perfetto e completo, pacifico, armonioso e gioioso.

 

Il risultato è un'esperienza di pace, armonia e gioia che può essere percepita pienamente nel corpo, nella mente e nel cuore. È un sentimento, una sensazione o uno stato mentale che può permeare l'intero giorno e la notte, portando a una vita piena di amore e di luce.

 

Il risultato della meditazione non è una particolare sensazione emotiva o un'eccitazione fuori dal comune, è semplicemente un'esperienza umana ordinaria, ma vissuta in un'atmosfera di equilibrio sia interiore che in relazione con l'ambiente e la realtà esteriore. È una biosfera interiore di vita che può espandersi in uno spazio e in un tempo spirituali infiniti.

 

La pratica della meditazione può facilitare il controllo, diminuendone l'intensità disturbante, delle esperienze emotive e sensazionali, nonché di qualsiasi forma di dolore e sofferenza fisica e mentale.

 

Il passo iniziale in questo processo è riconoscere il dolore e la sofferenza che si stanno vivendo. Il dolore e la sofferenza non sono inerenti al corpo fisico o alla mente spirituale, ma sono il risultato di una più complessa esperienza indesiderata. Questa esperienza indesiderata non è una realtà materiale, ma piuttosto un fenomeno cosciente. Le esperienze piacevoli sono note come felicità, mentre quelle spiacevoli sono considerate infelicità.

 

Noi istintivamente siamo perennemente desiderosi di felicità, che è una condizione antitetica alle nostre esperienze indesiderate da noi vissute come sofferenza, dolore e uno stato spiacevole di stato mentale che coinvolge con forza sentimento, sensazione, emozione e sensibilità spirituale.

 

Il riconoscimento del dolore e della sofferenza è un fattore fondamentale per ridurne l'intensità. Quando dirigiamo la nostra attenzione e consapevolezza verso la sensazione di dolore, diventiamo più consapevoli della sua vera natura e in questo modo questa stessa esperienza può apparire come una sensazione che si dissolve o scompare, lasciando solo l'osservazione dell'interazione di atomi e molecole neutre. Tuttavia, non appena la nostra concentrazione o consapevolezza si interrompe, anche la chiara visione del dolore e della sofferenza può scomparire.

 

Per coltivare un processo graduale o una consapevolezza più costante per ridurre le nostre esperienze dolorose indesiderate, è necessario conoscere la misura della sensazione.

 

Cominciamo con l'esaminare, all'interno dello spettro della capacità di un essere umano, la capacità di applicare la consapevolezza, l'esperienza di una sensazione dolorosa al suo livello più alto e la sensazione piacevole al suo livello più basso. Quando il livello della sensazione piacevole sale, il livello della sensazione spiacevole scende. Si possono dividere i gradi di queste sensazioni in tre livelli: alto, medio e basso. Ognuno di questi livelli può essere ulteriormente suddiviso in tre, per un totale di nove livelli.

 

Di conseguenza, si può concludere che la consapevolezza delle sensazioni dolorose e piacevoli e la capacità di distinguerle sono utili per ridurre il dolore e il disagio e aumentare le emozioni positive. Questa meditazione si basa sugli attributi positivi insiti nella natura umana, ossia le qualità e le capacità che sono naturalmente presenti in noi.

 

È utile apprendere e applicare le tecniche di meditazione sulla base delle proprie esperienze ed esperimenti personali. Questo permette di sviluppare una pratica di meditazione personalizzata che si adatta alla propria capacità di vivere il proprio livello di felicità e sofferenza.

 

In definitiva, è fondamentale la presenza di una motivazione, di un'intenzione e di un atteggiamento positivi, non egoistici e privi di inutili attaccamenti.

 

Questa è una pratica di meditazione essenziale che può essere utilizzata in ogni momento della vita per il benessere del corpo e della mente in ogni circostanza.

 

Questo processo di meditazione porta quell'equilibrio interiore che favorisce lo sviluppo umano in ogni aspetto essenziale, apre la mente al riconoscimento della necessità di agire secondo corrette intenzioni che motivano ogni azione, pensiero e parola rendendo chiara e visibile la propria realizzazione umana nella condivisione e compassione amorevole. Il cuore si libera in naturale e autentico altruismo, privo di attaccamento illusorio permettendoci così di raggiungere con naturalezza l'armonia di una pace serena e la profonda interiore gioia che è indipendente da qualsiasi fattore esteriore. In questo modo si matura la preziosa saggezza che fa riconoscere l'infinito valore di ogni istante di vita propria, altrui e dell'universo intero.

 

Che questo possa essere utile a tutti gli esseri per la loro pace e felicità.

 

Geshe Gedun Tharchin

21 giugno 2024